Gli Onslaught e il disco dell’anno (recensione di Titti Angeramo)

Stavo sfogliando un catalogo on line per scegliere un regalo da farmi fare a Natale dall’uomo che già non me lo immagino quando si compra i preservativi figuriamoci se ce lo vedo che entra in un sexy shop a comprare un gatto a nove code. Comunque… ho riascoltato il cd degli Onslaught.

Parto dal presupposto che In Search Of Sanity è il disco dell’anno. Tutto il resto viene di conseguenza.

Per esempio che sto disco è bello. Non che non voglia esprimermi in voli pindarici di parole ma perché farlo quando la realtà è questa? Sto disco è bello.

Roba ascoltata mille volte. Fraseggi soliti e ignoti. Ritmica potente, nulla di più.

Ma ‘sto disco è bello. E mi ha fatto riflettere.

E’un disco tutto sommato poco originale che arriva dentro ogni fibra, che ha una botta dietro l’altra di quelle che ti tramortiscono, ha momenti che vanno in down e che tu pensi “ah tutto qua?” e invece poi ti scoppiano dentro.

E stai lì che lo ascolti. Che ogni volta ti sembra di essere pronto alla botta e invece ti carica ancora.

E mi chiedo: a cosa serve essere musicisti della madonna se non mi dai niente?

Sì perché questi sono bravi, nulla di più, ma esplodono. Me lo chiedevo qualche giorno fa: perché loro sì e altri no? Un amico di fb mi ha risposto: perché sanno quello che vogliono.

Mi si è aperto un mondo: quando si hanno scopi contrastanti tra cuore e cervello si fallisce miseramente. Questi sono pronti a dare: confezionano il loro cuore e la loro passione in un cd e te li regalano. Così.

Per questo, questo disco è bello. Cazzo se è bello. E se lo penso io che sono una nostalgica del Serpente Bianco vuol dire che è bello sul serio.

Ti culla e poi ti scaraventa contro il muro. Si slancia verso di te e dopo qualche minuto tu non esisti più. Ti abbraccia e poi ti spinge via.

Me lo immagino tutto suonato su un palco di un pub di infimo ordine con tanto di luce gialla e fumo e mi vengono i brividi. E non le ultime frontiere di masochismo di quando uno ascolta certe bands o presunte tali nuove (e stavolta non aggiungo italiane perché potrei risultare ripetitiva).

Non analizzerò l’album pezzo per pezzo, non me ne frega nulla. I titoli li ho guardati una volta poi basta, non mi interessa come suonano. Mi interessa cosa mi danno. Ultimamente ho scoperto le gioie dell’orgasmo multiplo e continuato quindi troverò un’altra similitudine: avete presente quell’angolo di credenza dove si mettono le cose buone come la cioccolata? Ecco, sto disco deve stare lì. Tra le cose buone.

Buon Natale, soprattutto agli Onslaught.

Firmato: la moglie degli Onslaught. Tutti.

(Titti Angeramo)