Il gothic nelle sue millanta forme non è la mia tazza di thé e i Rublood non fanno certo la differenza. Sono stato però chiamato a recensire con obiettività il loro debutto discografico, Star Vampire, che a scapito di ogni mia fissazione ha saputo rivelarsi un ascolto non da strapparmi i capelli, però mi ha tenuto compagnia in quei momenti solitari per strada o su di un treno dove non avevo la minima idea di cosa fare della mia vita. Un ascolto superficiale e sotto a pensare a gruppi come Rammstein agitando le gambe a tempo mentre la gente mi fissava additandomi e pronunciando a voce soffusa ‘poverino, deve aver battuto la testa quando era sul seggiolone’. Cito i tedeschi perché non viene in mente altro paragone per un gruppo che prende a piene mani dalla scena industrial. E poi io ascolto solo doom metal, quindi perdonatemi se sono ignorante. Modaiolo quasi a voler sembrare cafone, chi ama queste sonorità non si strapperà i peli delle ascelle, ma non userà neanche il cd come sottobicchiere nella macchina, ascoltandolo più volte nei suoi viaggi verso uno di quei concerti cyber che gli piacciono tanto. Ecco, parlando di questi soggetti penso che il mio amico Francesco (non il Cecca) gothico da quando ho memoria, saprebbe parlare meglio di me di quest’album essendo lui fan di gruppi come anche Deathstars, HIM, e anche Marilyn Manson. Se sei gothico come il mio amico, e/o ascolti uno dei gruppi citati, ecco trovato il passatempo per per te. Gli altri prendano l’album per quello che è: un debut ricolmo di sogni ed entusiasmo. Derivato? Forse. Una novità? Per niente, persino io che non ascolto il genere non faccio altro che pensare ad altri nomi. Lo riascolterei? Mi trovo già al quinto giro e non mi sono ancora annoiato.
(Ruggiero Musciagna)