I Simpson e il death metal dei Judas Priest!

Se la sono cavata abbastanza bene gli autori della serie The Simpson. Per riparare all’incidente diplomatico della puntata con i Judas Priest, fanno scrivere a Burt, sulla lavagna, in uno dei momenti topici della sigla di testa:

I Judas Priest non sono death metal.

I Judas Priest non sono death metal.

I Judas Priest non sono death metal…

Infatti, nella puntata in cui appare, la storica band inglese viene definita proprio così: death metal. Svista grave, da lavare con la benzina e rifinire col lanciafiamme, no? Ma solo l’ultima di una lunga serie. Quante volte è capitato di sentir definire Ozzy Osbourne come il leader del black metal o gli Ac/Dc quali massimi rappresentanti del metallo incandescente? Se i contesti sono Beautiful, La vita in diretta o un articolo di cronaca nera de Il Messaggero quasi non avrebbe senso che una colonia di metallonzi infuriati minacci querele e apra gruppi scandalizzati su facebook. I Simpson però erano nostri amici, venivano nominati come la cosa più decente in tv nei vecchi referendum delle riviste metallare, ricordate? E adesso si smascherano in modo così scemo. Non sanno niente di heavy metal, sono dei poser!

Ogni giorno qualsiasi schiera di appassionati di qualsiasi argomento vede trattare in modo superficiale e inesatto la cosa che conoscono bene, che lo ossessiona, che gli sta a cuore. Immagino l’orrore dei teologi quando su un servizio di Voyager viene nominato lo spirito santo o i malati di retrogame negli articoli di un Valerio Magrelli sul Joystick come arma autoerotico-cerebrale. Ma quanto sono esagerati i metallari rispetto alle altre minoranze? A volte si arrabbiano e fanno più casino degli animalisti quando Crozza prende in giro Razzi o qualche altro esemplare protetto della fauna che imperversa e langue nel nostro fottuto parlamento. In fondo ci sono problemi ben peggiori (mancanza di fica) e cose più importanti (come avere la fica) a cui il metallaro dovrebbe pensare anziché arrabbiarsi con i Simpson per un’imprecisione macroscopica. Ma se il mondo del metallo si occupasse della fica probabilmente si estinguerebbe, quindi stiamo fermi così, viva la putredine sessuale degli headbangers e abbasso i Simpson, ignoranti e gialli da far schifo e che non fanno più neanche ridere.

Il punto è un altro. Gli autori della nota serie televisiva hanno usato una sottoclassificazione dell’heavy metal, il death (perché questo è per il mondo esterno, non una filosofia di vita e un ideale teo-bellico o politico o uno stile di vita) e l’hanno usata a sproposito. I metallari però si indignerebbero ancor di più se sapessero che i Judas Priest sono stati proposti dagli autori dei Simpson al loro pubblico eterogeneo per la loro natura singolare, eccentrica e buffa che superficialmente la band ha. Che ci crediate o no, cari metalhead, i Judas agli occhi di un profano non fanno paura, non provocano rispetto, non più almeno, risultano solo buffi, degni di stare in una puntata dei Simpson o dei Griffin. Non importa che si sappia chi siano, non importa che si conosca la differenza tra death e grind metal, funzionano come elemento comico, grottesco, paradossale. Un cantante che ulula in una tonalità da castrato roba tipo pentiti e inginocchiati ai miei piedi, vestito come un predicatore del Greenwich Village fa ridere anche mia madre o al più suscita un no di capa e passiamo oltre che ne ho viste di più strambe.

Ma perché proprio death metal i Priest? Forse perché fu la morte di qualcuno che li rese davvero famosi in America. Il processo per quel suicidio degli anni 80, ricordate? La canzone sotto accusa era Better By You Better Than Me (che tra l’altro era pure una cover). Secondo me questa è la ragione del collegamento accidentale con un genere che gli autori dei Simpson neanche pensavano esistesse. Del resto i Priest scrissero un vero inno alla morte, Beyond The Realm Of Death, che non sarà musicalmente death, ma su un piano concettuale e poetico lo è eccome.

Until one day he smiled

It seemed as though with pride

The wind kissed him

Goodbye – and then he died…

Non trovate queste strofe mortifere quanto se non più di tanta roba venuta fuori dalla Florida nei primi anni 90?

Diciamo che è una rispettabilissima pagina di death rock, come anche Don’t Fear The Reaper dei B.O.C. Gor-Gor dei Gwar mentre Deliverance, dall’ultimo album degli Alcest, Shelter, che è Death Shoegaze Rock.

(Francesco Ceccameeeeeem)