Come molti di voi già sapranno di musica ci capisco poco e niente, mi lascio trasportare molto dalle sensazioni del momento e spesso, a distanza di anni, sono costretta a ricredermi su molti gruppi da me liquidati in quattro e quattr’otto. Altri di voi invece sapranno che appartengo al genere femminile e anche se questa cosa molto spesso è sinonimo di ignoranza musicale c’è un filone, o meglio un tipo di canzone, che nessun maschietto conoscerà mai a fondo quanto noi. Non credete quelle donnicciole che vi dicono “A me piacciono sono gli Inculetor e i Vomit In Your Ass” , nessuna di noi è immune a una bella pussydrencher ballad. Sì, lo sappiamo che siete voi a farci le compilation, a farci conoscere i nomi dei gruppi e quindi a iniziarci a questo magico mondo ma, a parte mio marito e qualcuno dei suoi ben selezionati amici, siamo sempre noi ad appendere i poster i cameretta, a sognare quei bei cantanti capelluti agitare le loro criniere sopra di noi, a scaricarci i testi da internet per cantare a squarciagola negli uggiosi pomeriggi invernali e a fantasticare su quelle storie d’amore in musica. Anche le signorine più lontane dal metal e dall’hard rock non sono immuni a questo tipo di canzone e tante di loro hanno nella loro disco-teca qualche perla di inestimabile valore, purtroppo nascosta tra la Pausini e un nuovo amico di mariadefilippi che verrà dimenticata insieme a quel ragazzetto che le aveva fatto battere il cuore forte forte quando aveva diciotto anni “ma ormai sono cresciuta e quella roba non la posso più sentire, adesso ascolto Byoncè e i Black Eyed Peas perché sono un’adulta e il metal è da pischelli”. Evvabbé…

La mia non sarà una classifica delle migliori ballad di sempre, la mia sarà una riproposizione di quella cassetta che girava incessantemente nella mia Uno Fiat color “canna di fucile”, il mio proiettile dall’accensione debole, ma dal cuore forte. Pace all’anima sua.
“Windmill”, Helloween – dall’album “Chameleon”, unica copia venduta al mio amico Antonello e successivamente doppiata in cassetta da me. Ultima canzone del lato A. Sappiate che se dopo “Pink Bubble Go Ape” avete rinunciato all’ascolto delle zucche, vi siete persi un piccolo controverso capolavoro. Ovvio che non sto qui a recensirvi l’album, ma solo a dirvi che quel cigolio d’altalena all’inizio della canzone è straziante e se avete il cuore tenero questa canzone fa anche per voi.
“Always” e “Bad Of Roses” Bon Jovi – rispettivamente da “Cross Road” e “Keep The Faith”. “Ma i Bon Jovi fanno metal? Fanno hard rock? Fanno hair metal? Sivvabbé, ma tanto è musica da femmine” questo il ragionamento dei miei amici dell’epoca. E probabilmente di molti ancora oggi la pensano così visto che non ho trovato nessuna recensione nei vari portali che si definiscono metal. Non dico degli ultimi lavori, quanto dei primi. Enaaaaaaaaaaaaaaaaaaaiuillllloviuuuu beibe oooooooolueissssss.
“The Ballad Of Mary (Queen Of Scots)” Grave Digger – Tunes of War. E mo’ che c’entrano i Grave Digger? Sappiate che anche loro sono dei sensibiloni e, sebbene questa song utilizzi il giro più sputtanato del west, è un pezzo nelle loro corde. Io e la mia amica Elena mimavamo tutta la canzone facendo delle belle figure di merda perché noi avevamo il walkman e sentivamo la musica, gli altri intorno a noi vedevano solo due deficienti che cantavano e facevano dei versi strani.
“Believe” Savatage – in ben 2 versioni: una la traccia doppia di “Streets- A rock Opera” e una la versione acustica di “Edge of Thorns”, una starnazzata da Jon Oliva e una cantata da Zack Stevens. Avevo questa mania di confrontare versioni diverse di una stessa canzone e infatti subito dopo veniva.
“Tears Of The Dragon” dall’album solista di Bruce Dickinson “Balls To Picasso”. Lo ammetto avevo quest’album ma solo perché mamma mi aveva regalato il pc con il masterizzatore e il ragazzo che mi piaceva aveva comprato questo Cd e anche tante altre cagate ma con la scusa potevo andare a casa sua, frugargli tra i dischi e passare 5 minuti a chiacchierare di musica. Come potete constatare ci capiva poco pure lui, si lasciava consigliare dal commesso del negozio ( ora edicolante nella mia ridente cittadina) e tornava a casa con montagne di immondizia. Ah, sì, l’altra versione era quella orchestrale, un mappazzone lunghissimo che non so nemmeno da dove l’avevo scaric….su quale cd originale di mia proprietà l’avevo trovato.
“Letter To Dana” e “Tahlullah” dei Sonata Arctica. Embhé?! Che volete? In quel periodo noi gggiovani ci affacciavamo sulla rete e cominciavamo a chattare su Yahoo Messenger e su ICQ.Un mio amichetto di chat mi consigliò i Sonata Arctica e i Sentenced ( era un po’ confuso il ragazzo!), mi fece ascoltare questi due brani che mi piacquero molto, tanto che la mia sorellina mi regalò il Cd originale che ho ascoltato ben una volta e che ho felicemente lasciato in eredità al mio ex ragazzo…
“When The Children Cry” e “ Broken Heart” dei White Lion, perché di tutti i gruppi che cominciavano per W a me piacevano quelli con la voce più stridula e fastidiosa, tanto che per un periodo ho pensato che anche alcune canzoni dei Motley Crue fossero dei WL, come “You’re All I Need” presente in questa raccolta come terza traccia dei White Lion.
“The Silent Man” Dream Theater, dall’ album “Awake”. Io non lo sapevo, ma questa canzone mi avrebbe in seguito causato crisi d’ansia e ponfi pruriginosi su tutto il corpo e anche adesso, mentre ne scrivo, comincio a grattarmi braccia e gambe provocandomi ferite a sangue vivo.
“Poison” Alice Cooper, dall’album “Trash” e “ Only women bleed” da “ Welcome to my Nightmare. Ammetto che all’epoca conoscevo solo queste due canzoni di Alice Cooper che avevo scoperto in un’altra cassetta mista nella quale figuravano Meat Loaf, Livin’ Colour, Whitesnake, Aerosmith e Led Zeppelin in un minestrone eterogeneo che finì presto nel dimenticatoio, o forse nel ricordatoio, chissà.. Ah, e poi c’era il lato B che non è quello che tanto potrebbe interessare al mio maritino. Vi dico solo che iniziava con i Pearl Jam, continuava con Santana, David Bowie e Lou Reed, passava da Lenny Kravitz e Ben Harper per finire, udite udite, con una canzone di Mina con Piero Pelù. Ora sapete anche voi della mia adolescenza problematica durata un po’ troppo a lungo.