DIO C’E’, LEMMY PURE (E MANCO SE NE VA)

Io il culto di Lemmy non ce l’ho mai avuto, di Ozzy sì, di Alice Cooper sì, pure di Rossella Brescia, ma di Lemmy no. Ok, d’accordo, l’alcool se lo è bevuto tutto lui, le donne se le è trombate tutte lui, le divise naziste se le è comprate tutte lui, fighissimo, bravissimo, embé….a me?
Nei tardi ’70 e nei primi ’80, album come “Overkill”, “Bomber”, “Ace Of Spades”, “Iron Fist” avevano qualcosa di nuovo da dire, deflagravano, istituivano un canone, poi però sono passati 30 anni, e “la canzone è rimasta la stessa”, per citare qualcuno che ha capito per tempo che era l’ora di darci un taglio. Dai, siamo onesti, ad ogni nuovo album dei Motorhead le recensioni si arrampicano sugli specchi per trovare qualcosa di sensato da dire che non risulti un mero copia/incolla della recensione del disco precedente. Me lo immagino il redattore che fa la conta: “…del blues l’ho detto, del punk l’ho detto, delle radici nwobhm l’ho detto, della birra ho scritto…bon, andata anche stavolta, fiuuuuuuu!“.
Esce il 178esimo album dei Motorhead: “Ospiziotron“!!! Per carità, è tutto uno sbrodolo orgasmico quando Lemmy pubblica una decina di canzoni nuove, è “Lemmy”, se ne può (e se ne deve) solo dir bene; però a me molti dischi dei Motorhead sembrano tutti uguali, e la carica, il mordente, quella nitroglicerina che c’era qualche decennio fa mi pare se ne sia andata con l’aumentare progressivo dei radicali liberi. Lo hanno fatto i Ramones, gli AC/DC, in misura minore i Kiss, e a tutti è andata parecchio bene quindi, evidentemente, la formula è quella, non cambiare assolutamente nulla e prepararsi con calma e grande strategia la via da grande vecchio del rock ‘n’ roll che la sa lunga e ha lezioni da impartire a tutti. Il bello è che poi 18 dischi tutti uguali dei power metallers sfigati di Melbourne, tipo Black Majesty, fanno incazzare chiunque, “gente senza idee”, “noiosa”, “scontata”, “prevedibile”. I Motorhead no, loro le idee vincenti le hanno inalterate per un quarantennio, loro non sono scontati e prevedibili, nooooooo. Loro sono “classici”, altro pianeta. Intendiamoci, a me i Ramones piacciono, gli AC/DC pure, i Kiss anche, pure Doro che fa sempre “All We Are” in mille varianti diverse, e i Black Majesty no, quindi non è che non comprenda la faccenda; ma Lemmy come Padre Pio proprio non lo sopporto, mi ha sempre un po’ scorticato le palle ‘sto culto perchessì di uno che è pure un po’ strafottente nelle interviste, e quando ti tratta con sufficienza allora è “humour britannico”.
Per me Lemmy è uno che si è sempre saputo vendere molto bene come il cazzone fracassone che non è. Cosa ci sia da idolatrare in un tizio che si sfonda di alcol e tromba donne come termosifoni, facendo lo sborone che le elenca per numero e manco per nome, non lo comprendo. Tutte le donnette vanno in brodo di giuggiole appena si nomina Lemmy, le Trombe di Falloppio (pardon, le Tube) intonano fanfare di festa, come neanche per Brad Pitt o Johnny Deep; peccato che, senza quel nome che porta, se il nonnetto col porro Titanic lo vedessero dal pizzicagnolo a comprare un etto di bresaola, non solo non lo noterebbero, ma probabilmente lo scanserebbero pure con un certo fastidio causa scarsa igiene intima e puzza di superalcolico rancido. E i maschietti? Tutti invidiosi per uno che vorrebbero prendere a modello; io come Lemmy non ci vorrei diventare manco per niente, a 70 anni. Sicuramente il conto in banca sarà invidiabile (sempre che non gli abbia dato fondo per la rarissima uniforme invernale in biancopelle semita, laccata oro, di Goering), il fegato un po’ meno magari. Sui bei ricordi ho l’impressione che ci potrà contare poco – sempre per la storia dei radicali liberi, oltre all’alcol – e l’ultimo giorno di vita comporrà suppergiù la stessa canzone che ha composto per il primo album dei Motorhead.
 (due cazzo di cose carine su di me almeno le vuoi dire o no?)

 

Adesso leggo online che sta per essere concepito un album di cover; “sarebbe divertente” ha detto Lemmy, “naturalmente tramuteremmo tutto in canzoni Motorhead“. Naturalmente. Che culo (….pure quelle??). 

P.S. Noto – anzi mi hanno fatto saggiamente notare – che dalla lettura di questo mio articolo non pare affatto che io gradisca i Motorhead; beh, può essere che sembri, in effetti non ho inteso cautelarmi al riguardo (…avrei dovuto?), il succo dell’articolo non è “Motorhead si/Motorhead no”, ma piuttosto la presunta santità di Lemmy. Tuttavia l’impressione è sbagliata, i Motorhead mi piacciono, ho molti loro dischi (comprati) e li ascolto sempre volentieri, ma anche lo scrivessi mille volte alla lavagna come Bart Simpson, rimarrebbe una sola cosa: su Sdangher! c’è un tizio che bestemmia su Lemmy il Re.

(Marco Benbow)