PURTENANCE – Awaken From Slumber (Finalndia 2013)
Death del tempo che fu, composto da un gruppo di tanto tempo fa che riappare dal nulla quasi all’improvviso. Un paio di reduci si riaccoppiano e i Purtenance riprendono vita. La vecchia scuola death c’è e si sente, e con Awaken For Slumber non si è così lontano da quell’unico cd che riuscirono a produrre nel 1992: Member Of Immortal Damnation, che si confuse in quel marasma di uscite death metal dei primi anni Novanta. Venti anni dopo il death è veloce, sporco, doom… è death.
4,5/6
SARKOM – Doomsday Elite (Norvegia 2013)
Cd furbetto. I norvegesi Sarkom producono (inevitabilmente!) un black con una certa perizia e furbizia, mettendo i Gorgoroth e l’immediatezza dei Dimmu Borgir assieme, tanto per soddisfare subito, al primo colpo, un pubblico più grande. C’è aria di posticcio, di appiccicaticcio e poi il black via… non dovrebbe avere tutta questa perfezione, a cominciare dai suoni. L’album lo stesso non è da rigettare poiché i pezzi hanno una discreta validità.
4/6
MORTAL DECAY – The Blueprint For Blood Spatter (Stati Uniti 2013)
Brutal death americano messo su con una certa perizia che in parte ricorda quella dei Suffocation; mille gli stacchi e altrettanti i cambi di tempo per un gruppo che nonostante i venti anni di vita e il suo quasi anonimato carrieristico e musicale, ancora ce la fa discretamente e ce la fa con questo quarto album.
4/6
GLORIOR BELLI – Gators Rumble, Chaos Unfurls (Francia 2013)
Sono francesi ma non fanno di quel black complicato e spigoloso alla francese. Piuttosto fanno del black stradaiolo, molto americano, ma più che altro fanno dello stoner. Meglio quando spingono sul pedale, purtroppo per loro non lo fanno molto spesso, fossilizzandosi così su parti molto southern – hard rock d’oltreoceano. Mah! Fusione discutibile, secondo me, sarò all’antica, ma il black e il buon black è ben altro e poi che cavolo di titolo hanno messo a questo disco!?!?
3,5/6
EPHEL DUATH – Hemmed By Light, Shake By Darkness (Italia 2013)
Metal progressive e psichedelico senza nemmeno più una scoria di black, ciò sono diventati i nostrani Ephel Duath, che in questo album si avvalgono delle corde vocali di Karyn Crisis ovvero la voce dei defunti Crisis. Niente da fare per loro, oramai stanno fuori dal giro del metal estremo e quindi da questa rubrica.
p.s. … e comunque a me non sono mai piaciuti, neppure prima…
s.v.
(Flavus)