Era scritto nelle stelle che quel 21 Dicembre saremmo andati a vedere i Natron all’Altromondo Music, anche perché non potevo fare un volo diretto a Milano per vedere Rocky IV con quelli dei 400 calci, anche se non mi sarebbe dispiaciuto.
A ridosso del 25 Dicembre lo ripeto: Rocky IV. Il miglior film sul natale di sempre. Partiamo presto, ma non troppo, io e il mio amico Francesco col treno diretti a Bari Palese luogo dell’evento. Una birra nella mano destra, tante cazzate nella sinistra giungiamo al locale con breve anticipo alla serata. Convinci il tuo amico che il mondo non fa poi così schifo come lo disegna sempre lui (lo ha appena mollato la ragazza, quindi può anche starci la sua depressione dai), e conosci nuove persone, tra cui Antonio cantante dei Neka. Se non li conoscete, andateveli ad ascoltare immediatamente.
Prima della serata, su facebook gli organizzatori hanno avvertito che per cause di forza maggiore gli Stillness Blade non potranno partecipare, per fortuna sono riusciti subito a coprire il buco chiamando come gruppo d’apertura i blackster baresi Hexentomb, dove suonano membri degli Ad Noctem Funeriis, già partecipanti della precedente serata. Mai sentiti prima. Giuro, non è che conosco tutto il metallo italiano.
Niente borchie, né facepanting se no mi sarei strappato i pantaloni e dopo essermi bruciato pure le mutande me ne sarei tornato a casa bestemmiando come un porco al mattatoio. È il suono quello che conta. Non dico che l’acustia del locale sia migliorata, è sempre cacofonica però stavolta si capisce qualcosa. Il pubblico è fermo, Francesco mi da ‘na spallata nella speranza parta qualcosa ma siamo tutti troppo presi ad ascoltare. Per essere arrivati all’ultimo secondo a coprire il buco (diamine!) riescono a galvanizzarmi per bene.
Pausa vino e birra per Francesco e non per me, io non bevo più alcolici. Si ricomincia con i Traumagain. Il pubblico è in delirio.
Il cantante getta via il suo giubbotto di pelle come fosse uno straccio (a ‘sto punto lo regalavi a me?) Non si riesce più a contenere la gente. Il pogo si fa violento e ogni mio tentativo di levarmi da sotto al palco è vano, quel bastardo di Francesco mi afferra per la spalla e mi ributta dentro. Unico lato positivo e che stavolta almeno non mi sono fatto un occhio nero. Alla prossima credo che mi salterà un dente.
Non contenti però chiediamo il bis. E che vi credete, mica lo si può chiedere solo al teatro? Bis, bis, bis. Siamo accontentati, io rimango a godermi la scena agitando la testa. Credo che per oggi ne abbia versato di sudore.
Ennesima pausa vino & birra, inizio a credere che questa non sia più la realtà, ma il finale di La fine del mondo. Tra poco scopro che tutti in realtà sono cyborg e dovremo percorrere la strada dei pub scolandoci birra a non finire per salvare il mondo. La birra salverà il mondo. Forse è perché abbiamo consumato tutta l’energia prima, forse è perché dopo ci sono i Natron, ma il pubblico ora è tranquillo. Quasi a voler offendere i Motherly Sin nessuno si agita.
Sono quelli che mi hanno preso di meno, ma non riesco a evitare di fissare il bassista e pensare quanto cazzo assomiglia a Chris Reifert. I calvi si assomigliano tutti, peggio dei neri. Non sono razzista, ma… Sapete già cosa succede tra un gruppo e l’altro, quindi vi dirò cosa non sapete. Ritrovo la mia vecchia conoscenza di palchi: Daniele. Parliamo di cazzate e Rosario Muniz e scopro che tra le special guest della serata ci sono i Maialazzi.
Cazzo i Maialazzi, voglio un autografo sul culo. Il locale è pieno come una gabbia per i polli durante una fiera di paese. Ho visto file più brevi per salire al tagadà. Chiunque questa sera era venuto solo per i Natron ha riempito il locale per bene. Ci si spalma e ci si struscia, e il pogo si fa violento prendendo pure lo spalto. Io mi metto nel retrovia con Daniele e a Francesco lo perdo di vista. L’ultima volta che l’ho scorto stava bevendo una bottiglia di Glen Grant. Ai posteri: sì, se l’è scolata tutta.
Ora. prima di continuare vi parlerò della mia personalissima teoria del numero 4. Questo numero è particolare per me, perché qualsiasi cosa sia legata a esso stranamente per me è sempre un evento memorabile. Questa è la quarta volta che vado all’Altro Mondo, e credo non la dimenticherò facilmente. Il cantante dei Natron rende chiaro fin da subito il suo intento: facciamo cadere a pezzi ‘sto cazzo di locale. Voglio vedere il sangue. Nessuno deve uscire vivo. Porco Dio.
E di Porco Dio se ne diranno tanti. Inno di battaglia di Francesco tra ragazze succinte che limonano credo con mezzo locale; l’altra metà era in fila. Francesco sale sul palco urlando Porco Dio a manetta io nel retro con Daniele ci fissiamo:
‘Ma il tuo amico sta bene?’
‘Perché, lo è mai stato?’.
Persone che volano, birre che volano, sono diventato troppo vecchio per queste cose e l’osso sacro non reggerebbe un pogo simile. La serata è finita, ma ci si concede gli auguri di buon natale. Michele, chitarrista dei Traumagain, sale sul palco con i Natron concedendoci una cover di Ace Of Spade al banjo e una Oh Susanna in versione diciamo più pornografica.
Ringrazio tutti per la serata, tranne il bastardo che ha passato quella bottiglia di Glen Grant. Ultimi saluti prima che il locale chiuda. Chiediamo ai Maialazzi il segreto del loro successo: registrare col microfono del pc. Manca poco all’arrivo del treno, giusto un’ora. Che ce vuole, devo solo portarmi 100 kg di carcassa umana barcollante in spalla. Quando gli ho chiesto perché ha bevuto così tanto ecco cosa mi ha risposto: ‘Eh, mi hanno passato la bottiglia. Che potevo farci, non potevo ridargliela indietro’.
Grande serata, grande locale, ma sopratutto grandi gli organizzatori. Come dicono gli ebrei: inculo a chi dice che il sud Italia non ha gruppi buoni. Cento di queste serate. Ci si risente per il report dei Death SS a Bari in quel 4 Gennaio.