IL NUOVO ALBUM DELLA BLACK LABEL SOCIETY USCIRA’ NEL 2043

Va bene, ci sono stati dei problemi di salute che gli hanno procurato un paio di ricoveri ospedalieri, la nascita di un figlio chiamato coerentemente Sabbath e tutta una serie di partecipazioni strampalate in progetti discografici di un certo fascino (tipo quella con il capitano Kirk di Star Trek). Poi abbiamo avuto la telenovelas sul ritorno dei Pantera, dichiarazioni d’amore a Lady Gaga nella speranza di avere pubblicità e nuove offerte di riconciliazione con Ozzy. Del resto, inizia a essere una tendenza generale quella di allungare i tempi tra l’ultimo album uscito e il nuovo album uscente, l’avete notato? Non più ogni due anni ma due anni e tre mesi, sei mesi, nove mesi. Peccato che nel mezzo i gruppi continuino a far uscire “cose”. 
amigo combrare? combra tu chitara? 
I due album più belli di Zakk Wylde non sono quelli con la BLS ma il primo “Pride & Glory” e l’album solista “Book Of Shadows” (che tutto sommato non è un capolavoro). Gli altri album, quelli della sua band più famosa, in fondo non sono mai stati convincenti. In alcuni ci sono delle buone canzoni ma anche un sacco di riempitivi e la sensazione generale, a partire dal primo “Sonic Brew”, passando per il tanto venduto “Mafia” (che crolla miseramente nella seconda parte dopo un classicone strappalacrime come “In This River”), è che quasi tutto il materiale l’abbia riciclata dalla roba scartata da Ozzy. Poi progressivamente Zakky ha finito per invertire la tendenza.  Una delle motivazioni di Sharon, riguardo il licenziamento di Wylde è infatti che i dischi del nemico numero uno di bat man (per non dire ancora Ozzy) somigliassero sempre più agli album della BLS. Vero, con la differenza che questi ultimi iniziavano a sembrare migliori. E così Ozzy ha rimpiazzato quel mostro scorreggione biondo crinito (per non dire Zakk Wylde) con una fighetta che non ha metà del talento di un qualsiasi suo chitarrista precedente (per non dire Gus G) che però è carino, esotico, giovane e con il nome hip hop. 
Sono quasi quattro anni che non arriva un nuovo album della BLS. Credevo che il successore del discreto e molto sopravvalutato “Order Of The Black” (che tanto ha fatto impazzire qualche hipster), sarebbe uscito quasi subito e avremmo avuto il disco della consacrazione definitiva o giù di lì. Non chiedetemi perché, era una sensazione.
Chi meglio di Wylde incarna lo stereotipo del metallaro? Secondo me potrebbe essere il nuovo Lemmy, nel bene e nel male (anche se al chitarrista manca il cervello guasto e la giusta congettura di stronzate storiche per riuscirvi fino in fondo). Però c’è la stessa retorica del beone purulento che fa e dice quel che cazzo gli pare (anche se con una moglie e dei figli biondissimi ad aspettarlo a casa). Gigantesco, vichingo, con la panza e i calzoni che sembrano gli stessi da troppo tempo, incarna alla perfezione lo stereotipo del metallaro come lo si desidera immaginare oggi, brutto, sporco e bifolco; ma bravo, per quanto sembri un ex secchioncello della sei corde che alla fine ha scoperto la birra e ha mandato a puttane lo studio, sprofondando in un paludoso e poco lucido autocompiacimento. Suona, suona e suona sempre la stessa scala. Squilla e squilla e squilla sempre la stessa nota. Sono anni che come chitarrista fa il Zakk Wylde, ma di contro, bisogna pur dirlo, sono anni che come compositore cerca di mostrare qualcosa di più, (alcol permettendo) lasciando perdere il suo strumento principale e passando al piano e prendendo lezioni di canto (ma gliene servirebbero anche di dizione). E poi finalmente è libero. Niente Ozzy a rubare le canzoni, le energie. E invece Zakk Wylde tergiversa.  Il problema è sempre Ozzy. Ozzy era lo stipendio fisso di Wylde. Senza di lui ora non ha proprio più tempo di scrivere musica e deve puntare su gli EP acustico-tribal orchestrali delle vecchie canzoni  o il caffè della Black Label (che in questo periodo gli sta prendendo un sacco di tempo per la promozione). Magari per mantenere moglie e figli deve fare il turnista anche non accreditato per la peggiore gentucola del pop business. Sharon/Ozzy (l’unica e indiscutibile Overlord) gli apriva le porte. Ora molte sono di nuovo chiuse. Zakk diceva sempre: “datemi una cassa di birra, un biglietto aereo e vengo a suonare da voi”. Adesso dice (brubrubrubrubrubrubrubrubru) che ha smesso pure di bere e immagino che chieda qualcosa di più che una cassa di Fanta, ma il ritornello è sempre quello. Cantautori italiani, se siete stufi di chiamare Slash, rivolgetevi a lui.
Che poi la realtà ormai è questa: se un artista ha bisogno di soldi non si mette certo a incidere “il disco nuovo”. Suona dal vivo, fabbrica nuove linee di magliette, nuove cazzate per i fans, tipo le toppe o la birra. Cerca in tutti i modi di far parlare attraverso qualche bella polemica, che è il modo più economico e meno impegnativo di rimanere nella testa del popolo senza dovere per forza pubblicare un dvd e correre a farsi intervistare! L’hanno scoperto di recente i Machine Head e gli Avenged, n’est pas? Insomma, qualcuno ha il numero di Wylde? Il compleanno di mia figlia è il 29 novembre.   (Francesco Ceckitout)