True Blood è una serie televisiva creata da Alan Ball nel 2008. Cento anni fa un certo signor Stoker creava… ricreava, rubava, mettetela come vi pare, uno dei personaggi più amati della storia della letteratura e successivamente del cinema. Tutto poteva immaginarsi tranne che i discendenti del suo Vlad avrebbero cominciato a brillare o a fare sesso violento con la bambina di Lezioni di piano.
Per True Blood mi sono lasciata fregare da una sigla accompagnata da immagini accattivanti, tra fanatismi religiosi e vagonate di erotismo. La presenza di quella “piciafredda” di Anna Paquin avrebbe dovuto far suonare subito il mio campanello d’allarme. Accanto alla nostra eroina dal nome più stupido che si sia mai sentito, Sookie, c’è Bill, il vampiro dalla faccia meno sveglia della Louisiana.
C’eravamo tanto succhiati
Il viso in questione è quello di Stephen Moyer, diventato nel mentre marito della Paquin. Sti due potrebbero riprodursi e creare un individuo senza muscolatura facciale. La mia speranza era tutta riposta nel vampiro vikingo Eric Northman, interpretato da Alexander Skarsgård, che la maggior parte di voi ricorderà come uno dei coinquilini di Zoolander.
Purtroppo in fase di doppiaggio la sua voce è stata affidata a Gianluca Crisafi. Nessuno di voi sa chi sia, ma io, da mamma, posso dirvi che doppia personaggi non protagonisti in alcuni cartoni animati di poco conto.
A questo problema si può ovviare facilmente guardando la serie in lingua originale con i sottotitoli o anche con il muto, che tanto si capisce tutto lo stesso. Altro personaggio che cerca di farsi la nostra Sookie è Alcide Hervaux, interpretato da Joe Manganiello, un bel mannarone in carne, ossa e peli, che la signorina gradisce poco, preferendo i due succhia-sangue dal cuore silenzioso.
Ok, vada per la discutibile scelta degli interpreti, vada per un doppiaggio pressappoco odioso, ma cosa è che mi fa continuare a seguire True Blood? Forse la paraculaggine dello sceneggitore-produttore-creatore premio oscar Alan Ball (American Beauty, Six Feet Under)?
I libri di True Blood
E che mi ha detto la mia testolina bacata? Di leggermi tutti e 11 i volumi del Ciclo di Sookie Stackehouse usciti in Italia. Premesso che la prosa di Charlaine Harris non è propriamente quella di un premio nobel, i libri si lasciano leggere proprio come un codicedavinci qualsiasi. Pur non mantenendone la suspence e tanto meno l’impalcatura narrativa.
Quanto più nel telefilm gli attori sono delle bellezze di cristallo con ben poca carica erotica, nei libri l’erotismo è carnale, fatto di bozzetti sui pantaloni e di scollature generose.
Il fulcro narrativo, sia dei libri che del serial, è questo: conquistare la patata fatata di Sookie. Fatata e, prima del passaggio di Bille (CalippoFizz) e del suo pene in perenne rigor mortis, anche vergine! Perché, sentendo i pensieri dei suoi partners, non è mai riuscita a lasciarsi andare fino alla fine.
Del tipo, tu stai lì a fare heavy petting e “senti” il tuo ragazzo pensare: “Uh, guarda qui c’è un po’ di cellulite… ma che ha magnato, ‘na capoccia d’aglio…te piace, eh?! Zozza…”.
Il primo orgasmo
In effetti, sarebbe un po’ difficile. Quindi lasciandosi andare nel silenzio della mente di CalippoFizz, di cui lei non può udire i pensieri essendo lui un vampiro, finalmente PatataFatata ha la sua prima volta. E, udite udite, il suo primo orgasmo. (Te piacerebbe, ah bella!!!)
Moderna signora in giallo, dove c’è lei succede sempre un disastro che la porta regolarmente a subire ferite invalidanti. Pronto a guarirla donandole il suo sangue c’è il biondissimo e bellissimo vampiro antichissimo (Errico). Lui è uno sceriffo dell’area in cui avvengono le vicende narrate, che sputtana Bille. Calippo ci ha provato con Sookie solo perché glielo ha ordinato la regina dei vampiri della Louisiana. Lo scopo è avere la sua telepatia. E ci prova insistentemente. Fin quando, dopo aver perso la memoria a causa di un incantesimo e aver perso tutta la sua cattiveria, riesce finalmente a donare il suo Pirùlo a Patatafatata, che spinta dal classico spirito da crocerossina di noi femminucce, lo accoglie volentieri in casa sua e dentro di sé.
Questo in 11 libri signori e signore. Undici.
True Blood tra letteratura e televisione
Per ora la serie televisiva invece è arrivata alla quinta stagione. Devono ancora raccontarci di Patatafatata e dell’ Uomotigre. Di lei che non la da ad Alcide. Che fa pensieri impuri sul suo datore di lavoro. Beve una pozione e diventa lo sciamano dei lupi mannari. Altre stronzate che tengono su la storia con un po’ di colla vinilica e della carta igienica.
Il primo libro del ciclo di Sookie è stato pubblicato nel 2001, distribuito in Italia prima da Delos Book e poi da Fazi. La serie televisiva ha dato il via alle riprese nel 2008. Dal nono libro si risente dell’influenza del pubblico televisivo. Nei libri il cuoco gay muore subito. Nella serie ha un ruolo di spicco. Nei libri Sookie non ne vuole più sapere di Calippo Fizz, ma, visto che nella serie televisiva è un personaggio molto amato, negli ultimi capitoli torna a essere amico e confidente di patatafatata.
Lousiana ti piacerebbe
Nei libri è molto forte la componente razzista e chiusa di mente della Louisiana del sud. Nella serie la migliore amica di Sookie è Tara, una neretta muscolosa dal bel visetto. Nei libri Sookie è bella in carne, una 42-44. Lo spazio che c’è tra una gamba e l’altra di Anna Paquin è direttamente proporzionale allo spazio tra i suoi incisivi. Nei libri Bille è fico: è morto a trent’anni, ha degli occhi neri profondi ed espressivi e dei lunghi capelli castani. Nella serie No.
Su carta anche Errico è fico, ma moooolto più fico, quanto può esserlo un vikingo dai lunghi capelli dorati, con le sue braccia possenti tornite da anni e anni di navigazione a remi. Su True Blood è un modello anoressico, secco allampanato, lungo lungo. Per carità, merita. Ma in ambedue i formati Sookie rimane sempre e comunque una bionda superfica senza cervello e che per di più porta pure sfortuna.
Elvis è vivo!
Personaggio di cui non c’è traccia nella serie, ma che Charlaine Harris infila qua e la nei libri, è Elvis. Esatto, il Re non è morto, è arrivato alla morgue in uno stato di morte apparente. Un vampiro che lavorava lì ha avvertito la flebile vita che ancora abitava quel corpo distrutto dalle droghe e dall’alcool e gli ha donato la non-vita eterna.
La trasmutazione però non è riuscita al meglio, e the pelvis ora è un succhiasangue rincoglionito che si ciba di gatti e si fa chiamare Bubba. Proprio questo personaggio mi ha fatto pensare che la Harris lavori senza editor. Ogni volta, ogni santa volta che costui appare c’è la descrizione della sua trasformazione, anche due volte nella stessa pagina. Ma la fretta di pubblicare prima che il fuoco trainante della serie televisiva si estingua è più forte di ogni amor letterario.
E adesso? Ci sarebbero i fumetti di True Blood, ma i personaggi sono letteralmente ricalcati su quelli della serie televisiva e tutto ciò mi spinge a evitarli come la peste.
In uscita negli USA anche il libro di ricette di True Blood, ma queste sono cose che ci cascano solo gli americani. Sta per uscire la 5° serie e il dodicesimo e ultimo libro. Alan Ball minaccia di abbandonare la sua creatura. Anna Paquin e Stephen Moyer di riprodursi.