GIAPPONESATE #20 – The Machine Girl

Che senso ha fare un altra recensione di The Machine Girl oggi? Ben cinque anni dalla sua uscita, tre da quando un pazzo ha deciso di sottotitolarlo nella nostra lingua; eppure io sono legato a questa pellicola.
Tre anni dopo la sua uscita in italiano da parte di Dnotomista decido di cliccare quel dannato pulsante play. Ricordo con fare lontano, come un vecchio sul calare dei suoi anni, le chat su msn con Dnoto su quanto aspettava di trovare una versione decente di Tokyo Gore Police.
Che centra poi parlare di ciò? Niente, perché nel mio passato mi divertivo pure io a sottotitolare anime e film. Che centra poi Tokyo Gore Police? In primis perché in comune c’è Yoshihiro Nishimura, presente in Machine Girl per gli effetti speciali. In secundis perché Tokyo Gore è oro in confronto.
Non vale la pena aggiungere altro, molti hanno già parlato prima di me di questo film e come mi hanno insegnato, le recensioni non valgono più a niente. Sono solo meri dati che riempono la rete, mentre prima erano alberi tagliati per dare sfogo al pene di chi pensava di avercelo grosso, quando invece quelli erano solo i calli per le troppe smanettate di saccenteria.

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Mio cognato mi disse che le recensioni dei film sono troppo soggettive e i critici di settore hanno rovinato la sua filmografia buttando voti negativi su pellicole da lui apprezzate. ‘Quanti soldi sprecati’ ecco il suo commento sulle riviste di film. Avrà poi ragione? Beh, quando leggi che Pulp Fiction ha dei dialoghi noiosi…

TRAMA(beh, trama…)
Nonostante la morte dei suoi genitori, che si sono suicidati a causa di una falsa accusa
di omicidio, la giovane Ami trascorre un’esistenza tranquilla. Frequenta il liceo, si occupa della casa e si prende cura di suo fratello minore.
Yu, questo è il nome del ragazzo, è vittima insieme al suo amico Takeshi delle angherie di un gruppo di teppisti capeggiati dal figlio di due crudeli Yakuza.
Durante uno scontro i due ragazzi verranno uccisi e Ami in preda al dolore
cercherà di farsi giustizia da sola. In seguito a un primo maldestro tentativo, verrà
ridotta in fin di vita e perderà un braccio. Soccorsa dai genitori di Takashi, si sottoporrà ad un tremendo allenamento e con l’ausilio della mitragliatrice, che il padre del ragazzo le installa al posto del braccio mancante, darà il via alla più sanguinosa vendetta della storia del cinema.

In definitiva la trama non brilla per originalità, tuttavia il regista e sceneggiatore Noboro Iguchi, già noto per Death Trance, è dotato di un impareggiabile gusto per l’orrido, di notevole senso dell’umorismo e per tutta la durata del film riesce a non prendersi mai troppo sul serio. In una interminabile sequela di sgozzamenti, smembramenti, decapitazioni etc… confeziona un prodotto,un po’ Tarantino, un po’ Peter Jackson, leggero e divertente (a patto di avere un certo pelo sullo stomaco). [By Dnotomista]

Questo è il parere del sommo. Il mio?
Che mi è dispiaciuto guardarlo da solo, ma nessuno aveva il coraggio di sedere accanto a me sul divano ridendo di scene assurde che per poco non mi hanno fatto volare come superman dal balcone.

Braccia cotte come tempura.

Squadroni della morte.

Heiachi Mishima.

Ci mancava solo il reggiseno di Mazinga.

Citazioni a sprecarsi.

Una grandissima cagata di film, da guardarsi rigorosamente seduti sul cesso col lettore dvd portatile e un vasetto di nutella per scurire meglio la merda.
E per chi non si accontenta consiglio pure un bel piatto di sushi.