Io d’arte moderna non ci capisco molto, a volte neanche riesco a considerarla arte forse perché troppo legato ai miei miti d’infanzia, che poi sembra quasi abbia 500 anni per avere miti d’infanzia simili, ma io sono nato vecchio e morirò bambino come fossi vissuto al contrario nell’attesa di nascere.
Il Giappone è il paese degli eccessi, di certo non è una novità e ringrazio Mara per avermi passato forse un nuovo tassello ai limiti che la mia mente possono raggiungere nel paese del Sol Levante. Scherzo, quelli li ho già superati da tempo quando ho iniziato a vedere la pornografia snuff e i film della Troma.
Beata infanzia perduta… Aida Makoto – Monument For Nothing.
Io fino a cinque minuti fa manco sapevo chi fosse, ora voglio un suo autografo. Il ‘Monument For Nothing’ è la sua personale galleria artistica d’un monumento al nulla, qual è la società giapponese con i suoi eccessi. Amato, criticato, io non vedo altro che un crudo ritratto della perversione, dei falsi miti sfatati nella loro natura.
Non mancano momenti anche di pop art quali graffiti futuristici deviati, dalle crome accese capaci di rubarmi più d’un sogno immaginando Aida di fronte quel muro come un writer in pensione che si chiede se questa sua arte sarà criticata dai più, odiata dai pochi e amata solo da lui….
O che quasi potrebbero rubare un goliardico sorriso al Tarantino di turno…
Il Giappone è un paese d’anziani che odia gli anziani, come ci ha ricordato il suo primo ministro Taso. Che poi non ci si stupisca se l’anzianità ha la ribalta sulla giovinezza, perché l’esperienza uccide l’inettitudine.
Nato nel 1965, fa il suo debutto nel 1980 con un idea ben precisa: mostrare due volti ambivalenti del suo Giappone, il disprezzo e la condivisione.
I suoi temi girano attorno al sesso e alla politica, icone senza mai, come un novello Da Vinci, fissarsi su un unica arte, o stile quale sia disegno, scultura, video o rappresentazione.
Che sia criticato o apprezzato non importa cosa ottiene, ma il fatto stesso è che ogni sua opera nel suo eccesso riesce sempre e comunque a rubare l’attenzione mediatica da lui richiesta.