LE 15 GRANDI PAURE DEI METALLARI!

I Metallari fanno paura alla “gente perbene” con le loro brutte facce barbute, i capelli lunghi, lo sguardo “fondo”, le borchie e le catene. Ascoltano la musica degli adoratori dello dimonio, fanno riti sacrificali di stambecchi e martore nelle notti di plenilunio e al posto dell’acqua bevono biiiirra; e al posto della birra bevono la grappa di ragno. Puzzano da far svenire un cavallo ed emettono peti sulfurei in situazioni sconvenienti: tipo nelle librerie Mondadori. Insomma, la categoria dei metallari è sempre stata temuta e rifuggita, dalle vecchiette, dai cani e dal vicino spione che legge Le Ore” e sproloquia sulla fine dei valori. Costoro però non sanno che dietro la divisa minacciosa del metallaro si nasconde un ragazzo fragile, ferito, terrorizzato da un mucchio di cose. La barba copre l’acne e i capelli lunghi coprono ciò che la barba non può coprire. Gli spuntoni che ha sulla giacca, i pantaloni e le scarpe sono come le spine di un porcospino: servono a proteggere il metallaro dal mondo esterno che lui teme più di ogni altra cosa. La divisa protettiva ha finito per spaventare il mondo che lo spaventava e questa è sempre stata una rivincita che gli ha riempito il cuore di grande soddisfazione. Resta il fatto che oggi, dopo 30 anni che si aggira sdindolando e olezzando nel mondo, il metallaro ha ancora tanta paura di ciò che lo circonda e prega Satana di proteggerlo. 
Abbiamo chiesto un po’ in giro quali sono le paure peggiori di un vero adoratore del metallo e sono uscite una quindicina di risposte. Accomodatevi con la vostra grappa fermentata ai ragni cambogiani e scoprite di cosa ha più paura un metallaro, oggi.


Numero 15 – Scoprire che il metallaro con il quale stai parlando da circa due ore amabilmente in realtà sia un finto metallaro.
Una cosa terribile che chi l’ha provata non se la scorda più, successe anche a me, una sera. Dopo due ore e mezza che parlavo con un tizio, di metal, di metal e ancora di metal, è venuto fuori che aveva assistito a un concerto dei Death, vicino casa, due settimane prima.
Pensai mi prendesse in giro, ma era serissimo. Colto dall‘ispirazione gli domandai: “Ma sempre con il vecchio cantante, con… Chuck?”
“No, con il nuovo, adesso non mi ricordo il nome, ma non importa” Il nuovo cantante dei Death. Scappai appena finì di raccontarmi lo stupido aneddoto adducendo la mia fuga a un improvviso dolore addominale. Questo episodio ha influito negativamente sulla mia vita sociale (come se già non fossi messo abbastanza male). Perdonate la parentesi personale e andiamo avanti, prego.

Numero 14 –  L’abolizione del distorsore e del doppio pedale.
Tra le paure più diffuse dei metallari pare ci sia questa mossa del “Potere” per sgominare il Metallo una volta per sempre togliendogli due delle armi più temibili per le orecchie di chi è nemico del metal.

Numero 13 –  La cravatta. Sì, di tutti gli indumenti a cui il vero metallaro è allergico, ce n’è uno che gli fa venire il sudore freddo ed è il simbolo dell’uomo integrato, sprofondato nei valori consolidati quali il denaro, il denaro e il denaro. La cravatta è il guinzaglio a cui tutti i benpensanti si lasciano incappiare. Una volta che ce l’hai al collo, il solo modo di sfuggire al “Potere” è impiccartici.

Numero 12 -Paura che i metallari diventino tutti un branco di Hipsters. Il rischio c’è, sebbene i veri metallari non abbiano capito ancora perfettamente cosa voglia dire il termine hipster,  li temono e li rifuggono. E sempre di più ci si accusano: ogni volta che un metallaro fa qualcosa che non è degno di un vero metallaro, tipo ascoltare i nuovi Baroness o dire che i Ghost sono il futuro del vero medolz, ecco che scatta un “lurido hipster!” allo stesso modo di come ci si dice “fassista!” nel PD, con sgomento e sudori freddi.
 

Numero 11 –  Svegliarsi un giorno e scoprire che tutti ascoltano e amano il metal. Una delle cose più odiate dai metallari è il gruppo metal che diventa così commerciale da finire anche nell’ipod della sorellina intrippata con MTV. Pensiamo sia per questo che il vero metallaro disprezzi così tanto chi, con il metal, finisce per avere successo nel pop perché finisce per rappresentareun potenziale ponte con la massa, il mondo temuto e odiato dei benpensanti e il rifugio circondato di mostri satanici e muri di watt dietro a cui il metallaro si protegge. 

Numero 10 –  Le insinuanti tentazioni dell’estetica punk! Alcune delle paure dei metallari nascono dalle proprie debolezze e dal rischio sempre alto di cedervi. I Punk non sono mai stati amici dei metallari anche perché sono stati partoriti dal “Potere” per sostituire i metallari come via alternativa (però finta) alla vita ordinaria e schiavizzata imposta dal “Potere” stesso. Però va detto che alcuni aspetti musicali ma soprattutto estetici del punk piacciono da morire ai metallari e più volte hanno rappresentato delle serie distrazioni dalla retta via. Su tutto la gran quantità di belle fichette che nel punk abbondano sempre.

 

Numero 9Dover confessare di amare una musica che il vero metallaro non può amare. Il vero metallaro non può amare il pop, anche se lo ama. Almeno deve essere così forte da non ammetterlo. Il vero metallaro odia l’ipocrisia e mentire sui propri gusti musicali è un duro prezzo da pagare per essere un metallaro vero. Ci sono tanti metallari che amano Justin Bieber ma non lo possono dire. Sarebbe come ammettere la più nefanda delle perversioni in pubblica piazza. Uno degli incubi ricorrenti del popolo metal è proprio questo, lasciarsi sfuggire preferenze musicali indicibili, davanti a tutti.

Vi dovete spaventareeeeeeeeee!

 

Numero 8Un mondo senza Richard Benson. Il popolo del metal ha ormai alcuni opinionisti di riferimento: Il mago Walter, Il Grande Pino, Luciano Rispoli nell’accezione di Max Tortora e Il Profeta, ma tra tutti loro il più amato, quello da cui si sentono meglio rappresentati è Richard Benson. Perderlo sarebbe una cosa insopportabile e per questo assai temuta.

Numero 7Il ritorno degli Stratovarius. Quello che una volta era il sogno proibito del vero metallaro, ovvero le reunion di gruppi storici, ora è diventato l’incubo. Ogni giorno si rialzano dalla tomba nomi del metal che fu, tornano in vita putridi, bavosi e rendono la vita delle nuove band impossibile, in quanto reclamano una pensione che prosciuga i fondi del metallaro medio. Ognuno ha il suo nome, il cui ritorno finisce per togliere il sonno. Il più temuto è quello degli Stratovarius.

Numero 6L‘innovazione. Nel senso più ampio del termine, qualunque stilema sia capace di rinnovare il genere dall’interno senza snaturarne l’essenza, ma viene comunque tacciato a prescindere di falseness. Questo perché il vero metallaro è ormai diventato, con buona pace del mito del buon selvaggio di Signorelliana memoria, il titolare emblematico di un cervellino pigro e di un culone pesante. (Emanuele Biani)

Numero 5 –  La mamma. In fondo è il primo mostro con cui il vero metallaro deve battersi. Lei è la sola donna ad avere pieni poteri su di lui. Può entrare nella sua stanza e distruggere tutti i suoi dischi, quando lui non c’è. Può tagliargli i capelli mentre dorme o fargli trovare un prete esorcista sul fondo del letto quando si sveglia. Può cacciarlo di casa e soprattutto negargli i soldi per il concerto dei Malice.


Numero 4La pioggia. Rischio di ruggine.

Numero 3 –  Tornare a casa e vedere che lenorme collezione di cd/dvd/lp è andata rubata o distrutta. Il vero metallaro può reggere l’urto della scomparsa improvvisa dei propri genitori, ma non della sua sudatissima collezione di dischi. Accumulata compulsivamente nel corso di anni foruncolosi e onanisti, la collezione musicale rappresenta la sua stessa storia. Se qualcuno la portasse via, il metallaro subirebbe uno shock irreversibile nel profondo di sé fino a dimenticare la propria identi.

Numero 2La fine degli Iron Maiden. Odiati, canzonati e criticati, i Maiden restano il vero sinonimo di Metal. Più dei Sabbath e dei Metallica. Harris con la sua pappagorgia crescente e la fronte sempre più alta trasmette un’ansia sottile ma corrosiva. Il giorno che non ci saranno più i Maiden sarà come perdere il papà: non importa quando accadrà, comunque i metallari non saranno mai preparati ad affrontarlo.

Numero 1 – La fica. I metallari amano le donne, nella stessa misura in cui le detestano. Il loro disprezzo per il gentil sesso è dovuto ad anni di rifiuti, prese in giro, indifferenza consumata sin dall’asilo. Dentro il chiodo di un vero metaller c’è un cuore che sanguina d’amore e la sua decisione di trasformarsi in metallaro spesso è nutrita dall’incapacità di farsi una ragazza o da una terribile delusione sentimentale. Un tentativo disperato di attirare l’attenzione del mondo femminile, mostrare una forza e una complessità interiori che, invece di avvicinare le donne finisce per chiudere definitivamente le possibilità di un sano accoppiamento. E così, nel suo ritiro spirituale, il metallaro demonizza l’essere che più desidera, lo detesta perché sente di essere debole, vulnerabile, smascherabile, anche dietro la spessa corazza satanassa che ha deciso di indossare. “No Women Allowed!”

Numero 1bis – La calvizie. Più della fica, dei maestri di catechismo, del fantasma di Giggi Sabani, il vero metallaro teme di perdere l’unico simbolo della sua scelta di essere diverso dalla massa: i capelli luuuuunghi, sempre più radi, dopo ogni headbanging.


Numero 0 –Di cosa hanno paura i metallari veri? Niente. Il Dio Del Metal veglia e protegge. Ovvio, non ci avevamo pensato. Il vero metallaro in fondo sa di non dover cedere alle proprie paure, né alle pressioni subdole del “Potere”, perché il Dio Del Metal lo protegge. Nessuno ha mai provato a descriverlo, a parte Richard Benson il quale ha affermato di averlo visto durante una delle sue struggenti interpretazioni del Cristo Canaro e il suo aspetto pare essere una via di mezzo tra Cesare Ragazzi, Tinto Brass e Tony Iommi. Lui sarà sempre “Higher Than The Sky” “Over The Wall” “Standing In The Shadows” e “In The Eyes Of A Stranger”. Quindi Stay Manzus, Prey Medol e Don’t Feeeeeeeear!

(A cura di Francesco Ceccamea)