MONDO CANE: GARY E JIMMY E IL LATO DAVVERO SELVAGGIO DEL ROCK ‘N’ ROLL


E se scoprissimo che Lemmy è un pedofilo? Dico Lemmy, ma potrei nominarne altri mille al posto suo. Dalla fantasia alla realtà:
Gary Glitter, astro ormai spento dell’era glam inglese anni ’70, autore popolare, campione di un rock lustrinico che ancora vanta i suoi estimatori e che ha  comunque aggiunto i propri flussi spermatici al magma rotolante del Rock; l’impuro Gary, con il suo look da Elvis delle stelle ha violentato tanti ragazzini. 
È la stessa questione morale che salta fuori tutte le volte che si parla di Roman Polanski: stuprò una minorenne in passato e, anziché pagare, fuggì dagli Stati Uniti dove ancora lo reclamano per fargli scontare la sua pena. Ormai la vittima l’ha perdonato e ha ammesso di essersi commossa guardando un suo film recente, ma lo stato della California ci si pulisce il dereto

Certo, l’ammirazione per l’opera di un artista non lo salva dalla forca, non gli permette di farla franca, di essere al di sopra di tutte le leggi, ma di molte sì. Finché si tratta di droghe, violenze domestiche, tentati suicidi o riusciti omicidi, le star del rock sono sempre lì, in cima al nostro olimpo, adorate, amate, perdonate prese a modelli esistenziali anche nel territorio fetido dell’illegalità. Persino le idee naziste non hanno impedito a molti di noi di amare la musica di Burzum o quella di altri figli neri della terra dei ghiacci. 

Hail and Grill!
E anche l’omosessualità, temuta, taciuta e nascosta come un’onta negli ultimi vent’anni, si è rivelata accettabile. Vedi il caso di Rob Halford, alfiere incontrastato del genere più checca e omofobico insieme che è l’heavy metal. 
La pedofilia però no. 
Se venissimo a sapere che gli Slayer durante gli spettacoli nel sud-est asiatico vanno a scopare con dei bambini, tutta la carica satanico-pseudofilonazistaandrebbe a farsi benedire o no? Le rockstarz possono essere persino idiote e superficiali (vedi Ozzy) ma quando calpestano un tabù vero e non quelli fasulli tipo il sesso, la droga e l’estremismo politico, ecco che la gente li ripudierà. Un grande artista viene giudicato anche in base all’uomo, inutile negarlo. La bellezza di un disco, un film o un libro, vanno di pari passo con i gusti sessuali, le abitudini, l’aspetto fisico e il grado di moralità dell’individuo che li crea. Per tanta, troppa gente è così. E non potrebbe essere altrimenti. Una melodia splendida che ci condisce la vita, non può essere sprigionata da un cuore cancrenoso che batte solo per i culi degli infanti. Gary Glitter è immondo e va bruciato con tutti i suoi dischi, non è così? 
Ma non vi sembra un discorso comunque sbagliato?
Sir Jimmy Sevile, una specie di Corrado della tv britannica, fatto baronetto e rispettato dal pubblico inglese, non era solo uno storico dj, era anche un violentatore di ragazzine. La cosa è venuta fuori solo di recente, la condanna a un anno dalla morte. Gary Glitter è stato già processato e giudicato colpevole per una vicenda accaduta in Vietnam dove andava a soddisfare i suoi vizi disgustosi. Oggi viene condannato di nuovo, per aver violentato decine, forse centinaia di ragazzini in coppia con Sevile, negli studi della BBC. C’è una testimone che li ha visti possedere carnalmente nella stessa stanza, Gary un ragazzino e Jimmy una dodicenne. La cosa potrebbe diventare anche più grossa e coinvolgere i vertici della rete televisiva. Già in passato ci sono stati dei tentativi di insabbiamento. Questa è la cronaca e noi ne siamo orripilati. 
Viviamo davvero nel mondo caneche da il titolo alla rubrica, ma  definirlo così fa torto ai cani, creature che nonostante amino mangiare la propria merda e che ogni tanto sbranino neonati, sono comunque, in tutte le specie, affettuose, gagliarde e consolanti pernoi uomini. 
Mondo cane? Mondo uomo, vorrai dire…
La vicenda di Glitter deve andare oltre l’ennesimo caso squallido di pedofilia: deve spingerci a pensare quanto l’arte debba essere indipendente dalla vita degli artisti, tenendo presente che la morale varia. Le scorribande di Sevile e Glitter, nell’antica Grecia non sarebbero stategiudicate con tanta severità. Oggi, in quest’epoca di eterna caccia alle streghe, lo sono e ci rendono nazisti, con i forconi e le torce, pronti ad annientare l’arte di Glitter, pura e sudicia insieme perché fatta dall’uomo. Nessun uomo è solo innocente, ma nemmeno solo colpevole
Sentire la musica di Glitter, dopo tutti questi retroscena, la rende più satanica di qualsiasi parto del Rock ‘n’ Roll e, per una volta, alla faccia di Satyricon, Cradle of Filth, Slipknot e tutti gli altri interpreti del Rock estremo, non si tratta di una pagliacciata. Il nero che avanza dal fondo dello studio e sale alle gambe di Glitter; divora i suoi calzoni blu spaziali così orrendamente vivaci, quel nero fumo di scena fa salire brividi veri. Ma io non mi sottraggo a tutto questo buio, perché in fondo sono colpevole di averlo sempre cercato, quando a 9 anni decisi per la prima volta di accettare l’invito di Lou Reed e fare una passeggiata nel lato davvero selvaggio.
(Francesco Ceccamea)