Dani Filth ricorda quando Robb Flynn voleva essere Fred Durst!

Se c’è una cosa che adoriamo a Sdangher! sono le polemiche tra gli artisti metal. Difficilmente ce ne lasciamo scappare una. Tra i momenti topici della mia adolescenza, per esempio, ricordo una lunga lettera di Nikki Sixx a Lars Ulrich in cui gli spiegava che era grasso e che Loud era una “megacagatona”.Con internet poi ogni giorno ce n’è almeno una fresca fresca, come nelle migliori stalle. E oggi ci occupiamo della punzecchiatura di Dani Filth (il vampiro che infestò MacDonald) e il povero Robb Flynn, tartassato di critiche a non finire, da qualche settimana a questa parte, per via della nuova, inquietante direzione che la sua band Machine Head sembra aver preso.

Dani dice: “nessuno ricorda che Robb voleva essere Fred Durst, qualche anno fa”

Filth si riferisce al disco The Burning Red, uscito in piena stagione nu metal e lo dice facendo un discorso un po’ più ampio su quanto poco gli piacciano i Machine Head a causa di questo loro spudorato tradimento rimosso dal pubblico, specie ora che si atteggiano a veterani del vecchio thrash, come se rien a fous!

Beh, rispondo io per Flynn, che lui avrà da fare: per prima cosa tutti lo ricordiamo, caro Dani. La ragione è semplice: The Bunring Red è uno dei MIGLIORI DISCHI DEI MACHINE HEAD. Cosa importa il genere scelto se viene fuori un gran lavoro?

Inoltre tutti ricordano anche quando tu decidesti di trasformare i Cradle Of Filth in una specie di Oingo Boingo del dark metal con Thornography, ma non per questo te ne facciamo una colpa.

La storia dei Machine Head è emblematica per opportunismo e continue rotture col passato. Basta pensare che quando se ne uscirono con il best-seller modernista Burn My Eyes, molti storsero il grugno al pensiero che il leader di quella novità fosse solo lo sfigatello impelagato nelle fila dei Vio-lence, gruppo thrash di terza fascia perito tra le macerie della bay-area.

Con i Machine Head quello che conta non è la coerenza ma la capacità di scrivere grande musica in ogni circostanza. Se prendete Burn My Eyes, The Burning Red e The Blackening vi accorgerete che sembrano tre band diverse, e sono tre bei tradimenti col passato da parte di Flynn, è indiscutibile, ma in tutti e tre i casi non potete negare che ne siano venuti fuori tre grandi album. E questa è l’unica forma di continuità che a me preme quando si parla di una band metal: la qualità.