FINCHE’ MORTE NON VI SEPARI – LA RUBRICA DEL METALLO DAVVERO METALLO

BEHEXEN – Nightside emanations (Finlandia 2012)
A cavallo tra i norvegesi Tsjuder e gli svedesi Watain, i finlandesi Behexen non sono però né gli uni né gli altri… ma le voci corale chiesastiche sono letteralmente da paura!!!
4/6

SINISTER – The Carnage Ending (Olanda 2012)
Sono lontani i bei tempi che andavano dal celebre “Cross the styx” (1992) ad “Aggressive measures” (1998) e per fortuna lo sono anche quelli delle mediocri pubblicazioni di “Creative killings” (2001) e di “Savage or grace” (2003) con la cantante Rachel. La voce Aad Kloosterwaard – ultimo superstite delle origini – cerca ostinatamente di tenere vive quelle radici della prima fase, articolando solo un po’ di più i pezzi, ma di tempo ne è passato per davvero, e il tutto non ha quella furiosa spontaneità che li aveva caratterizzati negli anni Novanta e non tanto a causa dei pezzi scritti, che sono di buona fattura, ma soprattutto perché i Sinister insistono nell’adottare registrazioni appesantite da suoni troppo rivisitati in studio. In ogni caso va abbastanza bene.
4,5/6   
 
ANAAL NATHRAKH – Vanitas (Inghilterra 2012)
Black tirato alla velocità del grind, con basi programmate, sonorità industrial, melodie death -metalcore e metal classiche che rimangono stampate subito in testa. Insomma un ammucchiamento senza dubbio molto curioso ma dei loro sette album non credo che ce ne sia uno di alto livello. 
3,5/6
CRYPTOPSY – Cryptopsy (Canada 2012)
C’era da aspettarselo! Dopo l’opaco “Once was not” (2005) e il penultimo “The unspoken king” (2008) che ebbe un’inversione death – core con armonie a volte persino alla Alice in Chains e che è diventato uno dei più vilipesi album della storia del metal, c’era solo da aspettarselo! Detto per inciso quel “The unspoken king” poi non meritava così tanti insulti, per lo meno i Cryptopsy 4 anni fa ci hanno provato a fare qualcosa di diverso al contrario di tanti tipografi – musicisti che per una vita fanno sempre e solo la stessa cosa. Ora rientra in formazione il gran chitarrista Jon Levasseur che si riaffianca così all’eclettico e superlativo batterista Flou Mounier, il quale stavolta opta per suono di batteria più pompato, e la musica ritorna ad essere quella vera e mastodontica dei Cryptopsy che con questo titolo omonimo ribadiscono la loro reale identità. E io proprio qua li aspettavo perché da qui sarebbero dovuto ripassare per forza di cose!!!
p.s.  Terzo pezzo: “Red – skinned scapegoat”, folle grind tecnicissimo con stacco puramente jazz… meraviglia delle meraviglie!!! Grazie!!!
5,5/6     
ENSLAVED – RIITIIR (Norvegia 2012)
Averli seguiti per 18 anni, nelle loro trasformazioni e con i loro 12 cd è stato un onore ed un incommensurabile piacere. Questi Signori dai radicali mutamenti musicali, tutti degnissimi di essere notati come invece non accade per moltissimi altri, non ne sbagliano una. Poco black, molto e rock – metal progressive anni Settanta, sono questi gli Enslaved di oggi e da quel dì, che risale all’altra perla denominata “Monumension” (2001). È un peccato che abbiano abbandonato la lingua madre e dovrebbero sofisticare maggiormente le partiture di batteria nei momenti più orientati alle evoluzioni progressive ma ci sono delle tracce di sopraffino gusto melodico in “Veilburner”, in “Roots of the mountain” e in “Forsaken”. Mancherà anche in RIITIIR, come forse in tutti gli altri, quel piccolo quid che faccia di questo album un capolavoro ma noi siamo qua imperterriti, ansiosi e fedeli ad attenderlo.  
5,5/6
(Flavus)