IL DIZIONARIO DEI RECENSIONISMI oppure IL METAL SPIEGATO A MIA NONNA!

 
1 – Sugli scudi: dovrebbe significare che la band è in gran forma o qualcosa del genere. Comunque è una cosa positiva ma non nel senso dell’aidz.
2 – Il fulmicotone: è un tipo di esplosivo. Chi suona le chitarre al fulmicotone difficilmente sopravvive.
3 – Terremotante: si dice del modo di suonare la batteria. I vicini di casa però usano termini ben più coloriti, prima di chiamare i carabinieri.

4 – Echi pink floydiani: solo in pochi riescono a carpirli. A volte succede quando un chitarrista mette molto chorus sul suono della chitarra e non la smette più di fare il suo cazzo di assolo.
5 – Uno dei: cinque dischi più funerei tra gli ultimi 10 dischi doom tra i primi 1000 della storia del metal: questa espressione vuol dire che il recensore bleffa. Non esiste alcuna classifica definita nel suo cervello, ma è un modo convincente di affermare che si tratta di un bel disco a detta di chi tiene sotto controllo la situazione, con tanto di cifre alla mano.
6 – Songwriting: letteralmente è la scrittura delle canzoni. Di solito si usa per dire la stessa cosa che si è già detta, ma non si vuole ammetterlo a se stessi.
7 – Devastante: da pronunciarsi verdonianamente. Devasssante! Lo si usa per definire di tutto, un disco, una canzone, un riff e l’azione della musica sui nostri testicoli.
8 – Catalogazione: il disco della band è di difficile catalogazione. Ma questo non scoraggia dal catalogarlo. Anzi.
9 – l’Anthem: che di solito è trascinante. Sarebbe la melodia da cantare tutti in coro, allo stadio, con l’accendino. Capitava spesso di trovarne nei dischi metal fino al 1992. Poi Burzum diede all’accendino un nuovo senso pratico e liturgico e soprattutto dichiarò morta la pratica dell’anthem.
 
 
 
10 Up tempo: chi lo scrive intende forse il zumpa zumpa zumpa dello ska, ma non è sicuro.
12 – Full length: sarebbe un altro modo per dire disco, album.
13 – Il combo: di solito si usa per definire un amplificatore ma da vent’anni è diventato sinonimo di band, che inizia rulleggiando e finisce splittando.
14 – Line-up: la formazione della band. Si usa più di frequente l’inglese perché a livello di battute si guadagna spazio. Quando il recensore non sa che dire sul disco sceglie formazione, così come anziché song dice composizione almeno arriva prima alla quantità di battute indispensabili per dire: finito.
15 – Le pelli: si allude a quelle della batteria e quindi John che è dietro alle pelli non è un venditore lappone di vestiti, ma il batterista John che suona i tamburi.
16 – Le asce: sarebbero i chitarristi, anche se viene spontaneo sperare, talvolta, che siano asce vere, così da mandare quegli impediti in un contesto più consono alle loro capacità.
17 – Monicker: sarebbe il nome del gruppo, anche se detto così mette quasi paura.
18 – Granitico: da granita. Si usa più spesso nelle recensioni scritte d’estate.
19 – Lancinante: questo aggettivo fiocca nelle recensioni ai dischi black metal, specie quelle negative.
 
 
 
20 – Platter: il singolo membro di una band degli anni 50 e anche un altro modo per dire album senza ripetere la parola album.
21 – Vetriolo: si usa a proposito del cantante dei Grave Digger.
22 – Mazzata: quando il disco è buono cade in testa e quando non lo è cade sui c…
23 – Mid Tempo: sarebbero le canzoni né troppo lente né troppo veloci. In pratica la seconda o al limite la terza in scaletta, a meno che non si stia parlando di un album degli Ecxiter o i Dragonfor.
24 – Guitar Hero: si intende un batterista estremamente palloso.
25 – Ugola: allude al cantante, quando canta. Altrimenti si torna alla voce lancinante.
26 – Marcio e Pestifero: quando un disco black metal suona particolarmente di merda.
27 – Le Key: sarebbero le tastiere nella recensione di un veterano degli anni 80.
28 – Wall Of Sound: quando un disco suona wooooooooooooooh
29 – Le vocals: gli starnazzamenti del chitarrista.
 
 
 
30 Lyrics: allude alla parte meno importante di un disco metal, i testi.
31 – Headbang: il recensore si è divertito e ha immaginato di essere a un concerto con l’accreditamento.
32 – Pogare: prendere un sacco di botte mentre qualcuno suona fuori tempo un brano molto veloce che parla di indiani terroristi, maghi bui o roba simile.
33 – Lavoro: si usa per sostituire la parola disco o album, come terzo sinonimo. Di solito sia chi suona che chi recensisce non sospettano che abbia altri significati.
34 – Label: etichetta discografica oppure una razza di suino. Dipende da quale recensore si interpella e in quale contesto.
35 – Lavico: Aggettivo usato per definire il sound di qualche doom metal band particolarmente oltranzista o se volete asfaltapalle.
36 – Titletrack: sarebbe lacanzonechedailtitoloaldisco.
37 – Cromato: di solito si parla di AOR o class metal. Termine che mi ha sempre messo fame oppure mi ha infilato con la fantasia dentro una macchina Croma sentendo un disco minore dei Fastway.
38 – Power :  fino al 1994 si usava per definire la musica dei Pantera e dei Death SS, poi è diventato sinonimo di gay metal.
39 – Olocausto : usato per dire che ‘sto disco è ‘na bolgia tremenda. A meno che non si parli di gruppi black metal, in quel caso parla proprio di Hitler e le cifre variabili sugli ebrei scomparsi nei campi ludici di attività alternativamente solventi.
40 – Core: nessuno a mai capito cosa significhi, ma per il metallaro europeo, se è messo alla fine di una parola lunga, significa che è musica che non gli piace.
41 – In Your Face: di solito lo pensano gli uomini al culmine dell’amplesso, i più senza esprimerlo mai a parole ma per il metallaro questa espressione vuol dire brano molto aggressivo che metaforicamente ti sborra in faccia i suoi riff.
42 – Outro: per questa parola ci avvaliamo dell’aiuto delle immagini, prego regia:

una rarissima immagine dell’outro in posa da caccia oppure è semplicemente imbronciato, c’è una disputa in corso.
Bene, ora potete aprire i cancelli, le nonne sono pronte.