Gama Bomb – The Terror Tapes (AFM, 2013) Recensione

“Sono venuto a uccidere Ronny Cox, Ronny Cox è il mio capo. 

“Io non ho moglie, mia moglie è andata, io sono qui per uccidere Steve Berkoff” – Beverly Hills Robocop

Questi Gama Bomb, ascelle pezzate di San Patrizio, continuano il loro allegro e sornione cammino discografico tributando al vecchio thrash tutto un grande amore birraiolo. Il quarto disco, The Terror Tape, è infatti un simpatico ed entusiastico inno a un genere ormai sotto vuoto. Li potremmo collocare tra il 1987 e il 1989, quando gli Overkill, gli Anthrax procedevano avanti e indietro su una strada chiusa e lo facevano in modo assai ginnico e spensierato, inconsapevoli del granchio commerciale che stavano prendendo.

I Gama Bomb infatti ricordano quel tipo di thrash pompato e molto vicino al power più che il punk e l’hardcore. Se ci limitassimo però alla musica non potremmo dare più di una striminzita sufficienza, tanto più che personalmente trovo deprecabili le band struzze (più che truzze), le quali infilano la crapa sotto il suolo di un passato ormai concluso e negano che sia successo qualcosa nel metal, oltre il 1991.

 

Tuttavia i Gama scrivono testi davvero esilaranti, ricchi di visioni strambe e fuori contesto sia musicale (la celebre Danza delle sciabole di Aram Khachaturian in coda al solo di Terrorscope) sia nei temi scelti rispetto alle solite menate di thrash tradizionale:  nucleare, la violenza metropolitana, i Grandi Antichi spiaggiati e i manicomi festosi. No, loro preferiscono robe più divertenti e ignobili. Associate poi all’ottusa e manovale pratica del vecchio metal bay area, sono le spezie giuste che rendono il piatto molto più piacevole da mandar giù.

Dalla rivisitazione cogliona di Robocop (Beverly Hills Robocop), passando per l’inno di un minuto dedicato a quel ragazzo portentoso di Willem DaFoe (Smoke The Blow With Willem Dafoe), fino all’invettiva su un idiota metallaro (Metal Idiot) che solo loro sanno chi sia e altre degeneranti prediche al limite della scemenza pura sulla follia indotta dai psicofarmaci, gli immancabili cannibali zombeschi per le strade (The Cannibal Are In The Streets – All Flesh Must Be Eaten), degli improbi satanisti (Backwards Bible)  e un miniproiettile di 16 secondi incentrato sulla condivisibile esperienza dello smerdare se stessi per vivere, anzi sopravvivere. (Shitting Yourself To Live). A chi non è capitato?

Insomma, niente male. Fossi in voi io gli concederei un paio di ascolti, ma con i testi alla mano.

(Francesco Ceccamea)