Disastro Entombed? Maledetto Clandestine! Firmato L.G. Petrov!

Cosa mai saranno quei problemi tecnici imprevedibili che hanno ufficialmente fatto saltare l’imminente ritorno discografico degli Entombed? Il disco Back To The Front (Century Media) sembrava ormai pronto, era stata comunicata la tracklist e la data di uscita a ottobre. Poi il rinvio al nuovo anno e poi il macello. Prima la notizia che Alex Hellid , Ulf “Uffe” Cederlund e Nicke Andersson torneranno a esibirsi con il nome Entombed per un concertone a febbraio, in Svezia in cui eseguiranno l’intero Clandestine, secondo storico album della band accompagnati da un’orchestra imponente e un coro di 40 membri (!) e poi la quasi ufficialità che anche Hellid è fuori dalla band degli Entombed di Petrov, lasciando quindi il campo al solo L.G. come membro originale. Curioso che per il paffuto cantante sia sempre Clandestine a fare da colonna sonora ai suoi problemi. Deve odiarlo, quel disco! Tutti sanno che è l’unico senza di lui alla voce. Dopo Left Hand Path la band era lanciata, stava per sfondare e c’era molta attesa sul ritorno in studio. Petrov teneva bene la scena e pareva l’unico grande cantante death di Svezia ma arrivò a sorpresa la notizia della sua cacciata improvvisa. I brani li cantò Nicke ma nei credits il batterista decise che sarebbe stato più “suggestivo” attribuirli all’ex bassista dei Carnage Johnny Dordevic, che partecipò poi davvero sia al tour che nel video promozionale in veste di frontman. Dopo qualche tempo Petrov tornò e gli Entombed tentarono di essere i nuovi Metallica, fallendo per vari motivi. Per tanti anni non si seppe il motivo di quello strano licenziamento e solo da poco è venuta a galla la verità: Andersson cacciò Petrov perché lo sospettò (!) di averci provato con la sua ragazza di allora. Dopo questa decisione la band si ritrovò nella cacca e alla fine Nicke lo richiamò scusandosi con lui. Clandestine fu anche il disco in cui la passione di Andersson per il death metal trovò uno sfogo definitivo e infatti al terzo disco della band ci fu la sterzata verso il più accessibile (ma che disco, ragazzi) Wolverine Blues e poi il cambio irreversibile di DCLXVI.

Curioso che Andersson abbia voluto tornare alle origini (escludendo l’appassionante divertissement con i Death Breath) partendo da uno dei dischi che in fondo ha sempre ammesso di non amare in modo particolare. Stupisce anche la decisione di arrangiarlo in chiave sinfonica, cosa che per certi versi incuriosisce (Stranger Aeons, Through The Colonnades) ma per altri lascia perplessi (Living Dead, Sinner Bleed, Evilyn). Comunque non è questo il punto. Petrov non solo perde Hellid ma si vede portar via pure il nome per celebrare l’unico disco in cui lui non fu un Entombed. Il cantante ha dichiarato (forse troppe volte) di essere convinto della nuova formazione a cinque e voglioso di tirar fuori un album decente dopo anni di silenzio. Riguardo Hellid, si sa che ha subito un intervento chirurgico definito dai comunicati come “importante” più di un anno fa e che non vedeva l’ora (comunicazione di rito) di tornare a lavorare con il gruppo al nuovo album previsto per il 2013. E adesso non sembra aver preso parte a nessun nuovo album che non uscirà nel 2013. Petrov nicchia, nega, sbraita ma sembra ostinarsi a tener su un velo sottile da cui traspaiono evidenti difficoltà di gestione. Clandestine suona per la seconda volta la campana a morto, vecchio L.G.?