LONDON DOOMING! – WINTERFYLLETH – WITCHSORROW – BAST


WINTERFYLLETH – WITCHSORROW – BAST (The Black Heart, Camden Town 19.01.2013)

 
Non ero mai stato al Black Heart di Camden Town, piccolissimo pub/club situato in Greenland Place un vicolo a pochi passi dal ben più famoso Underworld vero e proprio luogo di culto per i fedeli del metallo e dell’hardcore-punk.

 

E’ proprio nel Cuor Nero che si sono esibiti i Bast prima, i Witchsorrow poi e in fine gli headliners Winterfylleth.

 

Premetto che i secondi sono stati il motivo principale che mi ha fatto schiodare il culo dal divano in una giornata di neve e  attraversare tutta la città dal profondo sud (dalla contea del Surrey per la precisione) fino alla “mecca” Camden Town.

 

Me la prendo comoda viaggiando in bus per un’oretta e mezzo circa, anche perché mi dà piacere farmi trasportare per la città mentre leggo qualche racconto horror e ascolto musica dal mio mp3 player (i 2 albums dei Witchsorrow in questo caso)

 

Arrivato nel pub già gremito di pseudo-rednecks e donzelle supertatuate mi ordino una pepsi con ghiaccio e salgo nella sala concerti grande quanto un normale salotto.
I Bast, band giovanissima che non conoscono, ci deliziano le trombe di Eustachio con uno stile nemmeno troppo distante da quello dei nostri Ufomammut, vale a dire uno sludge/drone caotico e cupo, ben eseguito e tutto sommato interessante se seguite il genere. La performance è stata coadiuvata dalla proiezione di vecchie foto e video, in bianco e nero e non, di ossari, teschi di ogni forma con vermi e lumache laddove una volta c’erano bulbi oculari; veri e propri monumenti fatti con le ossa, corpi in putrefazione, avanzi d’obitorio e altre prelibatezze visive.
Piccola curiosità: presenti genitori e parenti assortiti dei tipi della band fra il pubblico, uomini e donne ormai over 60 a far foto e applaudire i rumorosissimi figlioli.

 

E’ finalmente il turno dei Witchsorrow, band Rise Above che ho atteso con ansia essendo un loro fan già da qualche anno nonché cultore del tipo di discorso sia musicale che concettuale da loro proposto.
UK Doom Metal purissimo!
Prendi i primissimi Cathedral e gli Electric Wizard e uniscili al gusto totalmente anni 70 sia per i suoni sia per l’immaginario e l’atmosfera orrorifico-esoterica.
Scontato dire che se cerchi la modernità di certo qui non la trovi ed è proprio questo quello che me li fa amare.
Note lentissime e sofferte escono fuori da quella cassa Orange che funge da portale dimensionale verso stati mentali alterati da quel vortice roteante basso-chitarra-batteria e dalla voce del folle profeta Nekroskull, cantante/chitarrista capace di plumbee efflorescenze solistiche semplici ma eseguite con passione e trasporto, perfette nella loro essenzialità pentatonica su una base ritmica potente e solida.

 

Il riff è tutto. il riff è Dio!
E i Witchsorrow lo adorano elargendone copiosamente alla platea mesmerizzata.
Il set dei tre messaggeri del fato termina forse troppo presto lasciandomi in uno stato di piacevole trance a desiderarne ancora. Così inebetito non mi muovo dalla mia postazione privilegiata praticamente sotto il palco e sebbene la mia gola secca implori liquidi io rinuncio a una seconda pepsi per non perdere il posto mentre salgono sul palco i Winterfylleth.
Non li conosco molto a dire il vero però apprezzo il loro black metal pagano melodico e sebbene a livello estetico non siano proprio il massimo (e non sono l’unico ad affermarlo: sembrano più una cover band dei Police con magliette da metallari) hanno dalla loro dei bei brani e tecnicamente ci sanno fare. Molto belle certe schitarrate armoniche evocative quando non sognanti. Ripeto li devo approfondire, di loro non so dire molto proprio perché non li conoscevo prima. Il pubblico invece ha mostrato il suo supporto in modo a dir poco caloroso. Ho notato che molti addirittura conoscevano parecchie delle liriche a memoria!

 

Sembrano essere un piccolo culto da queste parti. Non per niente il concerto ha fatto sold-out già da qualche settimana.
(Marco Principe)