Bari – Ho atteso quel concerto più della mia stessa vita, da quando ne sentii parlare già a Febbraio nelle webzines.
Appena saputo fu un giro di chiamate per formare il gruppo per il viaggio.
I Belphegor…
e i Deicide…
erano in arrivo a Bari.
Ma in poco tempo, un certo B.V. indisse una militanza cattolica armata di rosari di ferro per bloccare il concerto a suon di preghiere protosanicdestruction…
Naturalmente io e miei commilitoni eravamo pronti all’evento.
Il giorno del destino ero al lavoro da prima dell’alba. Io faccio il barista.
Esco all’1 e mezza.
Poi.
Corri a casa.
Mangi, ti lavi, rimangi, ti rilavi, corri in stazione perché non hai la macchina.
Incontri gli amici.
Partiamo solo io e la mia ex conoscenza, Mark.
Frank e la zita sono in ritardo, prenderanno il treno dopo.
Arrivati a Bari la comunità metallara si unifica, diveniamo un unico gruppo compatto.
Facciamo subito amicizia.
Il concerto Belphegor – Deicide
Siamo tutti in estasi non tanto per gli headliner, ma per gli Houre of Penance.
Ok, ok, io lo ero anche per gli Eloa Vadaath.
Presa la navetta arriviamo lì con largo anticipo.
Tra un discorso e l’altro ci vediamo passare un Glen Benton irritato.
Girano voci che gli scappi da cagare, ma il cesso è otturato.
Non sapremo mai la verità.
Nessun militante cattolico in vista.
Il caldo di Luglio è mortale.
Distribuisco l’acqua come Gesù con i pani e i pesci.
Perché sono l’unico intelligentone che oltre la birra (bevuta sul treno: per chi interessato doppio malto peroni rossa, che bontà!) si è portato appresso 2 litri d’acqua.
Sapete no, faceva caldo.
Parecchio caldo.
Aperti i cancelli prima priorità.
Farsi una birra.
Seconda priorità, accattarsi quella maglia figa col papa zombi con tanto di cherichetti al seguito.
Dopo farsi una foto con Steve Asheim.
Perdonate la mia bellezza.
Ahahah, scherzo.
Il concerto parte.
I primi sono i Tale of Deliria.
Ricordo solo che all’inizio eravamo proprio pochi.
Quel che basta per mettersi a urlare tra amici e darsi qualche spallata, specie alla cover di Heatwork dei sempre marci Carcass.
Li rivedrò in futuro ancora più in forma, ma questa è un altra storia.
È il momento dei Symbolic.
La seconda volta che li vedo dal vivo.Ottima performance.
La seconda volta che li vedo dal vivo.Ottima performance.
Anche se pochi, scateniamo un pogo niente male.
Chiudono con una cover di Raining Blood.
Urlo al Mark di venire nel centro e, nonostante fossimo in molti muniti di bottiglie al vento, non una goccia di ambrosia fu sprecata in quel pogo tra 15… massimo 20 persone.
Tra una pausa e l’altra facciamo conoscenza con l’ormai ex cantante dei Warocracy, band old school death metal del sud italia.
Mi regala anche il suo demo.
Schiaffo nello zaino e torno sotto al palco e parte uno dei motivi per il quale ero li.
Gli Eloa Vadaath.
Il nome, per chi non lo sapesse, significa Dio manifestato attraverso la conoscenza.
Torniamo alla musica.
Loro sono strani.
Mischiano un po’ di tutto.
Sono avant-garde, sono prog, sono death.
Il pubblico li ascolta in silenzio.
Io fisso il violinista.
Sarà colpa dell’alcol o del caldo, ma per un istante mi è sembrato quasi mi parlasse.
Lasciamo stare cosa feci dopo, roba da figura di merda.
Inizia a calare il buio e io, come molti in quella sera credo, ho perso il conto dell’alcol ingerito a stomaco vuoto.
Mi fermo a parlare con gli amici e presto arrivano gli sconosciuti Amenta.
Su di loro mi so informato, ma non avevo mai sentito nulla.
Sulla Encyclopaedia Metallum vengono definiti industrial death.
Infatti fanno industrial death.
Salgono sul palco truccati come minatori usciti da una fabbrica siderurgica di terminator.
Pelle metallizzata, occhi di ghiaccio.
Il pubblico è in delirio.
Io li ascolto dalla distanza, ma alla fine prendono tutti.
Finito di suonare, il mio amico Frank si attacca al cantante Cain Cressal e non l’abbandona più.
Non sa un accidenti d’inglese, ma parlano per ore.
Io mi aggrego un po’ al discorso e devo ammettere che è molto interessante come persona.
Hour Of Penance a Bari
Stanno per partire gli Hour of Penance, si torna sotto al palco.
Il caldo è troppo, rimango a torso nudo con lo zaino sulle spalle.
Rircodo ancora l’intro di Paradogma.
Io e Mark ci guardiamo negli occhi.
“È stato un piacere conoscerti, amico.”
Sbam!
Volo per non so quanti metri.
Un camion umano mi ha investito.
Il pogo prende tutti. A un certo punto non hai neache più lo spazio per muoverti.
Tra pezzi vecchi e altri ancora presentati solo per la serata, posso dire con certezza che dal vivo i nostri commilitoni sono macchine per uccidere.
Non c’è un attimo di pausa.
Esco dalla disperazione, perché ho il corpo viola dai lividi.
Mi hanno anche dato una testata bestiale.
Mi sono già beccato un occhio nero a un concerto.
Non rischio due volte.
Riprendo Mark, o almeno ciò che ne resta e ci andiamo a fare… d’acqua stavolta.
Vicino al palco troviamo Silvano Leone, bassista degli HoP.
Ci complimentiamo per la perfomance e gli auguriamo ogni bene di questo mondo.
Avrei voluto chiedergli di sposarmi, ma non credo di essere il suo tipo.
I Belphegor a Bari
I Belphegor preparano il palco.
Caprone, c’è.
Sangue finto, c’è.
Vergine crocifissa… non c’è.
Nooooo.
Ci accontentiamo.
I brani scelti spaziano molto tra l’ultimo album e qualche classico, come di norma del resto.
O almeno così ricordo (perdonatemi, ero brillo).
Ricordo solo che la gente era moscia.
Io e Mark ci lanciavamo a vi… siamo sinceri, mi lanciava addosso a qualcuno e partiva la guerra più totale.
Se eri li e ti chiedevi chi era il pirla che ti è caduto addosso, eccolo.
Mi sembra di vivere i primi quattro Rocky messi insieme.
Ci manca solo un Ivan Drago Afro Americano che mi scazzotti e la serata è fatta.
Cito S. Helmuth a fine performance…
“Bari, Vaffanculo. P****o Dio!”
Un grande.
I Deicide a Bari
Ormai i money sono finiti, fortuna che il biglietto del ritorno del treno me lo so fatto prima, non come quella volta li che…
Senza divagare.
Il caldo ci uccide.
La fame pure.
Mentre credo Frank abbia ucciso le palle di Cain.
I Deicide salgono di li a poco.
Non sapremo mai perchè Bentonera così nervoso.
Forse sperava di sodomizzare qualche militante cattolico.
Dai, sarà per la prossima messa nera.
La performance da canto mio è molto deludente.
Sì ci suonano qualche classico, ma non Scar of the Crucifixne Fuck Your God, i miei pezzi preferiti in una discografia che non è che mi faccia urlare al mito.
Finita la serata ci godiamo una piccola scena dove il Bentondi sopra viene preso a caricatura dal pubblico per avere un carattere di merda.
Una vera prima donna.
Alla fine, grande concerto, grande serata, Deicide così così, ma di sicuro evento pugliese 2011.
Specie visto che l’anno scorso non c’era il Total Metal.
Prima di andarmene piccola chicca.
Mia foto con Serpenth, bassista dei Belphegor.
Rosica.By Ruggiero Musciagna