LOUDMOUTH – MA CHE PALLE, NIKKI SIXX!

 

Nikki Sixx doveva morire, lasciarci la sua immagine di bello e dannato e salire nell’olimpo delle rockstars troppo giovani per morire. Invece no. La prima volta venne gettato in un cassonetto da uno spacciatore che lo credeva morto, dopo aver provato a rianimarlo a colpi di mazza da baseball.
L’anno dopo, idem con patate e mazza da baseball.
Era il 1987 e i Mötley Crüe stavano portando in tour il quattro volte disco di platino negli USA “Girls, girls, girls”. Tra camere d’albergo distrutte, innumerevoli blowjobs e date annullate, il quinto album dei Motley Crue scalava le classifiche di tutto il mondo e i Terror Twins ( Sixx e Lee) spargevano il loro seme un po’ ovunque.
Forse qualcuno in alto nel cielo sapeva che stava per arrivare il capolavoro e Sixx non è morto perché doveva regalarci Dr. Feelgood, album prodotto sotto la supervisione di un certo Bob Rock. Il grunge però era in agguato e, dopo l’ abbuffata di successo, la band subì un tracollo spaventoso (ma non abbiate pena, non è così facile liberarsi di costoro). Mentre Vince Neil, sostituito dal semisconosciuto John Corabi (1994), si dedicava al suo progetto solista e Tommy Lee, alle prese con Pamela Anderson, lasciava i Crue per formare gli improbabili Methods of Mayhem(1999), Sixx debuttava nel 2000 con i 58 e il loro dimenticabilissimo “Diet for new America” e partecipava con Tracy Guns al progetto ingiustamente ignorato “Brides of Destruction”.
Mick Mars invece si ritirava a vita privata, forse facendo la cosa migliore di tutte.
A questo punto uno pensa di essersi liberato dei MC, invece no!
Neil rientrò nella band mentre Lee ne uscì definitivamente e venne sostituito da Randy Castillo: dopo un greatest-hits, una raccolta di B-Sides e un live in soli tre anni, l’inesauribile vena produttiva di Nikki concepì “New Tattoo”.
Nel 2001 uscì “The Dirt”, la biografia del gruppo in cui Nikki e la sua penna al cianuro la fanno da padrone. I racconti della vita on the road delle quattro rockstars sono così crudi e sinceri da farti affezionare a quelle teste di cazzo: Tommy Lee ne esce come un viziato figlio di papà, Nikki invece attacca al cuore con i racconti della sua infanzia difficile, il rapporto con la madre, l’eroina, il sesso e ovviamente il rock and roll. Il mio animo da crocerossina era tutto un fremito, povero piccolo ragazzo difficile tutto da abbracciare e coccolare, vieni qui, sarò io la tua mammina…
Per me poteva finire qui. I MC erano ancora belli e ricchi da far schifo. Soprattutto LUI. Quel bastardo dagli occhi limpidi che infestava tutti i miei sogni. A 19 anni ebbi la mia prima crisi adolescenziale: avete presente le ragazzine con i poster dei Take That che riempivano i loro diari di foto, frasi, lettere d’amore, lacrime e sudore con i loro beniamini? Ecco io facevo la stessa cosa. Solo che avevo qualche anno di troppo ed ero innamorata di qualcuno che ormai non esisteva più. Sì, perché il mio cuore bacato non batteva per il Nikki contemporaneo, io ritagliavo e appiccicavo con la UHU solo foto risalenti ad almeno una decade prima. Quando poi, finalmente mi stavo disintossicando da questa mia pessima abitudine, nel 2005 è uscita la raccolta “Red, White and Crüe”, supportata da un lungo tour che ha incassato ben 33 milioni di dollari e l’anno dopo viene assegnata al gruppo una stella nera sulla Hollywood Walk of Fame.
A quel punto, Sixx, memore del successo collettivo di “The Dirt” pubblica “The Heroin Diaries”, una raccolta ( a detta sua) delle “migliori” pagine del suo diario (dal natale del 1986 a quello dell’87), lasciandoci entrare nel suo intimo. Sembra quasi di non dover leggere quelle pagine, di violare la sua privacy ma, allo stesso tempo, viene anche l’idea che quelle pagine siano state vagliate, ritoccate o scritte di sana pianta da quel vecchio con i capelli da Sayan quale ormai la mia fantasia erotica preferita si è ridotta.
Quell’egocentrico panzone tatuato di Nikki Sixx, sguazza nel raccontarci il suo malessere, gode nel rappresentare se stesso, nel ricordare quel bel figlio di puttana che cambiava ragazze con più frequenza delle sue mutande, aveva la casa piena di droghe pesanti ed era convinto che una posse di nani messicani gli tendesse agguati attorno a casa.
Ho provato sentimenti contrastanti nel leggerlo. Sentivo una stretta allo stomaco pensando a quel visetto d’angelo alle prese con le sue ossessioni e all’incessante ricerca di droghe sempre più pesanti. Mi faceva pena leggere di un quasi trentenne che non smette di drogarsi per non ingrassare, a volte conscio della sua bellezza, a volte del tutto inconsapevole. Di contro mi veniva in mente anche il Nikki Sixx di oggi, quel vecchiaccio che adora parlare di se stesso, seduto su un trono di velluto rosso, con le gambe incrociate e il kajal sotto gli occhi. Ma dico io, se mio padre andasse in giro così ( Sixx ha due anni di più dei miei genitori) mi vergognerei? Dopotutto è mia madre a somigliare a Nikki, dal vestiario, il trucco pesante e il taglio di capelli, fino alle manie del controllo e di persecuzione.
Alle pagine private si alternano le testimonianze di chi ha avuto a che fare con quel meraviglioso teppista dagli occhi verdi: la madre, la sorella, le amanti, i produttori.
Dal “diario” dovrebbe essere tratto un film, inizialmente prodotto da MTV ma, visto che ormai il network non si interessa più di musica, tutto è passato nelle mani della Paramount.
E proprio in vista di questa uscita, hanno cominciato a circolare le prime polemiche: prima Corabi, nel 2010, “trovo davvero difficile credere che qualcuno possa farsi di eroina e poi avere la lungimiranza di prevederne un libro” e poi il nostro tanto amato Phil Lewis, proprio quest’anno, affermando come tutta l’operazione “Heroine Diaries” sia stata una frode a partire dal titolo, in quanto, a detta sua, i Motley non hanno mai fatto uso di eroina ““Io dico che Nikki Sixx e il suo “Heroin Diaries” sono totalmente una truffa. Chiunque sia mai stato dipendente da oppiacei o da qualsiasi altra droga non l’ha fatto per glorificare la propria dipendenza in futuro. E’ incredibilmente irresponsabile. E anche una totale schifezza – Nikki potrebbe aver bazzicato un po’ nel giro forse, ma lui e la maggior parte dei dinosauri rock star di quel periodo al massimo giravano in torno alla cocaina, ma non di più. C’era poco giro di eroina a Los Angeles negli anni ’80 rispetto a Londra. Sixx era un adolescente milionario con una visione molto sottile della realtàOh, se se avessi bisogno di altri motivi per la mia antipatia verso Sixx, la sua versione di “Anarchy in the UK” sarebbe un buon inizio.”  
Ok, se a 27 anni avessi avuto tutti i soldi che guadagnavano i Motley, di sicuro sarei morta e chi s’è visto s’è visto, probabilmente non sarei MAI stata in grado di suonare né di scrivere appunti lucidi su un diario. 1 a 0 per Phil.
La bagarre ha avuto inizio sul  sito MetalSludge.tv, dove Lewis ha sparato a zero su Motley Crue, Poison e Def Leppard, spiegando il perché del rifiuto a un tour insieme. Nikki ha risposto sul suo Twitter dandogli della “piccola zucca triste”. Il dibattito è finito qui e Nikki è andato avanti con il suo progetto, fasullo o genuino che sia. 1 a 1, palla al centro.
Per il “diario dell’eroina” Sixx ha messo su anche un gruppo, i Sixx:AM, giusto per togliersi lo sfizio di dare una colonna sonora alle malefatte descritte nel libro. Ha scritto anche tutto un altro album per i Motley Crue, Saints of Los Angeles, ulteriore, inutile fatica per questi giurassici degli anni ottanta.

 

Parliamo di fica (occupazione preferita insieme al consumo di cocaina e che purtroppo non mi appartiene): a parte le vagonate di patata che i Crue si facevano in tour, piano piano tutti hanno messo su famiglia. Anche più di una. Ovviamente questo non significa che abbiano messo la testa a posto, anzi.
Dopo due matrimoni e 4 figli, Sixx ha una lunga storia con la giovane tatuatrice Kat Von D. Appare nel suo show televisivo LA Ink, e scrive la prefazione del libro di lei, mentre Kat è ospite nella terza fatica photo-letteraria del Sixx “This Is Gonna Hurt: Music, Photography and Life, Through the Distorted Lens of Nikki Sixx”. Ovviamente, anche a questo libro è associata l’uscita di un disco dei Sixx:AM, dal titolo per niente ovvio“ This is gonna hurt”.
Sì, questo farà male: vederti invecchiato e pieno di te, ci farà male vederti sputare ai fan, a volte saliva, a volte sangue. Farà male vedere i tuoi capelli tinti di nero, che se prima erano fichi adesso sono ridicoli, vedere i tuoi tatuaggi, che se una volta mettevano in risalto alcuni anfratti del tuo corpo, ora non fanno che rendere grasse le tue braccia flaccide. Farà male sentirti parlare della bellezza interiore, della vera bellezza, e poi vederti uscire con l’ennesima modella strafiga. Farà male vedere il trucco sfumato intorno agli occhi che si raggruma tra le rughe, per non parlare del pizzetto, anch’esso tinto, anch’esso di nero, anch’esso ormai invecchiato. Farà male sentirti parlare della tua nuova droga: la fotografia, che con i soldi che hai e le apparecchiature che ti puoi permettere non è poi tanto difficile tirarne fuori qualcosa di buono al pari di quello che produco io con la mia digitale compatta. Farà tanto male sapere che uscirà un nuovo album dei Crue e che “stavolta” vuoi fare heavy metal (!!!). E farà ancora più male guardare le tue foto da ragazzo bellissimo, magrissimo, con quel fascino solo tuo da ‘non morto’ che seduce e mette i brividi e poi ritrovarti oggi: grasso e borioso da far schifo e morto vivente.
Sì, tutto questo mi fa male, e così ti prego Nikki, se non vuoi morire, almeno ricomincia a drogarti!

Mara Cappelletto