Alla fine degli ’80 il funky metal non era più un sogno ma una solida realtà, come Immobildream; già da qualche tempo gente come Primus, Fishbone, Red Hot Chili Peppers giochicchiava con ritmiche dinoccolate e saltellanti, pompava quel basso peggio dei Technotronic, si vestiva come Willy il Principe di Bel Air e farfugliava al microfono cose senza senso ma sempre estremamente coooool.
In America fu un attimo e scoppiò la moda; oltreoceano c’eravamo noi europei, sempre al rallenty, sempre accartocciati sul “si stava meglio quando si stava peggio“, convinti che dopo un album dei Marillon non poteva che esserci il diluvio. Tuttavia il qui presente Ammiraglio, imberbe giovanotto, accattò il suo primo disco dei Mordred, “In This Life“, che poi era il loro secondo, e non ci fu più niente da fare, il sentiero del non ritorno venne imboccato. In realtà il mio encefalo era già stato abbondantemente preparato dalle isterie anarcogenialoidi dei Faith No More, “Introduce Yourself” e “The Real Thing” avevano dimostrato che persino rap e tastiere potevano confinare col metal, minkia! Gli argini erano rotti, poteva entrare di tutto in una delle 540 sale del Valhalla, nel sacro palazzo di Asgard, in piazza delle Valchirie 12, dopo il casello autostradale di Frittole Nord (….fortuna per i metallari che i Club Dogo ancora andavano all’asilo).
(yo-broda-yo-yo!!)
Il funky metal fu a tutti gli effeti una moda, l’abbiamo detto, il 1991 fu il suo anno d’oro, durò lo spazio di un decennio (ad esser generosi) e poi non lasciò praticamente alcuna traccia. I suoi frutti contribuirono a far maturare l’alternative rock, che fu una roba molto più depressa e sfigata, mentre il funky almeno era divertente. Oggi una band metal che suona apertamente funky non esiste più, se c’è del funky allora questi flirtano col crossover e l’alternative, e la maggior parte dei metallari li schiferanno per mancanza di purezza. Io però intorno al 1990/’91 ero una spugna e assorbivo qualsiasi cosa senza problemi di identità borchiate da preservare. C’erano le band metal partite come tali e progressivamente ibridatesi col funky, ad esempio i Mordred, il cui debutto “Fool’s Game” (1989) presentava già contaminazioni conclamate, che sbracarono totalmente con “In This Life“, un album super funky e tuttavia super metal, con un DJ stabilmente in line up (stiamo parlando di un disco uscito tra “Painkiller” e “The Triumph Of Steel“…..), o gli Ignorance, nati come thrash metal band, che riarrangiarono interamente il loro “Confident Rat” in chiave funky piaciona, o ancora gli Anthrax, che con “I’m The Man” e “Attack Of The Killer B’s” misero piedi, mani, ginocchia e gomiti nel rap (con gaudio magno di Belladonna che sopportava sempre meno).
I Suicidal Tendencies delle etichette e degli steccati se ne erano sempre fottuti, quindi continuavano a fare quello che facevano prima e che poi hanno fatto pure dopo; anche se la costola Infectious Grooves si spinse arditamente in là per quanto riguarda il funky. I Living Colour rappresentavano il salotto buono del funky, gli intellettuali del genere, quelli che sorseggiavano il tè delle 5, leggevano Washington Irving e ti insegnavano che negro è bello. Gli Scatterbrain provenivano dall’hardcore (ex Ludichrist), gli Scat Opera erano funky metal conclamato, i Mind Funk erano anche funky, certamente potenti e molto avanti per troppi metallari, i quali speravano che l’ex Celtic Frost Reed St. Mark e l’ex M.O.D. Louis Svitek garantissero l’ortodossia della metallitudine. I Last Crack giocavano a fare i Faith No More ed in qualche frangente ci riuscirono pure meglio degli originali. I Leeway erano una versione dei Mordred più thrash, i Mr. Bungle di Patton andavano semplicemente nei campi per cazzi loro a cogliere asparagi, però il funky gli piaceva. Gli Sugar Ray erano dei grandissimi paraculi che i Media americani si sforzavano di infilare nel filone, ma forse erano più funky i Bon Jovi che Mark McGrath. I Limbomaniacs erano la classica band che faceva incazzare il metallaro perché qualcuno diceva che erano metal. I White Trash erano finiti nel calderone del rock duro ma non lo erano manco per il funky, o forse sì; sta di fatto che il loro omonimo debutto del ’91 fondeva soul, rock, funky, metal e qualsiasi altra cosa vi venisse in mente, e tutto ciò succedeva da Dio.
(Fanchi Noissssss!!!@#^^%§)
I Saigon Kick? Beh, quelli erano più proiettati verso grunge e alternative, ma al momento giusto la sculettata arrivava. Problematici gli olandesi Urban Dance Squad, che sin dal nome parevano i New Kidz On The Block, e che invece, sotto sotto, sapevano andarci giù duro. I Jane’s Addiction nel loro frappè di fighettaggine alternativa il funky ce lo infilavano di brutto, i 24-7 Spyz erano quelli coi capelli rasta e le tendenze reggae e R&B. I Rage Against The Machine indubbiamente il funky lo sentivano, però dai, quelli andavano altrove, a Cuba magari. Pure Henry Rollins si faceva i muscoli col funky, tra un broccolo ed un sedano al pinzimonio. I White Zombie cominciarono ad essere funky dal ’92 in poi, guarda caso quando la moda era esplosa….strano, veramente strano, da uno come Rob Zombie proprio non te lo aspettavi.
Ok poi c’erano tutte quelle band che fecero il salto doppio e si buttarono direttamente a capofitto nel rap metal, passando appena dal funky. Voglio dire, un metallaro che ascoltava i Cypress Hill era veramente un fenomeno curioso, però succedeva, nei primi ’90 succedeva, credetemi. Gli Psychefunkapus erano molto alla Primus, i Liquid Jesus mettevano troppe camicie di flanella, gli FFF erano francesi….dai, francesi, siamo seri!
(are you metal?)
Aspetta, fermi tutti, sta arrivando il saputello, il nerd sa-tutto-lui, si scrocchia le nocche, e poi si tuffa sulla tastiera, e mi scrive: “A parte il fatto che storicamente molte tue datazioni andrebbero riviste e contestualizzate perché X deriva in realtà da Z e non da Y, e questi subivano più l’influenza della polka-techno-dubcore che del funky, che poi a dirla tutta gli Sugar Ray spaccavano e Quorthon era un loro grandissimo fan, e comunque non hai descritto per filo e per segno le intere discografie di tutte le band citate e per avere uno sguardo complessivo ed esaustivo dovresti dire da dove sono partiti e dove sono arrivati, e poi il grunge signoreggiava e c’erano almeno altri 200 gruppi che non hai menzionato….e tutte le band che ancora oggi dominano la scena, tipo i Red Hot Chil……” SBAAAAAAAM! Ho chiuso il portatile con virulenza, scusate, va bene tutto, ma quando siamo arrivati ai Red Idiot Chili Pippe mi sono rotto, quelli non li sopporto proprio.
Ciò che avete letto sin qui (se lo avete letto sin qui) è solo una specie di riassunto caotico delle mie sperimentazioni funky di quegli anni, mentre tra un album degli Armored Saint ed uno degli Obituary cercavo di metabolizzare quanta più roba possibile, ed il funky metal mi piaceva parecchio ad essere onesti. E quindi adesso arriva anche la discografia essenziale del genere secondo me, tiè:
– Mordred: “Fool’s Game” (1989), “In This Life” (1991), “Vision” (1992)
– Ignorance: “The Confident Rat” (1991)
– Mind Funk: “Mind Funk” (1991)
– Living Colour: “Vivid ” (1998), “Time’s Up” (1990)
– White Trash: “White Trash” (1991)
– Urban Dance Squad: “Mental Floss For The Globe” (1989), “Persona Non Grata” (1994)
– Primus “Frizzle Fry” (1990), “Sailing The Seas Of Cheese” (1991), “Pork Soda” (1993)
– Faith No More “The Real Thing” (1989), “Angel Dust” (1992)
– Anthrax “Attack Of The Killer B’s” (1991)
– Infectious Grooves “The Plague That Makes Your Booty Move… It’s The Infectious Grooves” (1991)
– Scat Opera “About Time” (1991)
– Last Crack “Sinister Funkhouse #17” (1989), “Burning Time” (1991)
– Leeway “Desperate Measures” (1991)
– Saigon Kick “Saigon Kick” (1991), “The Lizard” (1992), “Water” (1993)
– Rollins Band “The End Of Silence” (1992)
(Marco Benbow)