METALLO/NON METALLO: L’EGO ROCKER E LA QUESTIONE FLOYDIANA

 

Ma quanto era brutto Roger Waters?
Non so se si tratti di una sorta di effetto collaterale dell’invecchiamento, ma di recente mi pento sempre più di aver acquisito, col passare degli anni, la dote del cinismo e dell’ironia. 
Le soppracitate caratteristiche di per sé sono tutt’altro che negative. Niente di male a sviluppare un po’ di “visione critica” col tempo e , nel reparto musica, a mano a mano che si va avanti con gli ascolti. D’altronde, soprattutto se di musica ne si ascolta molta, è quantomeno normale diventare selettivi e analitici nei confronti di quello che si sente. 
Ma, a volte, spesso a dirla tutta, vorrei aver conservato quell’innocente amore spudorato per certe band o dischi che col tempo e con gli anni, è diventato quasi obbligatorio disprezzare o perlomeno attaccare con quella sorta di saccente sarcasmo che spunta nel cervello di una certa generazione e che tutto sommato accomuna i tanto vituperati “hipster” a chi ne dice male.
Un classico esempio di Hipster


In fondo quel che separa noi e quegli individui è il look, ma tutto sommato, rocker, metallari , chiunque, amano tutti sparare sentenze dall’alto di un monte. “Distruggere i miti”. “Dire che un gruppo è merda visto che non lo dice nessuno”. 

 

Qualche volta si ha ragione, qualche volta no. Io, ad esempio, non odio i Queen. E pare quasi sia qualcosa di cui vergognarsi di questi tempi, come amare i Led Zeeppelin, i Genesis o altre band di cui bisogna vergognarsi di avere i dischi, perché anche se fino a un mese fa li si amava, ora fa ganzo dire che sono noiosi e che li si ascoltava solo per farsi figo con gli amici saccenti o con Filoberta, la tizia che non ce la dava. 

Filoberta, la tizia che non ce la darà mai


Ma in fondo sappiamo che sono balle. 

Ad esempio, da qualche tempo va di moda dire che si odiano i Pink Floyd. Se l’amico ganzo ti becca con un loro disco, devi scusarti dicendo che è un retaggio di gioventù. No, la copia di “Pulse ” col led sfasciato non è tua, ci mancherebbe, a te piacciono i Necrophagist. 
Vero, quando ero adolescente i Pink Floyd erano forse più sacri e intoccabili persino dei Beatles o chissà chi. Al di là dei miei genitori, che non mi hanno mai dato la soddisfazione di avere bucolici aneddoti sui vinili “rubati a papà”, poiché spudoratamente e smaccatamente ignoranti e indifferenti alla musica, ma qualunque cane conosceva “Dark Side f The Moon ” dei Floyd.
I più reietti del paesino, specie se parte di quella sorta di retorica da disco di Ligabue, e quindi “fattoni e spichedelici” di solito narravano di trip mistici legati a fantomatici concerti italiani della band di Waters e Gilmour. Storie nebulose e parecchio cazzare che di solito suonavano più o meno tipo “e poi io e Gigi abbiamo acceso il paglione quando hanno suonato quella colla tipa che canta e ci siamo risvegliati nudi in campagna”.
Tipico esempio di Amarcord campagnolo sui Pink Floy dei tempi d’oro

O sfoggiavano storielle su Syd Barrett che si metteva acidi nei capelli e parlava coi paracarri, pur non sapendo citare un pezzo unoche avesse davvero la firma di Barret.

Pare che questo sia l’ultimo paracarro ad aver parlato con Barrett ancora vivo.
“Dark side Of The Moon parevano averlo anche i sassi. “The Wall” o il concerto sul muro di Berlino sembravano conoscerlo tutti. Persino quell’aborto inguardabile del film di Alan Parker “The Wall” lo citavano i kolti, pur essendo uno di quei nefandi polpettoni visionari che non si potevano reggere –  un po’ come “Zabriskie Point” e non a caso.
E di fronte a queste cose uno un po’ di ribellione la sviluppava. Ribellione che di fronte a visioni come il fluviale live trasmesso sulla tv italiana, con maiali gonfiabili e priezioni varie diventava quasi rancore. E odio quando poi incontravi i veri fan dei Floyd, quelli che avevano i blu ray di “Live At Pompei”, che si ricompravano persino le scoregge di Roger Waters in quadrifonia, che ascoltavano “Piper AT The Gates Of Dawn” senza abbioccarsi.
Quelliceh non mettono altro che “Astronomy Dimine fatta dai Voivod che mangia l’originale a colazione e la caga per cena.
Insomma quelli che ti facevano passare al punk. Sì, quelli i Floyd te li facevano andare di traverso.
Andrea Costanzo come stava dentro dopo aver parlato con un “vero” fan dei Pink Floyd
Ma oggi, con la mente fredda e i nervi saldi, uno si riascolta i dischi. Senza le menate dei critici, senza discorsi fritti e riscaldati, giusto per ascoltare, finalmente.
E “Comfortably Numb” è ancora splendida. Il tocco di Gilmour è unicoe i vari alberi porcupini se lo sognano. E i Floyd “buoni” sono comunque quasi inarrivabili. Vero, di sbobba logorroica ne han fatta tanta ma di emozione ne danno. Anche se i loro figliocci del brit prog sono quasi tutti da cestinare e i loro fan sono comunque dei rompipalle. E “Echoes” è una noia ferale.
Perchè senza cervello, in fondo le cose le apprezzo di più. Non sono mica un hipster, io.
(Andrea Costanzo)