Exhumer – Degraded by Sepsis (Comatose Music, 2013)

Una noia. Ok, sto esagerando. Forse ero partito con un idea sbagliata. Non avrei dovuto rispulciarmi i Cock & Ball Tortureprima, e neanche i 7 H. Target dopo. Un album quando va recensito necessita d’essere ascoltato a mente fresca. E lo so che non sono giusti paragoni con gruppi così distanti, però parliamo sempre del cantante dei Vulvectomy che diamine. Li ho anche visti dal vivo, ho quindi il diritto di avere delle aspettative dopo una loro performance che ha saputo soddisfare la mia curiosità? Eppure questo Degraded by Sepsis dei baresi Exhumer è una palla. Ne mastico di brutal death metal, e non per citare nomi a caso ma quest’anno è uscito pure Abusing Dismembered Beauty dei succitati Vulvectomy. Alla voce c’è sempre Diego Fanelli, ma sembra di ascoltare due persone diverse. Senza fare confronti, ma la performance negli Exhunmer è di seconda categoria: un growl statico e monolitico, anche troppo. Fino alla terza traccia -Pungent Aroma of Uterine Necrosis- regge il gioco la voglia di scapocciare. La passione che scaturisce nell’alchimia tra il growl e gli strumenti vince sui pregiudizi, ma è solo un sogno di mezza estate. Niente a che vedere col suo progetto parallelo. Strumentalmente parlando il gruppo si trova una nicchia sopra al confronto di altri loro colleghi, dimostrando un tecnicismo sopra la media.

Vedere per credere, peccato che gli 11 pezzi proposti a lungo andare siano alquanto ripetitivi e tre sono pure tracce d’intermezzo, scendendo la quota a 8 brani per meno di venti minuti. Qualcuno dirà è un difetto tipico del genere, ma questo viene ovviato da produzioni ottimali e la passione dei suoi membri. Qui sembra mancare qualcosa. Che poi aggiungo mi devono spiegare che cazzo ci fa’ uno stacco strumentale di pianoforte -Misery- a metà album. Pure a me piace il piano, è il mio strumento preferito, ma non è che ce lo metto ovunque posso. Il fan medio del brutal death metal avrà pane per i suoi denti, ma deve avere proprio una gran fame. Io sono rimasto con l’amaro in bocca escludendo ogni possibile riascolto. Un vero peccato, perché uscito da quel concerto credevo d’aver trovato un nuovo nome da aggiungere nelle mie playlist. Se ne riparla alla prossima.

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