Tutti gli anni, quando sono sulla via del ritorno lo dico (mentre costeggio San Severo e Cerignola Campagna, città che per altro diede i natali al mio papà): “No, basta, non scendo più, è troppo lontano. Io non sono più una ragazzina. Prossimo anno, l’aereo!” E invece rieccomi sulla via del ritorno. La musica, il sole, la strada ancora lunga davanti a me.
Torno dall’Agglutination. Anche quest’anno, sì.
Non che mi siano rimaste molte scelte in Italia ma l’Agglutination io comunque ce l’ho nel cuore.
Si parte…
Sono partita di giovedì mattina, costretta ad ascoltare il cd degli Eversin.
Ci ho messo 9 ore e mezza. Praticamente ci metto di meno per andare da Ross in aereo.
Ferma nel traffico per più di un’ora (e un’altra ora e mezza sono rimasta a fianco a una cagnolina trovata in un Sarni appena dopo Bari, aspettando il volontario che venisse a prenderla).
Comunque 9 ore e mezza. Senza, tra una telefonata e l’altra, riuscire a cambiare il cd degli Eversin.
Quando arrivo in Lucania mi viene in mente Eboli, dove si è fermato Cristo. Un paesaggio lunare per un po’, poi il mare, poi la diga, poi il lago, poi l’erba bruciata dal sole. Poi Sant’Arcangelo dove ci siam persi con i Gamma Ray. Poi Chiaromonte dove eravamo l’anno scorso, poi Senise dove siamo quest anno.
L’hotel.
Anzi l’òtel come lo chiamano qui e poi via, andiamo a vedere ‘sto venue.
Gerardo è già verdognolo. Io lo divento appena vedo il campo sportivo che quest’anno ci ospiterà.
Vengo presentata come quella che segue le bands internazionali il che ovviamente mette in condizioni la gente del posto a darmi del Voi e una vocina, quella della Chiara, che dice: “sì sì, lo so io come li segue…”
Il problema è che la Chiara ancora non c’è. Significa che questo anno inizio a sentire le voci prima del tempo. E poi porca puttana ogni volta che risalgo in macchina mi riparte ‘sto cazzo di cd degli Eversin
e ogni volta che cerco di toglierlo mi chiama qualcuno o non ne trovo un altro! Una persecuzione.
Venerdi mattina.
Oggi arriva Chiara. La odio profondamente.
Non è capace di fare il suo lavoro. Una groupie, non una tour manager. In più ci ha provato col mio ex moroso o presunto tale. Questo è quello che dicono di “noi”. In realtà è una bellissima donna che fuma un po’troppo e che, con la scusa di accompagnare gli Stratovarious, ho costretto a scendere nel profondo sud.
Intendo farla fuori mentre dorme.
Arriva alle 10 a Bari e si fa il viaggio coi Marduk (santissima donna) che per altro l’avranno riempita di titoli quando è scesa all’òtel prima di loro, destinati a un altro òtel del quale ci ricordiamo solo le melanzane sott’olio e la carne con i nervetti (dove però al contrario del nostro c’era INTERNET!!!).
Iniziamo l’allestimento nel pomeriggio dopo aver ingannato l’attesa della suddetta con un lungo colloquio con la commissione di vigilanza della ridente Senise (anche lì vengo presentata per quella delle bands internazionali… essere quella dei Marduk mi fa un po’senso).
Sbucano fuori dalle valigie teli di finissima fattura acquistati (e rubati) nei mercatini del mondo, residui bellici di altri festivals dove qualcuno mi ha bucato le tende e le tovaglie e dove in certuni luoghi i topi locali hanno banchettato nelle tazze da thè che oggi dunque non userò.
E finalmente un odore… nel senso di un odore gradevole.
Sì perché nonostante io abbia marcato a uomo il sig. Salvatore perché pulisse e disinfettasse tutto, in realtà ha pulito e disinfettato un cazzo quindi il mio copridivano che profuma di lavanda rende tutto più “pulito”.
Fino alla sera, il pavimento pullula di candeline, la Chiara si incazza perché qualcuno (non io) ha messo il vino rosso nel frigo e l’angolo relax del camerino ha una forma.
E perfino un tappeto con un sole tribale sopra. Una finezza. Domani oscureremo i vetri. Hai visto mai che qualcuno veda gli Overkill o peggio ancora i Marduk nudi… E’ lì che mi attraversa la mente un pensiero, il camerino dei Marduk non ha finestre ma solo una porta che io però tengo chiusa. Santocielo! Mi vedo già sul giornale la nota (per altri motivi) Titti Angeramo attenta alla vita di una band internazionale e viene immolata sul loro altare.
Renderò loro le cose meno terribili dunque: innanzi tutto gli arrotolo gli asciugamani uno per uno. Con quelli bianchi cerco di farci i cigni come all’Hotel Ramses II al Cairo
ma non mi vengono… amen apprezzeranno le bisce .. dopodiché gli metto un bel drappo tigrato (federa tagliata con taglierino da cartoleria facente parte di una parure da letto matrimoniale sul quale ho giaciuto mesi addietro) e ovviamente decine di candeline. Guarda, gli copro pure l’entrata del bagno! Tutto ciò mi ha aiutato in un secondo momento a fine festival quando ho scambiato il batterista per uno degli Strato e gli ho detto che la maglietta dei Marduk era figa ma la band era di merda…
Ovviamente mio fratello acquisito Micheal è corso in mio aiuto: facciamo una bella foto insieme!!! – sì sì che bello – E il biondo batterista: sai che questo camerino mi piace molto?
Bene. Non verrò immolata. Che bello!
Ma è ancora venerdì e la Chiara borbotta qualcosa a proposito del fatto che la SUA band si è persa alcune cose in qualche aeroporto.
Siamo entrambe preoccupate sui tempi che non verranno rispettati ma mentre lei è DAVVERO preoccupata, io che sono abituata a questo posto so già che è inutile adirarsi.
Ok ceniamo. Prese per il culo sul fatto che non mangio animali e perché dicono che il mio cane è gay solo perché invece di montare tutto il giorno la sua fidanzata la guarda sognante; è un cane romantico non gay.
Ok andiamo a dormire. Domani è il gran giorno e io sono felice perché non vedrò la Chiara fino al tardissimo pomeriggio, dato che va a prendere la SUA band.
E arriva il 10 agosto. Il giorno del festival.
Per l’occasione indosso una maglietta dell’Ape Maia e un paio di occhiali neri a forma di cuore che mi rendono tutt’altro che credibile. E che vuoi togliere il CD dalla macchina per 500 metri? No. Sempre loro: gli Eversin.
Ciò che è successo dal mattino alla mezzora prima dei Marduk lo ricordo confusamente.
Ricordo un acquazzone per il quale pensai: oh cazzo!
Ricordo dei ragazzi nel camerino degli Overkill che mi aiutavano nel difficile compito di oscurare i vetri talmente sporchi da non averne bisogno.
Ricordo che mi hanno presentato la cantante degli Heavenshine.
Bella, truccata e con le unghie fatte ed io invece sono Cenerentola che non può andare al ballo.
Ricordo che sono arrivata in cassa perché non trovavano degli accrediti che invece erano lì.
Ricordo uno vestito da albero
(e io non bevo).
Ricordo uno con la maglietta degli Eversin
che si era perfino comprato il CD e lì ho avuto un mancamento.
Ricordo che sono arrivati gli Eldritch; che mi sono innamorata di tutti i Folkstone donne comprese; che c’era un pastore tedesco che mi seguiva; che non arrivava corrente ai gazebi; che la tenda del bagno cadeva giù perché il biadesivo con quel caldo non reggeva e quindi, ebbene sì, l’ho inchiodata!
Ricordo che il ghiaccio non bastava ma amen; che ho messo la via la birra scaduta ma qualcuno l’ha presa lo stesso. Ricordo che le morose dei musicanti erano belle e truccate e io ero tutta sporca e secondo me anche puteolente.
Poi a un certo punto torna la Chiara e mi dice qualcosa. Io intendo perfettamente la parola TRIOIONE.
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troie troie everywheeeer! |
Ma poi arrivano i Marduk. Oh che belli. Maestosi, dipinti, silenziosi (finché non sono stati sul palco).
Marduk.
Bel painting bianco nero. Praticamente dei Panda. E giù l’olocausto concertistico.
Dopo il quarto pezzo sono in un angolo del palco che chiedo pietà. Ma loro fanno tutta l’ora e qualcosa.
Tutta.
Parlano. Cazzo. Parlano. Ora andrò all’inferno per essere restata sul palco. Ma ‘sta band per quanto di merda nel suo genere è immensa.
Inizio ad avere le allucinazioni perché ho fame. Vedo le legioni di Astianatte che mi vengono a prendere con il cd degli Eversin.
E vedo i panini della mamma di Gerardo a forma di croce rovesciata.
Cos’è sta pace?
Ohhh finito… sorrido.
Il sole è tramontato. Gira voce che manchi un sacco di tempo agli Overkill e che potrebbe saltare lo show.
Ok. Devo stare calma. Faccio finta di nulla. E aspetto.
Portiamo da bere sul palco e tra un po’ inizieranno gli Strato. Bello show…zzzz….
per nulla noioso…zzzz.
Il momento più bello è stato quando ci siamo dovuti fiondare in ¾ per tenere fermo il backdrop. Momenti di vita vissuta come quando l’anno dei Gamma Ray io e Pino Scotto tiravamo giù la gente dalle torri layher.
Intendiamoci, gli Strato mi piacciono. Ma a piccole dosi. E’questione di gusti. Quindi attendo con ansia la fine di questo show per due motivi: primo perché VOGLIO i MIEI Overkill! Secondo perché non posso perdermi la tradizionale scenetta sul palco degna del Festival di Sanremo… quando Gerardo consegna le targhe di ringraziamento alle autorità e ………………..ALLE BANDS!
I Marduk se la sono cavata con un “non abbiamo piacere di andare sul palco senza trucco”
Gli Overkill si sono auto-seminati.
Ma gli Strato e il sindaco NO! Sono lì sul palco. Tipo premiazione di Marco Carta.
Adoro questo momento. Soprattutto se di sottofondo la Chiara continua a imprecare contro la stessa pozzanghera che trova sul suo cammino. Ma in questo momento amo perfino lei. Manca così poco che me l’abbraccerei perfino. E sono così felice che la musica d’attesa potrebbe essere anche… il cd degli Eversin.
Ed eccoli qui.
Gli Overkill.
Caro Bobby, hai idea di quante volte da ragazzina ho sognato di vederti dal vivo e nonostante i mille concerti che ho visto a te non ti avevo mai visto dal vivo? Hai idea di quanto volevo vedere questo show? Ed eccoti qui.
Io non vedevo un’energia così non so da quanto tempo. Concerto incredibile, da lacrime. Infatti a un certo punto vedo tutto appannato. Questa è un’altra tradizione all’Agglu: io che piango. L’anno scorso con i Rhapsody Of Fire è stato un ruscellare di lacrime. Quest’anno mi sono contenuta.
Era più rabbia quella che doveva uscire quest’anno rispetto al dolore dell’anno scorso.
Da “In Union We Stand” in poi, ricordo di aver costretto i Marduk ad andarsene. Ricordo la lingua di qualcuno; ricordo che Gerry era verde smeraldo. Lo volevo abbracciare ma non ce l’ho fatta.
Cavolo è finito. Le mie tovaglie puzzano di tutto. In mezzo ci capita come sempre un paio di mutande. Queste per altro sono fighe, bianche, con un disegno stilizzato grigio. Chissà di chi sono?
Di solito riconosco chi ha usato gli asciugamani dall’odore. Le mutande le lascio per ricordo.
All’òtel, un altro bieco tentativo di finire la serata “together” (abbiamo saputo poi che il tipo in questione ha dormito in corridoio…) e poi a letto. Qualcuno ha sbagliato le prenotazioni quindi questa notte dormirò con la Chiara. Dopo un’ora di chiacchiere mi si chiudono gli occhi. A lei le si sono già chiusi. Come avrò fatto a pensare che fosse davvero così stronza per non dire altro?
Buonanotte. Buonanotte Gerry. Buonanotte Bobby.
A14 – Sulla via del ritorno
Ho lasciato Chiara in aeroporto. Sono a pezzi e, sigh, non ho nemmeno la forza di cambiare CD. Per cui Eversin per tutto il viaggio.
Peccato che ora li odio per forza perché ‘sto cazzo di cd, ospite a parte, è figo.