FATAL REPORT – SDANGHER A LUCCA 2012!

Ruggiero è ovviamente quello al centro
Un report di Lucca?Narrare tre giorni, sui quattro che hanno colpito quel paese come un meteorite in testa a un dinosauro ubriaco è impossibile, almeno per me,tenendo conto che ho potuto vedere solo 1/10 di ciò che questo magico evento ha offerto a ben 200.000 persone (cifra stimata nel solo Sabato). Io ero tra loro e mi domando cosa è stato per me?

Sono otaku, non più come prima ma ancora lo sono. Non seguo più manga e anime con assiduità, vuoi un po’ per il tempo, un po’ per le qualità sempre più scadenti e la moeizzazione dell’animazione, però io al Lucca Comics & Games volevo andarci almeno una volta nella vita.
Sono tipo 7 anni che mi dico che volevo farlo e alla fine ci sono riuscito, ma ancora cosa ho vissuto, cosa ho visto, cosa ho fatto?


Foto, almeno io, ne ho fatte poche perché odio finire sotto l’obiettivo, a differenza della mia ragazza e sua sorella.
Mettiamola così: ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare.È stato come venire tagliato il cordone ombelicale ed essere calciati nella calca mentre la gente gioca con te come fossi un pallone da calcio.
Cammini per le strade e t’accorgi d’essere un singolo nell’insieme, vedendo un fiume di persone che scorre di fronte a te, chi vestito normale, chi come il personaggio di quel gioco che da bambino adoravi tanto.  
Non è stata la pioggia che ha colpito il primo giorno a fermare la calca, anzi ho visto i negri che vendono gli ombrelli esultare per la grazia celeste; bastardi… mi hanno fregato 4 euro.

 

Gli stand sono enormi come l’area in cui è disposto l’evento che ricopre quasi tutto il centro storico.
Viaggiando, incontro personaggi d’ogni dove bloccati da persone ignare che ne chiedono la rappresentazione e pur non capendone niente ridono domandano una foto, come cimelio di un assurdo viaggio ai confini della realtà.
Anche noi veniamo fermati e a volte fissati con piacevole terrore, come fossimo Elephant Man o Johnny Depp; e di suoi sosia ne ho intravisti molti, non uno diverso dall’originale come l’avessero clonato in massa e buttato lì per far gioire donne e bambini legati ai suoi film dove interpretava l’ormai immortale capitano Jack Sparrow.

Non solo lui però, dalla semplicità all’originalità, tra  la pancia di uomini sulla cinquantina o barbe non rasate per prendere ‘in tempo’ il treno, solo per godersi un minuto in più queste giornate e tu li guardavi ridendo come un bambino delle elementari al suo compleanno, perché anche questo è il comics; non esistono cosplay fatti bene o male, ma solo persone che vogliono divertirsi.



Un giorno scendiamo il corso uguale alla via Nazaret del mio paese e incontriamo uno Slash e un Axl Rose uguali agli originali che accendono uno stereo. Arrivano uno Spider-man e un Capitan America e improvvisano un concerto dove suonano classici come Knocking on “Heavenz Door”, “Welcome To The Jungle”, “Sweet Child O’ Mine” e le persone si fermano a fissarli, a ballare e cantare con loro, mentre dalla parte opposta, altra gente guarda una rievocazione di Assasin’s Creed 3, che semplicemente ripete dal vivo il suo trailer ufficiale ma lo vuoi vedere lo stesso. Ancora più lontano c’è il palco che omaggia il pubblico presente con musica e gare di cosplay. Ti siedi sull’erba godendoti il tuo ramen caldo e combatti con le bacchette perché sei un ignorante e non sai mangiare con quelle.
Ti ci vorrebbe una vita solo per vedere tutto questo è molto di più.
 
Conosci persone provenienti anche dalla Germania o persino del tuo stesso paese.
 
Ritrovi i tuoi amici online che devi ringraziare per averti presentato l’amore della tua vita e senti urlare ‘un polloooooo’, perché Richard Benson è lì, pure lui.
 
Ma non entrare al Japan Palace, perché piangerai dagli occhi e dal borsellino; troppe cose da comprare e pochi soldi per prenderle tutte.
Tutti vendono a tema, anche negozi di biciclette s’improvvisano venditori di gadget e manga.
Più lontano, dalla parte opposta senti dire che c’è uno stand dedicato ai videogiochi e non t’importa se ci metterai mezz’ora per percorrere la strada, vuoi vedere cosa c’è, ma lungo la strada noti un ammasso di persone impaurite.

 

Zombie camminano in mezzo alla folla concedendo foto anziché morsi, mentre un Nemesis si trova a guardia di un laboratorio dell’Umbrella Corporation, come se una fetta di Racoon City sia stata trasportata qui.
Più infondo c’è anche “Silent Hill” con il suo Pyramid Head, Lovecraft con il suo culto di Cthulhu e barbari con carcasse umane appese al proprio corpo come trofei di chissà quale macabra battaglia.
 
Sulla strada vuota senti un boato, è Obata di Death Note che cammina tra la folla come un dio sceso in terra.

 

Arrivi al Games e scopri che li ci sono ancora così tante persone e ci perdi la testa solo a contarle tutte.
Dadi di D&D a non finire, videogiochi in anteprima. Quasi quasi m’improvviso rock star con Rocksmith, o forse eviterò Just Dance 4 per farmi una partita ad Halo 4.
 
E quando si fa buio corri a prendere il treno, accorgendoti che la folla è troppa e forse devi fare attenzione a non farti male o non fare del male, ma a fine serata arrivi stanco e felice e chiudi la notte mangiando un Kebab caldo, nascondendoti sotto le coperte e sperando che questo sogno non finisca mai e tu possa morire lì, poiché la tua vita dopo tutto ciò non avrà più senso… se non fino all’anno successivo.

 
(Ruggiero Musciagna)