E’ una mezza sfida riuscire a scrivere qualche riga su Gioia Maria Scola, all’anagrafe Gioia Maria Tibiletti, classe 1961, madre spagnola, modella e attrice un po’ meteora che ha attraversato gli anni ’80 e il mondo onirico notturno di molti noi adolescenti dell’epoca. La “sfida” è dovuta al fatto che su internet c’è pochissimo, poche notizie, poche foto, tutto si concentra unicamente attorno ai procedimenti giudiziari di cui la Scola fu protagonista nel 1995, allorché venne iscritta in una lista di indagati per traffico di droga – lista che vedeva coinvolti anche altri personaggi pubblici come Paolo Berlusconi e l’ex ministro Giovanni Goria – e conseguentemente arrestata (5 mesi di cui 2 ai domiciliari).
Il 31 gennaio 2007 venne assolta in quanto il fatto non sussisteva. Al di là del merito della questione giudiziaria (la Scola si è sempre procalamata innocente), di cui non ci interessa, la vicenda in sé ovviamente si abbattè come una mannaia sulla reputazione e la sfera lavorativa dell’attrice, che dal ’95 in poi sostanzialmente non ha più avuto a che fare col cinema, eccezion fatta per Malefemmine del 2001 (di F. Conversi), lavoro parzialmente autobiografico scritto e prodotto dalla Scola stessa, nella quale si raccontano le geste di Francesca, giovane attrice che finisce ingiustamente in carcere per colpa di un amore sbagliato.
Nel ’77 interpreta il suo primo film con Damian Damiani (lo spionistico Goodbye & Amen), nel ’78 è Miss Teenager, nel ’79 esordisce nel mondo dei fotoromanzi (ne farà 341 dal ’79 al ’90). Tra la fine dei ’70 e tutti gli anni ’80 gira diversi film, tutta roba di classe (Il Petomane, Pierino Contro Tutti, I Predatori di Atlantide, etc.), molto cinema di genere italiano (Bava, Martino, Fulci), qualche titolo commercialmente più appetibile (Yuppies 2, Sotto Il Vestito Niente 2 ), Festa di Laurea di Pupi Avati e il morboso Sensi con il morboso Gabriele Lavia e la morbosa Monica Guerritore.
Non si tratta di pellicole memorabili per i vari Morandini e Mereghetti, ma per qualcuno di noi “kultori” del cinema di quegli anni, si. La Scola vanziniana di Yuppies e di Sotto il Vestito Niente ad esempio è una vera bomba di sensualità ed erotismo, nonostante le due pellicole appartengano rispettivamente ai filoni della commedia e del giallo/thriller. I Vanzina sanno sfruttare la componente sexy della Scola (esplosiva in Bugie Rosse, eroticone di serie Z del ’93), vedere per credere, accattatevi i divvuddì e avrete la prova provata di quanto era abbbona in quei film la Scola.
Nel 1987 è su Playboy Italia, Wikipedia non ve lo dice ma in più occasioni va anche su Playmen, Excelsior, Penthouse (riviste assai più “polpose” del patinato Playboy) e su Skorpio. Cosa faccia oggi la Scola non ne ho la più pallida idea e francamente spero solo che si goda pace e serenità. A noi, per quanto è durata poco, ha dato delle soddisfazioni e per questo la ringraziamo sentitamente.