Alla lettera G ce ne sarebbero diverse e di sicuro una delle parole più curiose è Gagging. Di cosa si tratta? Vi do un indizio, è chiamato anche Deep Throating. Si tratta di infilare il membro (o cazzo) dentro la bocca di un/una partner il più a fondo possibile, fino a che non spuntano le lacrime, i conati e altre manifestazioni corporali di disagio. Il Gagging appartiene a quel filone di pratiche cosiddette sadomasochistiche, ovvero fare all’altra persona robe sgradevoli e trarne in modo estremamente egoistico il proprio giubilo. Non ci sono molte spiegazioni a riguardo. Gag significa imbavagliare e Ball Gag è quel classico bavaglio fatto di cuoio che circonda il capo e si chiude dietro e come potete immaginare dal nome stesso, una palla che riempirebbe la bocca dell’imbavagliato, impedendogli definitivamente di urlare. Oltre a impedirgli di gridare, il praticante è costretto a tenere la bocca spalancata, anche a rischio di slogare la mascella.
Gagging è quando tutto questo viene sostituito da un pene, possibilmente di grosse dimensioni. Non cominciamo a tirare di morale (o di molare, che è peggio): il gagging è una pratica consensuale (il diavolo sa perché) e tra l’altro non da spazio all’improvvisazione e al dilettantismo.
Prendere un grosso pene fino in fondo è una cosa assai difficile e oltre a combattere la nausea (o gag reflex, se volete) bisogna evitare di morire soffocati. Anche se per alcuni di voi è sempre la stessa mischia (in senso figurato) c’è differenza tra face-fucking, fellatio e gagging ed è nel tipo di relazione mentale che lega i due praticanti e che queste “orazioni” esprimono chiaramente: Fottere una donna in faccia significa che il potere è solo di chi ha il pene e non di chi ci mette becco (o bocca); Fellatio è condivisione, farlo insieme rispettando dei limiti; Gagging è vera bastardaggine. L’uomo non solo entra ed esce riducendo la bocca a un orifizio qualsiasi ma spinge a fondo fino a provocare dolore, vomito e addirittura la morte.
Chi può volere questo? Ma dopo che due tizi si sono consensualmente dedicati al cannibalismo, uno come mangiatore e l’altro come pasto, ancora sperate di conoscere i confini del piacere umano? O quelli del dolore? Se la risposta è sì andate pure a cacare e vedrete che per qualcuno la cosa potrebbe risultare comunque interessante e addirittura appetitosa. (Francesco Ceccamea)