Vinnie Vincent sottovalutato? Probabilmente sì. Negli anni 80 è stato uno dei chitarristi-compositori più interessanti, anche se bisogna ammettere che sul piano tecnico, il suo virtuosismo fosse più vicino all’ostentazione guascona e un po’ cialtronesca dei Manowar, che all’estro e la bravura di Steve Vai o Ingwine Malmsteen. Continua a Leggere
Qualche tempo fa vi avevo detto del mio nuovo lavoro, l’operatore ecologico. Il più delle volte andavo a piedi, con la scopa e il carrettino, raccogliendo cartacce, svuotando cestini, tenendo pulite le vie del mio paese. Al contrario di quello che io stesso abbia mai immaginato, è forse stato il lavoro più bello di sempre. Continua a Leggere
Secondo Chuck Klosterman, autore dell’imperdibile libro Fargo Rock City, Lick It Up è un album fondamentale per i Kiss anni 80. L’ha scritto per buona parte Vinnie Vincent e, “nonostante il resto della band lo reputasse un coglione” gli mise in piedi il modello di tutta la produzione heavy della band da lì al 1992. Continua a Leggere
E come diceva Dylan Dog, a me non piace andare in ospedale. Entri che sei sano, fai un esame medico, poi ti scoprono un male incurabile e muori di lì a poco. Questo per dire. Lunedì ho un esame medico, perché ho un dolore addominale. Il mio medico dice “forse sono calcoli al colon, niente di grave” e io certo, in fondo la sanità non ha mai funzionato meglio come oggi, posso stare tranquillo. Avrò un equipe medica sfaccendata e pronta a occuparsi di me. Sarcasmo on. Continua a Leggere
I Nanowar hanno dei nuovi nemici: dopo i metallari ora anche i Formiani!
Pubblicato il 19/02/2021Quando ho letto della svolta pop dei Nanowar sono rimasto un po’ perplesso, lo ammetto. E se lo dice uno che non si caga più il metallo, figuriamoci che reazione possa aver avuto chi il metallo lo vive come una fede.
Prima le foto, poi i vari annunci. Ci avevano avvisato “vedete che non sarà un pezzo metal, ma pop”, ma qualcuno asseriva che sarebbe stata la solita trollata. E trollata infatti è stata, perché hanno fatto esattamente quello che hanno detto: un pezzo pop. Continua a Leggere
Asylum è er peggio disco dei Kiss anni 80.
Questo è ciò che si dice, ma io non sono d’accordo. Credo anzi che nell’intera decade, la band abbia mantenuto una buona media. Teniamo presente che i grandi Kiss, quelli che dopo il terzo disco iniziarono a macinare miliardi, diventando un fenomeno irresistibile, dovettero rimboccarsi le maniche e lavorare come dei muli per mantenersi a galla negli eightis (si scrive così, vero?). Continua a Leggere
Cominciò tutto con le fanze e finirà tutto (o ricomincerà) con le fanze. Fanzine, esatto. Del resto sarebbe davvero assurdo pretendere che delle riviste vere e proprie, sopravvivano in un mondo in cui le edicole chiudono, la carta è in crisi nera e il metal ha ridotto in modo vertiginoso le cifre che riusciva ad alzare anche solo fino a dieci anni fa. Continua a Leggere
Torna la pandemia con le regioni che cambiano colore e il freddo che schioppa di brutto appena messo il naso fuori di casa. Le ore di noia si accumulano, non fosse altro per il coprifuoco da legge marziale e non ci resta che ascoltare musica, passatempo che, comunque, ci piace sempre. Continua a Leggere
Black ‘N Blue, un’altra band di cui non ho mai scritto su Sdangher, anche se li adoro e ascolto i loro dischi dal 1995. Beh, nell’1984-1988 io facevo le elementari ed era già difficile convincere i miei genitori a comprare la compilation di Fivelandia 7. Li ho scoperti otto anni dopo il loro momentaneo scioglimento e li ho amati subito. In quest’occasione vorrei approfondire un po’ il secondo disco, Without Love, con il pretesto che ci ha suonato anche Adam Bomb, e siccome disco chiama disco, appena ho finito con Fatal Attraction, sono passato a… Continua a Leggere
Salve gente, come va il vostro lockdown? Io a quanto pare devo ancora sopportare la zona arancione, che poi tanto arancio non è, perché a parte i bar chiusi alle 18 e l’asporto forzato, noto che comunque la gente fa un po’ il cazzo che gli pare. Aggiungo poi, sentendo racconti in zone diverse d’Italia, che è divertente come io “non” possa uscire dal mio comune, ma ho amici che vanno spesso e volentieri all’estero. E sì, perché il virus prolifera a 30 km da casa mia, dove abita la mia fidanzata, non di certo in una nazione straniera. Ma non stiamo qui a romperci le balle su questi futili argomenti. Continua a Leggere