Gli F.K.Ü. e la fottutissima retorica del mosh! Recensione del disco “4: Rise of the Mosh Mongers” (Napalm Records)

Dovrei limitarmi a dire che gli F.K.U. fanno un buon thrash scassone come ai bei vecchi tempi degli anni 80, quando era tutto più ganzo, spensierato e radioattivo. Magari potrei anche aggiungere che sanno suonare e che usano parecchie tematiche horror, a parte poi ricondurre il disco al tema materno, ovvero quello del mosh e della vita alcolica e sudata. Insomma, dovrei scrivere questo e dargli un 7 passando oltre. Tanto più che mi piacerebbero pure, sulla carta, un disco così. Insomma, scrivono pezzi ispirati a vecchi film horror, hanno il suono thrash poweroso in stile Anthrax e primi Metallica, un’attitudine trollesca e bizzarra (oh uao, sono truccati da zombie!) ma che palle!

No,insomma questi tizi non fanno dischi ma ricatti. Scrivono ruffianissimi inni di cultura thrash creata da un cumulo di revisionisti figli di you tube e feisbuc e la rivendono come un credo autentico strappato insieme alle toppe vintage acquistate su EMP, si rivolgono a un tempo in cui il thrash era fico e andava alla grande e tutti ci credevano e i culi si spaccavano e non si vendevano. Sono balle! Per quanto gli F.K.U., ma possiamo dire anche gli Hell’s Domain e altre decine di cloni, siano solo un sottoprodotto fasullo e ruffiano e pure sbagliato concettualmente.

Perché se si chiudono gli occhi e si ascoltano i suoni e i riff e le melodie di questo disco non viene in mente il thrash quando era vivo ma quando stava morendo, ovvero il biennio 90-91, se proprio vogliamo fingere che sia collegabile al passato. La scelta di travestirsi e minacciare violenza sugli uomini promettendo rappresaglie in nome del mosh e del thrash ricorda un po’ gli Gwar, ma al confronto i testi degli F.K.U. sembrano un bignamino per le scuole elementari delle invettive di Oderus.

Questa cosa di risbatterci certosinamente in faccia la tradizione del metal è la cosa più insana e fasulla che ci sia per il metal stesso. Dischi così nascono morti perché sono ricavati da cellule di generi cadaverizzati. Un disco come quello preso in esame ricorda l’album dei Sodom Better Off Dead e allora i Sodom erano già bolliti. Ricorda gli Overkill prima della tranvata di I Hear Black. E poi ripeto per la novantesima volta che il metal prospera grazie alla contaminazione. E’ sempre stato così. Il true metal non esiste. Esistono alcuni sottogeneri nati da contaminazioni che oggi vengono venduti surgelati a cubetti Bofrost per i culi dei metallaretti. Chiaro?

Il metal che cresce, si evolve e produce grandi album che segnano le generazioni non sono e non saranno mai la roba dei Toxic Holocoust o degli Evile. Immaginate il metal come il panino e bisogna metterci il ripieno, che non può essere altro metal, cazzo! L’industrial era metal (pane) ed elettronica (prosciutto). La cazzo di nwobhm era metal (pane) e punk (salame). Gli F.K.U. Sono metal (pane) e altro metal (pane). E il panino col pane magari ci garantisce la sussistenza e sappiamo bene che sapore abbia ancora prima di mangiarlo. Sappiamo anche che il pane come pietanza non ci stancherà mai e che è una delle cose più buone al mondo, ma senza il condimento che vita sarebbe? Cosa dovremmo farcene delle nostre papille gustative? Ecco, chi promuove simili vigliaccose patacche non fa che mettere da parte le papille gustative pensando che in fondo conta solo lo stomaco pieno.

Gli F.K.U scrivono pezzi ispirati a film horror cult come Terror Train, Amytiville Horror e At The Mountain Of Madness (che strapalle! Come se H.P.(urpo) Lovecraft non avesse scritto altro) ma sembra il bagaglio culturale di un dodicenne, cazzo! Eravamo arrivati a gente come Moonspell, Amorphis, Anathema, MDB, i TON e i GWAR! Eravamo avanti di galassie e adesso siamo tornati indietro di vent’anni a dire mosh come un esercito di gorilliominidi che vogliono solo biraaaaa! E fare le cornine e abbiamo detto tutto. E guardate che io non ho niente contro la birra, le toppe e le corna alzate in cielo ma qualcosa sfugge, ragazzi.

Non è un caso che siano le band con 20 anni di carriera alle spalle ad aver inciso i dischi più interessanti del 2013, se escludiamo i Ghost, mentre tra le leve giovani c’è solo conservatorismo vacuo e pusillanime. Dovrei ridere e ammiccare se attacca il brano da scapoccio che dice: ecco la truppa alcolica del mosh, farete la guerra col pavimento, yeah!, come neanche più i Tankard avrebbero il coraggio di grugnire? Dovrei entusiasmarmi per l’ennesimo quartetto di ignorantelli che infilano il nulla in 17 capitoli da tre minuti ciascuno inneggiando a una retorica da battaglia ricostruita al pc? E’ musica che onora i caduti: le band sciolte, fallite per un ideale ricamato dai posteri su coordinate che gli originali neanche sospettavano? Fanculo. Questa retorica metalloide è nociva come una scorreggia di Beefcake dopo che ha divorato tre postini alle soglie della pensione e soprattutto è pallosa.

(Francesco un giorno che si è rotto le palle Ceccamea)