Tre R per non confondersi con le vecchie Riot Girl del Punk classico a cavallo tra i 70 e gli 80. Quelle band di donne paffute che non sapevano suonare e incentravano tutta la loro produzione artistica sulla stronzaggine, l’indole violenta e malata di vigliacchi e disperati maschi dominatori.
Non si sa molto del fenomeno Riot Grrrl. Qui in Italia nemmeno ci siamo accorti che è esistito; morì stritolato tra i big del Grunge e dell’Alternative. Ma un suo culto, sepolto sotto le ceneri del tempo, ancora esiste in qualche luogo sperduto della West Coast statunitense. E come tutti i culti, ha i suoi martiri, i suoi santi a cui devolvere la fiamma di un cero nelle tenebre dell’oblio popolare.
7 Year Bitch
E quando si parla di Riot Grrrl, è impossibile non nominare le 7 Year Bitch. Quelle ragazze bruttine e scoppiate suonavano una musica selvatica e demente che possedeva l’autentico germe che anni prima aveva generato i Motley Crue. Ma non è per quella che vengono ricordate ancora oggi; sono fatti di cronaca nera a spingere tanti scribacchini morbosi quanto il sottoscritto a tirarle fuori dal dimenticatoio per parlare ancora di loro. Perché è la storia di queste bambine puzzolenti e autodistruttive che continua ad affascinare. Molto più di quelle canzoncine riottose suonate maluccio che è possibile riscoprire su You Tube, se proprio si vuole.
Le 7 Year Bitch si formarono nel 1990, a Seattle. Le “7 Year” erano tutte molto incazzate, abbastaza cesse ma con un’agenda di appuntamenti col destino davvero piena. Poco dopo il primo singolo arrivarono subito a firmare un contratto discografico. Le cose andarono in discesa per un paio di anni, oltre ogni più chimica illusione. Dopodiché iniziarono a pagare il conto con la sfiga.
Mia Katherina…
Fin da subito ammisero di ispirarsi a un altro gruppo punk, The Gits. I nomi delle due bands, però, non rimasero profondamente legati per motivi artistici. Un pescatore cubano con smanie sessuali troppo forti o un senso morale dai freni piuttosto logori. Lui ci mise un collante fatto di sudore, sperma, sangue e soprattutto saliva.
Mia Katherine Zapata, cantante e leader dei Gits era una specie di oracolo per tutte le ragazzine crudette e disperate di Seattle e dintorni. Vicino a lei e al suo gruppo si era formato un giro di ultras al femminile. Le 7 Year Bitch non furono le sole a seguire l’esempio di Mia. Usavano la musica per diffondere il proprio disprezzo per gli uomini ma furono le più esplicite ad ammettere il proprio debito con la Zapata.
Mia era loro profetessa e volevano diffondere il messaggio che alle giovani vagine erano finalmente spuntati i dentini. Tra tutte quelle discole fuggite da casa, imbevute di idealismo zapatiano ce n’era una. Lei, quando la vedeva esibirsi sul palco, captava una luce dorata tutta intorno a lei e ne rimaneva ammaliata fino a dimenticarsi lo schifo di vita in cui era immersa. Si chiama Stefanie Sargent.
Stef scappò verso il suo buio

La morte di Stefanie
7 Year Bitch e Viva Zapata!

L’omicidio
Trovarono il corpo qualche ora più tardi, in terra e con le braccia aperte: ennesimo Cristo triturato dalla malvagia società degli uomini. Così scrissero i giornali. Stuprata e uccisa da non si sa chi. Lei, l’autrice di Second Skin e A Change is Gonna Come. Ispiratrice del movimento Foxcore, paladina delle ragazze sole, infelici e disperate e pronte a combattere la forza ottusa e vigliacca degli uomini. E solo dopo che lei aveva iniziato a farlo.
Quella violenza la trasformò in una martire, era il supplizio di una santa.
Mia acquistò agli occhi di tutti, quella fosforescenza che prima solo Stefanie, sotto l’effetto delle droghe e della devozione più cieca, era riuscita a percepire. E tutto questo a causa di un uomo chiamato Gesù. Non è uno scherzo. Per quanto si volesse vedere un assassinio politico, ideologico, in realtà fu tutto abbastanza casuale. Il pescatore cubano Jesus Mezquia, in fuga dal proprio paese, cane randagio stanco, affamato, la vide, si avvicinò, la catturò e si saziò.
Nessuno pensò a lui. Le indagini si incentrarono, sul ragazzo di Mia e su altri del giro artistico di Seattle. Poco tempo, Mezquia venne arrestato ma solo per via di un furto che aveva commesso. Il carcere lo tenne alla larga dalle indagini sull’assassino della Zapata.
Mazquia
