NESSUNO DARA’ RETTA AI DEVILDRIVER!

Nuovo, (per qualcuno, ennesimo) disco dei Devildriver, ma stavolta la band di Los Angeles cerca di fare le cose in modo un po’ diverso dal solito, probabilmente riuscendo nel poco invidiabile merito di scontentare tutti. L’album infatti non è la solita sequela di brani groove, riffosi, urlati, aggressivi e con l’unica pretesa di accompagnare uno scontro fighetto metropolitano a colpi di skateboard; almeno non del tutto. Pare infatti che i Devilz stavolta abbiano cercato di essere un tantino più ricercati e sperimentali.

Parole grosse, lo sappiamo ma cosa pensare di “The Appetite” o “Curses And Epitaphs” dove alla solita muraglia riffona e ruffiana di guappa metallarìa, si mescolano delle belle pennellate di toccante e ariosa melodia? Certo, rimane la sensazione che i brani in scaletta siano troppi e non tutti necessari, inoltre che la band finisca col ripetersi in una lunga serie di scream e bordate panterose ripetitive e scontate ma gli arpeggi uggiosi che aggrediscono a metà del parapiglia thrasharolo riempiono inaspettatamente il cuore. Peccato che il solito pubblico dei Devildriver non abbia bisogno di commuoversi e accoglierà queste varianti ricercate come indizi di un temibile ammorbidimento, mentre gli ascoltatori meno carogneschi e burini li snobberanno a prescindere, convinti che non ci si debba aspettare niente di nuovo dalla band di Daz Fafara. È a loro che si rivolge questa recensione. Andate su You Tube e sentitevi “Sail”, poi ditemi se non vi siete ricreduti almeno un po’. (Francesco Ceccamea)

poetica truculenziassss!