L’attrice Cameron Bay e l’esercito degli HIV contro l’industria del porno.

L’attrice porno Cameron Bay nota per il suo taglio punk rock e l’affinità elettiva con i piselloni finti, ha ammesso di aver girato il suo ultimo film prima di conoscere il responso del test per l’HIV! Il pene del suo partner sanguinava e lui non indossava un preservativo. Dopo aver interrotto le riprese e fatto medicare il membro ferito, la troupe ha deciso di concludere la scena.

Inutile dire che il test della Bay è poi risultato positivo.

Quando vi è capitato l’ultima volta di vedere una clip porno dove gli uomini hanno addosso il preservativo? Io non me lo ricordo nemmeno. Di solito risalta, non lo dico per via dei colori briosi che usano gli attori.

La povera Cameron ha tenuto mercoledì scorso una conferenza stampa a Hollywood. Assieme a lei c’erano altri attori di film per adulti, di cui due sieropositivi freschi freschi. È venuto fuori un quadro davvero triste.

Tutti noi agguerriti consumatori di pornografia sappiamo che quel mondo dietro le telecamere non è dei più spensierati e divertenti. Non c’è una gran libertà di pensiero, tanto per cominciare. Chi ha bazzicato l’ambiente assicura che gli attori, i registi, sono un microcosmo altrettanto borghese e meschino, chiuso e spietato. E forse per un sieropositivo ci sono molte più difficoltà di sopravvivenza sociale in quel contesto che nel solito avamposto civile della provincia laziale.

La Bay ha detto nello specifico che l’ultimo film lo stavano girando in un bar pubblico di San Francisco per Kink.com. “C’erano circa 50 persone nella stanza con noi,” ha dichiarato. “Non mi rendevo conto di quanto fosse pericolosa quella situazione finché non ho visto le foto … sei su un altro livello mentale quando stai facendo qualcosa di così estremo.”

Già, è immaginabile. Devi esserlo se vuoi sorbirti dozzine di peni alle dieci di mattina. Si tratta di essere professionisti, con un metodo, un approccio mentale collaudato, una discreta propensione all’autismo. Cosa cacchio pensa una donna che si sottopone a riprese di dodici ore con tre maschioni? Come “riempie” il cervello in tutto quel tempo? Come fa a non avere una fottutissima paura di rimetterci molto più di quello che ha deciso di sacrificare?

La Bay ha detto che i preservativi erano disponibili, ma non imposti dalla produzione. Lei non pensava avesse bisogno di farne uso visto che il suo partner di recente si era sottoposto a vari test risultando negativo. E così ha lasciato a lui la scelta. E lui ha deciso di suicidarsi.

Ora è qui che qualcosa mi sfugge. Il piagnisteo di tutti questi attori alla conferenza è comprensibile, toccante, deprimente, indignante ma il mio cervello si oppone quando tutti loro si uniscono in un coro deciso contro l’Industria del porno, scaricando addosso a essa tutte le responsabilità dei loro problemi. Sarebbe come se i vari piloti di formula uno decidessero di non usare il casco durante le corse e poi se la prendessero con i boss di quello sport perché non li obbligano a metterli prima di partire.

Gli attori sieropositivi trascurano un fatto indiscutibile: sono loro che decidono se mettere o meno la protezione come sono sempre loro ad accettare di offrire il proprio corpo e l’intimità per il piacere di milioni di sconosciuti.

Cameron Bay aveva fatto l’esame dell’HIV ma non ne conosceva l’esito. Con quale criterio avrebbe detto al partner, “decidi tu se è il caso di proteggerti”? E possiamo incolpare l’appestata per essere tornata a lavoro prima di sapere il responso dell’esame? Un po’ sì, ma non del tutto. Lui pure è stato coglione a dire di no al preservativo, che cavolo! Inoltre c’è un fattore ignorato da tutti o quasi: la finestra di tre mesi. Potreste risultare negativi dopo una settimana e averlo comunque. Per questo succede che tanta gente si becca l’HIV per una trasfusione. Il donatore era negativo all’esame ma per averlo fatto prima di quei tre maledettissimi mesi. Quindi, diciamo che anche il tipo poteva essere pericoloso, nonostante fosse uscito pulito dagli esami recenti.

L’attore Ron Daily, sieropositivo, ha detto: “non so come un’industria che si dice preoccupata per i suoi attori, possa una settimana dopo aver saputo dell’ennesimo caso di HIV, essere di nuovo là fuori a girare senza far indossare il preservativo obbligatoriamente”.

Certo, l’Industria pornografica ha le sue colpe. Per cominciare amministra la questione in modo grossolano e disinformato e forse un pochino di ordine dovrebbero farlo rispettare visto che “la carne da McDonald” come potremmo definire gli attori, a volte lavora sotto effetto di droghe e non ci sta con la testa. Può capitare ma a nessuno importa. “In definitiva, conclude Daily, si tratta di un business e la loro principale preoccupazione è il denaro, non chi glielo fa guadagnare”

Sì, però se non ti tutela l’industria tu inizia a farlo da solo. La realtà è che in ogni settore ci sono le morti bianche e troppi stupidi che non sanno proteggere se stessi, pur sempre quindi una selezione naturale. E non crediate che sia una questione di sfiga.

L’ex macho performer Derrick Burts è intervenuto alla conferenza della Bay dicendo che è stato contagiato con l’HIV nel 2010 lavorando nel porno solo un paio di mesi, ma non era sfigato, solo scemo, visto che in così poco tempo, senza protezione, aveva preso anche la clamidia, la gonorrea e l’herpes. Cazzo, una sbirciata nel porno equivale a succhiare acqua di fogna con la cannuccia. L’ambiente è un merdaio di virus!

Daily ha invece detto di essersi esibito nei porno per gay dal 2005, utilizzando ogni volta il preservativo e uscendone sempre pulito. Ha preso l’HIV il giorno che la mente era obnubilata dalle flatulenze dell’ottimismo. O che gli ha scorreggiato il cervello, se preferite.

“Qual è il numero accettabile di casi di HIV o herpes o HPV o sifilide o qualsiasi altro virus pericoloso prima che la gente faccia qualcosa?” ha detto Burts.

La gente? Ma cosa vuoi che facciamo noi, Derrick, siamo solo un branco di segaioli compulsivi!

(Francesco e con una sola mano)