1 – Allora Paolo è vero quello che si vocifera? Sta tornando in edicola Splatter, con tutto il cast dei vecchi autori al completo?
L’idea è quella di rigenerare il contenitore «Splatter», sia in formato digitale che cartaceo, italiano e inglese, ma nel look cercando di rimanere fedeli al cult. Questa è la visione base che daremo al marchio editoriale che mi ha proposto in questi giorni la rianimazione del grande mensile. Il cast degli autori sarà un processo in divenire. Quel che pensavo proprio in merito alla nuova proposta, con il cuore della redazione dell’epoca (Paolo Altibrandi at director e Vincenzo Perrone sceneggiatore/condirettore che ho contattato poche ore dopo la fatidica mail), è di proporre materiali e autori nuovi (nuovi per la rivista ma firme già consolidate nello stellario del fumetto) e una re-animazione del materiale d’epoca in una sorta di spazio retrò, per chi si fosse messo in onda solo oggi. Certamente non abbiamo una data di uscita, queste sono le primissime ore del “thinkin about”, ma siamo decisi più che mai di intraprendere lo sforzo. Scrivo questa intervista mentre il gruppo FB dedicato a «Splatter» si è impolpato di 100 iscritti nell’arco di un’ora. Spero continui così e sia un buon segno. Sia per noi, sia per il rinascente progetto e anche per gli autori della vecchia guardia che trovino disponibilità a produrre nuovo materiale.
2 – Tanti rimpiangono quei fumetti e io sono tra coloro che hanno passato la propria adolescenza a inorridire e sconvolgersi dietro a quelle storie allucinanti. Ricordo che l’horror cinematografico e letterario passava un bel momento, con lo splatterpunk in ascesa e il gore immancabile in quasi tutte le pellicole dell’orrore che arrivavano dall’America. Oggi c’è il torture porn che la fa da padrone e in Europa, parlo di Francia e Spagna, abbiamo dei grandi autori davvero in gamba, pensi che sia anche per tale sfondo che una rivista come Splatter possa tentare una nuova avventura?
La grammatica base del torture porn (lo strazio fisico) è finalmente diventato trend quando noi, tra il 1989 e il 1991, la esaltavamo nel fumetto. Non a caso, questi tempi sembrano maturi per una riproposta dell’horror italiano per come lo vedo io: sovrannaturale (alla The Ring) e violenza, violenzissima (alla Sam Raimi prima maniera) e evocativa (tra HP Lovecraft, Barker e i fumetti americani anni ’60). Oggi gli autori portano con sé il background adatto per una nuova formula, più letteraria e umanista, fondendo il classicismo e la grammatica sanguinaria e veloce di Rec. Una formula che chiamerei NU HORROR (come nu metal), come già fatto nel mio recente passato e che deve diventare il nuovo trend.
3 – Dopo Splatter hai tentato di farti largo nel motoso mondo dell’editoria italiana, prima con “Primi Delitti” e poi con altre antologie succulente e romanzi trinciabudella di cui l’ultimo del 2012, capolavoro gore Chiruphénia. Ti è mancato Splatter in tutti questi anni? Hai mai sentito l’esigenza di tornare al fumetto per esprimere al meglio le tue visioni tenebrose e violentissime?
Sì, Primi delitti era contemporaneo di «Splatter», in quanto supplemento. Quel libro non nasce da una vocazione letteraria, ma da appunti – questo il motivo di alcuni racconti narrati in flash – per fumetti che avrei voluto disegnare. Il lungo e motoso mondo della narrativa è stato un percorso nevrotico, sia per i risultati, sia perché mi sono lasciato prendere dalla febbre narcisistica del racconto scritto, che poi è in realtà una necessità interiore, per me, a prescindere dai risultati. Splatter mi è mancato da morire, sia perché era un lavoro a tempo pieno, sia perché amo e credo nel lavoro di gruppo, e infine ma non in ultimo, perché era un modo divertente per tenere insieme un numero straordinario di appassionati. Conservo ancora moltissime delle loro lettere, foto, disegni, poesie, racconti, lettere scritte col sangue. Un’esperienza che, una volta fatta, non può non mancarti. Sono un maledetto sentimentale.
4 – Ai tempi di Splatter ci furono un sacco di problemi con la censura e anche se oggi sembra roba d’altri tempi, la censura esiste ancora, pensi che riuscirete, nel caso diventi realtà un ritorno di Splatter nelle edicole, a ovviare la gambizzazione commerciale?
Io credo (credo) che la censura oggi possa non avere tempo per un prodotto da edicola (o quel che sarà). Da un lato spero proprio che succederà qualcosa che abbiamo già visto con l’interrogazione parlamentare del 1990 contro «Splatter» e Primi delitti: è tutta pubblicità gratuita che alimenta il mito e chiama un numero ancora maggiore di appassioanti. Nella mia carriera ho già guadagnato due denunce per “pubblicazioni oscene”, ora manca la terza. Sarebbe uno scoop che mi auguro.
5 – Avete intenzione di ospitare il mitico Heavy Bone?
Io direi di sì, poiché il personaggio mi piace e perché intendo proseguire il sodalizio musicale tra fumetti e musica (senza però ripetere l’errore di «Splatter» serie old, dove si parlava solo di metal e affini). Terrò presente anche che molti amanti dell’horror non amano il metal e nessuno si deve sentire escluso. Quindi, il proposito è di impiantare una struttura redazionale molto forte e preparata a dialogare con tutti, soprattutto con chi non ama l’horror e deve finire dalla nostra parte!
6 – Conosco tanta gente che ha sempre rimpianto della rivista la grande disponibilità a comunicare, merito tuo, visto che ti occupavi della corrispondenza con i lettori. Oggi che c’è internet come pensi di sfruttarlo, non credi che sarà ancora più ravvicinato il rapporto con chi vi segue e soprattutto interattivo?
La lezione e l’importanza della comunicazione aperta la devo alla compianta Maria Grazia Perini, redattrice, giornalista, traduttrice, scrittrice che, nell’editrice Corno e nel suo «Corriere della Paura» fece del dialogo coi lettori uno dei punti logici di forza di una testata popolare. Con internet, per l’appunto, questo dialogo è amplificato sia dall’immediatezza, sia dalla praticità: ora il web è un dispositivo come il telefono. La corrispondenza coi lettori ci sarà, sia web, sia dentro la rivista. Perché io sono della vecchia guardia: pubblicare lettere, critiche e quant’altro dentro la rivista testimonia a tutti il brivido del culto che stiamo vivendo. E appaga il mio piacere di scambio di idee.
7 – Nel corso degli anni le riviste Splatter e Mostri hanno continuato a girare su ebay. Pensate sia possibile in futuro, rieditare i vecchi numeri o magari recuperare le vecchie storie e proporle ancora nella nuova serie?
Per ora, l’importante è partire. La riedizione integrale degli albi della nostra old age potrebbe essere la conseguenza di una sperata adesione di pubblico.
8 – Ok, Paolo, incrociamo le dita.
Tutte, mi raccomando. E grazie di cuore.
Cacchio cacchietto, non vedo l’ora! |
(A Cura di Francesco Ceccamea)