Ma Burzum è roba da poser?




28 Novembre 2012.

Sono alla stazione, sotto la pioggia, mentre le mie orecchie si deliziano per la milionesima volta con “Filosofem” di Burzum, album capace di rimandare i miei neuroni ormai morenti a ricordare perché il black metal, persino il depressive, debba qualcosa più a Varg Vikernes che a Nattramn dei Silencer e, comunque, anche a lui dobbiamo più di qualcosa.
Lampi nel cielo.
Pioggia fine come talco.
Il Ragnarok è alle porte.
Forse dovrei uscire fuori in veranda in mutande con l’ascia bipenne cantando “All Shall Fall” degli Immortal sostituendo il testo originale in bestemmie contro le pecore padane così da dare inizio alla guerra delle 12 case ma l’ho già fatto due anni fa e il massimo che ho guadagnato sono stati i 42° di febbre.



29 Novembre 2012.

Davanti al pc guardo “amori equini, lunghe cavalcate sotto le stalle”. M’annoio persino a smanettarmi quindi prendo una musica a cazzo su youtube e decido di scriverci un pezzo sopra.
Vai per culo, vai per sfiga mi ribecco Burzum.
Mi scappa la cacca, fammi correre al cesso che magari cagando sotto la doccia mi sale meglio il pensiero al cervello.
Per le pere di Selen, ma Burzum è da poser?

ehm…


Anno domini 200X.

Cammino per strada con gli amici discutendo su quale sia il lavoro migliore del Conte.
Tra elementi ambient e il primo grezzissimo omonimo, il sottovalutato passaggio alla tastiera (che a me garba parecchio) e il perché il cantante dei Nargaroth, Kanwulf, si sia dovuto martellare le palle per fare la cover di “Black Spell Of Destruction” e strani legami tra la sua musica e i riti satanici dei pinguini allo zoo di Fasano, ecco che nuovi elementi femminili s’aggiungono al nostro ritrovo, tipe lontane dal metal ma abbastanza vicine da potermi saltare tra le gambe.
Non scorderò mai il commento d’una d’esse alla nostra fantomatica discussione musicale: “Adoro Burzum!”
E tu pensi: “Cazzo, esistono ragazze che ascoltano il Conte?”

 

Poi conoscendola, col tempo, capisci che il suo amore per il black ha un dizionario limitato alla B, quella di Burzum.
Sì, magari conosce anche qualche altro gruppo, ma solo i più sputtanati sparati a casaccio per scendere la testa tra le gambe di qualche bel metallaro dalla folta chioma e la minchia corta.
Purtroppo non sono tra i fortunati che possono narrarvi delle sue abilità oratorie.

 

“Eh… niente fregna per almeno vent’anni!

Biondo assassino con la maglia di Super Man: mentre cammina tra i corridoi del carcere cantando la sigla del telefilm di Bat Man con Adam West ricordandosi della leggendaria sfida di surf tra lui e il Joker, di certo ne avrà ricevute di lettere da passere in calore disposte a tutto solo per sniffargli coca sulla minchia.

Che poi, si sa, il carcerato tira molto. Vi ricordate quell’episodio dei Simpson sui rapper?
Che poi il rap fa schifo eppure un mio amico su facebook mi fa che si è ascoltato Dr Dre con un senegalese solo per fregargli il vino.
Ma scusa, non ti ho mai insegnato niente?
Neanche Varg?

Colui che ha detto: Era troppo tardi per arruolarsi nelle SS, poi quei ragazzi erano in uniforme, non mi ci sarei trovato troppo bene”.

Perché lui ci crede che ‘sto mondo fa schifo, lui vuole la terza guerra mondiale! Ha comprato il calendario dei Maya che finisce il 21 Dicembre 2012 e spera che una bomba d’Israele cada per caso sopra casa sua.
Lui non ha trombato per 21 anni perché crede nella sua causa. Pensate si vesta come Capitan Findus alla ricerca della balena marrone nel cesso di casa sua solo perché gli piaccia?
Lui ha appoggiato anche Breivik, come farebbe qualsiasi sedicenne negazionista in preda a una crisi mistica dopo aver studiato il nazional-socialismo convinto d’essere un Super Aryan della leggenda, forse alla ricerca del successo ormai svanito; finché stai dentro sei un fico ma una volta che esci dal carcere la passera ti evita come i lebbrosi di Ben-Hur.

 

Che poi nominando Ben-Hur ti viene voglia di citare il suo odio nei confronti della religione cattolica, come quei bambini che quando imparano la prima bestemmia la urlano a ripetizione per strada, sopratutto di fronte alle chiese solo per dare fastidio al pretarello di turno. Non è un comportamento da poser questo ma da anarchico.
Sono più poser i Profanatica che su queste bestemmie infantili ci hanno scritto il loro (in)successo mentre seduti nudi sul divano in salotto sacrificano un hamburgher a Satana direttamente tra le loro labbra, scrivendo bestemmie col piscio sul muro della casa dei loro genitori.

 
 
E se gli chiedi: “Ma Burzum è da poser?” ti diranno di sì ma sarà solo per invidia, perché Filosofem gli ha rubato la palma d’oro del miglior album black metal suonato da un batterista nudo che si martella le palle a tempo mentre il bassista sborra su una bibbia leccata dal cantante.
No aspetta, lui non suona così.
La sua musica è una pietra miliare del genere alla quale si rifanno tutti. Anche le Destiny’s Child.
Sì, che credete, anche Varg avrebbe voluto cantare con loro, ma non ha potuto e allora gli hanno fatto il tributo.
“Survivor” a chi pensate sia dedicata?!
Altro che “The Day Burzum Killed Mayhem”, io mi sogno la notte lo scontro tra lui ed Euronimous con ‘sto pezzo di fondo.
Il più sputtanato della scena black metal, tornato dopo 21 anni di prigionia per sfraganarci i coglioni con album osceni che puzzano talmente di vecchio che io almeno i primi due li ho ascoltati giocando a Super Mario!
No, Burzum non è da poser, sono i poser che sono da Burzum: luridi ladri che minano la nostra musica ascoltando i nostri artisti pretendendone di conoscere nascita, morte e resurrezione come i testimoni di Geova che ti suonano sotto casa per parlarti di Cristo, senza mai menzionare il Cristo Canaro che è la cosa più bella abbia mai potuto vedere in vita mia dopo il mio primo pelo del culo.

 


 

E Richard Benson è da poser?
Domandatevelo e se trovate risposta datela a Burzum.
Non è l’arte a essere da poser, è il poser che ruba l’arte.
Varg è un coglione, un idiota, un pirla, un Cristo Canaro cinese e pure ebreo, ma i suoi lavori rimarranno storici come il monolite di 2001 Odissea nello Spazio, seduto sul trono d’arancia meccanica mentre sorseggia del latte di cavalla pazza.

 


(Ruggiero Musciagna)