sadDOLLs – Happy Deathday (Lunatic Asylum Records, 2012)

I sadDOLLs, compagine ellenica al secondo disco, non hanno una gran personalità e nella scrittura dei brani, tranne qualche sporadica eccezione, sono privi di guizzi, intuizioni particolari. Del resto gli va bene così, neanche ci provano a fare gli originali. Ripercorrono le vie del love metal disboscate e battute dagli Him e i Tiamat di Judas Christ e ogni tanto si concedono qualche parentesi più violenta e tenebrosa (Psychedelic Love, Be Darkness), con riff pieni di groove e voci cavernicole di alcuni special guest.

Se piace il goth e l’erotomania necrofila, di sicuro questo album può risultare gradito, magari come sfondo sonoro di una bella orgia con le bambole di vostra sorella più piccola o mentre inviate l’ennesima lettera anonima alla compagna di classe delle medie, che a tutti la diede tranne voi. Dico questo perché noto, soprattutto negli episodi meno aggressivi una comune aura di ossessione stalkeristica. Le tracce infatti sono ripetitive, si somigliano quasi tutte e compongono una monotona cronaca su un’insonnia d’amore consumata da piedi alla bara della propria amata, fredda e magnifica nel latte spermatico lunare, oppure sono un’interminabile e tediosa ode maniacale all’amante ingrata che lacrima e geme mentre è legata e imbavagliata in una stanza segreta che solo George Downloved, il cantante del gruppo, conosce. Fate voi.

Amanda Blood in questo senso è una esemplare ballata di peccato, emoglobina e tossicità, così come The Drug, che tinge di rosso i corridoi di qualche liceo anni 80 e Criminal Of Love, sprofondata in una malinconia glaciale senza speme. La mia preferita però è la deprimente Coma Song, autentica ninna nanna cadaverina. Ci sono una vagonata di ospiti: dai connazionali Manon Fatsis dei Dark Nova e Darkface dei W.E.B., ai finnici Jarno Perätalo e Jussi-Mikko Salminen dei To Die For, Robert Karlson degli Scar Simmetry e altri ancora. Chi diavolo sia tutta questa gente non chiedetelo a me, ho solo riportato quello che c’è scritto su Encyclopaedia Metallum e tenuto conto delle cose che mi ha detto l’altra sera a cena la simpatica moglie del Biani. Questo delirio lo dedico volentieri a lei. (Francesco Uccellatore Ceccamea)