CHURCH OF MISERY: BRUTALITA’ NIPPONICA!

“korose korose oya nado korose korose korose subetewo korose”
(Krauzer-sama durante un live)

I Giapponesi o Japponesi o Nippon, insomma quelli di dove sorge il sole, ok?
Dico, ma li avete mai visti incazzati?
No dico, s’incazzano?
Sanno dire le parolacce?
Poi quando bestemmiano, essendo la maggioranza buddista o shintoista o adoratore di cani, a chi le mandano a dire?
Musicalmente parlando poi, io li ho sempre visti così. 

Sì, c’è anche il visual key o visual gay, senza (offesa per gli omosessuali) ma se tu vedi un gruppo di donne a suonare e un amico ti guarda e ti fa “guarda che quelli so’ uomini!”, io non so…
…Un po’ di tempo fa’ però ebbi, come dire, un illuminazione.
La musica estrema mi stava diventando stretta.
Come Jeff Walker, prima con Swansong nei Carcass e poi col progetto Black Star, anche io presi il basso e decisi che era ora di rallentare.
Era ora di essere più “rocciosi”.
Mi sono letteralmente (ri)tuffato nel rock/metal & stoner.
Perché come disse il sommo “Dopo essere stato tanto tempo nella scena estrema, è quasi naturale voler tornare a qualcosa di più semplice.”

Ma cosa centra questo col discorso di prima?
Datemi il tempo e ve lo dico, miei piccoli pargoli colmi del desiderio della conoscienza.

In Giappone secondo me Ozzy ci ha cagato un figlio.
Proprio mentre era sul gabinetto prima di un live con i Sabbath.
Prese e fece un enorme stronzo, ma talmente enorme che scambiarono quel fango marrone per un onda anomala.
Come zombie mangia merda, sono usciti dal lercio fiume marrone del madman.
Però non si sono puliti, se lo sono fatti incrostare quel lercio, fino alle ossa.
I Church of Misery.
I figli bastardi dei Black Sabbath.

Ero tornato in pieno boom per i serial killer, mia grande passione soddisfatta a suo tempo con i Macabre, però cercavo qualcosa di più adatto alle mie nuove richieste sonore. Qualcosa di diverso.
Tra varie ricerche mi capitarono i già nominati pocanzi CoM.
Stoner/Doom Metal… made in Japan.
Un po’ me li aspettavo made in China, che quelli fanno e imitano tutto.

Ora però qualcuno mi dirà “cosa li differenzia dai Macabre, dei quali ci parlasti in precedenza, mio messia?”
Beh, tutto direi. Siamo su due mondi diversi.
L’unico punto in comune sono i temi dei testi.

Abbandonate i Jingle e l’ironia grottesca della band americana.
Qui siamo in Giappone.
Pachidermico, grottesco, dai suoni derivati.
Un must per gli amanti di band tipo gli High on Fire più tendendi allo sludge.
Ecco sì, proprio loro.
Se s’inculassero i St. Vitus, mentre Ozzy ci fa un porno sopra con gli Sleep a fare il treesome, probabilmente ne nascerebbe un loro album.
E io lo comprerei pure.

Lerci fino all’osso, oltre ad avere un sound inimitabile, il cantante, Yoshiaki Negishi, ha l’alito che puzza da casa sua fino a sotto casa mia.
Quando parte un loro pezzo tipo uno tra i miei preferiti, Blood Sucking Freak, la storia di Richard Trenton Chase, sento l’odore di birra e fumo uscire dalle casse del mio stereo, come se la sua gola vi fosse collegata via bluetooth.
Perché lui c’ha la voce da vecchio ubriacone.
Anzi aveva.
L’hanno cacciato.
Sigh.
A me piaceva.

Ma mai quanto il bassista, Tatsu Mikami.
Se passi da casa mia, mi trovi col basso ad altezza ginocchia, l’accordatura due toni sotto mentre lo imito, senza ingarrare una nota.
Eppure io lo amo.

I motivi per i quali andrò in Giappone ora sono divenuti quattro.
Andare ad Akihabara.
Rapire quante più lolita travestite da Pedo Bear insieme ai Jig-Ai.
Chiedere a Tatsu Mikami di sposarmi.
Chiedere a Haruhisa Takahata, bassista dei Defiled, di diventare mio amante dopo essermi sposato.
Ora non voglio più pregiudizi contro i mangia balene.
Sanno fare ANCHE musica che non preveda gay alla voce.

Se stai ancora leggendo l’articolo e non hai neanche cercato un loro pezzo sul tubo, allora sei più gotico ed effeminato di Ryu dei Blood Stain Child.
E sì, è un uomo.
E sì, ancora oggi ci piango al pensiero.

Divagazioni a parte, i Church of Misery sono stati il miglior parto uscito dal Giappone in ambito doom insieme ai Coffins, altra mia passione.
Gli uni lo fanno stoner, gli altri death.
Entrambi ti fanno.
Cosa non te lo dico.

Una cosa che, almeno secondo me, ha tarpato un po’ le ali all’ascolto di molti sarà stato il confronto con i Macabre.
Come detto però, sono due mondi a parte.

Se mi concedete il paragone… gli americani sono il killer che uccide brutalmente le sue vittime, che manda messaggi e pezzi di carne umana alla polizia.
Gli orientali invece sono la radio che t’interrompe al bar mentre stai bevendo la birra con gli amici e semplicemente ti narra le gesta del suddetto Serial Killer mentre nella testa pensi “wow, avrei voluto vederlo!”