Never too old to bang your head ! (By Stefano Giusti)

Prima del post di Francesco di qualche giorno fa non sapevo assolutamente chi fossero gli Inferi … forse li ascolterò, magari mi piaceranno pure, ma in questo momento il punto a cui mi preme rispondere a Francesco non è questo ma un altro: Francesco non sei vecchio, fidati, la tua perplessità verso questa band e che esprimi così bene nell’interessante digressione sulla dicotomia “gruppi giovani vs fans/giornalisti anziani” non è “pericolosa”, bensì fisiologica.

Nella sua esauriente spiegazione l’articolo citava molti colleghi più anziani sia del sottoscritto che di Francesco, sulle cui recensioni anch’io ho formato il mio gusto e che oggi sono diventati colleghi ed in alcuni casi amici ed è proprio conoscendo anche di persona alcuni dei personaggi citati che provo a ricavare un ragionamento più largo riguardo ad alcune presunte inconciliabilità.

Partiamo da un presupposto base: più importante dell’età anagrafica è fondamentale un altro dato, ovvero il capire il contesto in cui la persona ha formato i propri gusti.

E’ un parametro fondamentale e che si può declinare in numerose varianti: conosco persone che erano adolescenti nei primi anni ’70, appassionatissime di tutto l’hard rock classico, che però mi raccontano di come rimasero spiazzati e poco interessati al rock e al metal degli anni ’80 (in Italia questo fenomeno fu amplificato dal fatto che fra il 1973 e il 1979 l’Italia uscì totalmente dal circuito dei tour e le notizie dall’estero filtravano con il contagocce e al massimo arrivavano nelle grandi città); negli stessi frenetici anni ’80 il rock duro subì al proprio interno diverse “micro rivoluzioni” e non essere al posto giusto nel momento giusto voleva dire non capire e non apprezzare quello che sarebbe venuto dopo.

In questo caso gli esempi potrebbero essere l’avvento del thrash che lasciò interdette legioni di metal fans tradizionalisti che non capivano da dove veniva tutta questa necessità di velocità e il bisogno di questa incestuosa contaminazione con il punk, oppure pochi anni dopo alcuni fra gli stessi thrashers non riuscirono a comprendere il boom del death metal, nato su semi lanciati da alcune thrash metal bands e sviluppatosi come genere autonomo con dispiego di blast-beats e voce in growl (forse il muro più invalicabile …); infine per contrasto stilistico possiamo aggiungere che miglior sorte non ebbe nemmeno il rock più glamour e commerciale, fin troppo “leccato” per attirare chi proveniva dalla generazione precedente e non riusciva a capire l’eccessivo edonismo di queste bands e il loro disimpegno, rimanendo legati ad una concezione “settantiana” di rock come musica che doveva farsi necessariamente anche portatore di istanze sociali.

Sebbene per motivi anagrafici sia riuscito a “gustarmi” l’ultima parte degli anni ’80, questo non vuol dire che gli anni ’90 non abbiano lasciato alcun segno su di me, al contrario: l’amore per le sonorità più oscure nato su Black Sabbath e Candlemass mi portò ad innamorarmi della scena death/doom inglese degli anni ’90 (Anathema, My Dying Bride, Paradise Lost ecc …) così come del death scandinavo, del primo gothic metal (quello meno commerciale) e del black metal più grezzo pur non perdendo mai di vista le sonorità che più amavo, quelle più classiche, in quegli anni assolutamente in ribasso e inseguite attraverso sanguinosi esborsi in negozi specializzati.

Insomma, avevo trovato un mio filo logico basato sui gusti, con occhi ed orecchie aperte per ascoltare, giudicare e scegliere e fare anche scoperte. Non ho vergogna ad ammettere che ho conosciuto e approfondito bands che ora adoro come Thin Lizzy o Uriah Heep dopo già diversi anni di “militanza” e in cui magari non conoscevo Phil Lynott ma vita morte e miracoli dei Sodom; però se nel 1995 continuavo a preferire i Running Wild al nascente nu – metal forse il motivo era quello: i miei gusti ormai si erano formati e mi piaceva approfondire alcune sonorità a discapito di altre. C’ho provato ad ascoltare Korn, Deftones e compagnia ma proprio non mi dicevano nulla, al contrario di quanto invece, parlando di contaminazioni, mi esaltarono i Faith No More o il crossover di qualche prima di bands come Prong, Suicidal Tendencies, Biohazard ecc …

E’ proprio per questo motivo che non mi preoccupo assolutamente del fatto di non riuscire ad appassionarmi a cose che “iniziano per nu- e finiscono per –core” … semplicemente perché non avevo apprezzato quindici anni fa le bands a cui queste nuove bands fanno riferimento, preferendo seguire ed approfondire altre tendenze.

Francesco non siamo vecchi o nostalgici: osservo la sedia che ho accanto allo stereo con le ultime novità e vedo fra i miei ultimi acquisti un sacco di roba di gruppi giovani e attuali: Stallion, Ranger, Iron Curtain, High Spirits, Screamer, Speedtrap, Ruler, Nomad Son ecc … accanto all’ultimo Motorhead, al nuovo Hell, all’ottimo ritorno dei Carcass, all’ennesima dimostrazione di bravura degli Stryper e al possente death metal degli olandesi Hail Of Bullets, una delle mie bands preferite in ambito estremo degli ultimi anni. Un bel misto di vecchio e nuovo, classico e moderno, tra dischi che comprerei anche solo per amore (qualunque cosa dei Motorhead) ad altre cose scoperte in rete e comunque sempre verificate prima dell’acquisto … se vedessi solo ristampe o estratti dalla mia collezione messi lì per essere riascoltati allora si che sarei preda di quella nostalgia che porta a pensare che “… quello che ascoltavamo noi alla loro età era sicuramente meglio” e inizierei a postare su fb vecchi video accompagnati da commenti tipo “questa si che era musica” ! Guardo le foto dietro i dischi e vedo in molti casi ragazzi giovani, gente che in perfetto look “denim & leather” che però quando io andavo a vedere i Manowar dal vivo per la prima volta forse erano all’asilo … posso stare tranquillo !

Gli Inferi forse non mi piaceranno perché il death metal troppo tecnico e brutale non lo apprezzo più di tanto: conosco i Cynic, gli Atheist e i loro epigoni ma non mi hanno mai esaltato e di conseguenza non amo chi si richiama a loro o a gente mostruosamente brava come i Nile, talmente tecnici e aggrovigliati che dopo tre minuti alzo bandiera bianca dicendo “bravissimi, ma non fanno per me … se dobbiamo ascoltare death metal mi mettete su un disco degli Asphyx per piacere ?”.

Tenersi aggiornati è una questione di semplice curiosità personale e credo che come me molte altre vecchie querce del giornalismo metallico italiano siano assolutamente aggiornati sulle nuove bands, magari preferendo quelle che più rispondono ai loro gusti ormai consolidati, ma comunque nuove.

Mai come oggi, dopo che internet ha privato le label della possibilità di imporre trends o bands a scatola chiusa (anche chi compra normalmente cd prima ascolta …), anche solo rimanendo nel nostro piccolo orticello metal ce n’è davvero per tutti i gusti e ognuno può aggiornarsi rimanendo fedele ai propri gusti e scoprendo magari qualcosa di nuovo: da bands che sembrano uscite dagli anni ’70 (ho spacciato i Graveyard per un’oscura band inglese dei seventies ad un amico e questo ci ha creduto … quando gli ho detto che il disco era del 2013 non ci voleva credere), alla miriade di thrash e speed metal bands che popolano l’underground, al rifiorire del metallo più tradizionale e chi più ne ha più ne metta.

Il rock e il metal ormai hanno più vite dei gatti: praticamente ogni generazione può indicare una data diversa in cui individuare la morte del rock (i Kiss che si danno alla disco dance, i Clash che cedono ai dollari della Levi’s, l’avvento del Grunge, la morte di Kurt Cobain ecc …): ma è una morte interiore, personale, che in molti associano a quel momento della loro vita in cui stoltamente hanno pensato che il rock non avesse più posto nella propria vita. Allora, invece che ammettere “sono io che sono cambiato” o “sono io che mi sono fatto cambiare” dicono che il rock è morto nel (inserire data a piacere) !

Queste persone, individuata la data, si danno a sport nobilissimi come vendita di intere collezioni di dischi perché “… li dove ci sono i vinili ci starebbe tanto bene quel vassoio che ci ha regalato Zia Maria per Natale” e si lasciano andare al nostalgismo più triste con frasi tipo “ … ma come sei andato a vedere gli Iron Maiden ? Ma suonano ancora ?” oppure trovando unica soddisfazione nel comprare per la dodicesima volta le ristampe dei Led Zeppelin (ci potete inserire però anche Motley Crue, Iron Maiden, Metallica ecc … il senso non cambia) ignorando che la fuori è pieno di gruppi giovani che potrebbero piacergli o di molte bands vecchie che suonano ancora bene ma ignorando tutto per pigrizia o perché “… quella dei miei tempi si che era musica mica questa roba qui” o perché ignorano che con Internet e in pochi secondi si può ascoltare gratuitamente qualunque cosa scoprendo che ciò che amavamo in gioventù esiste ancora oppure ha trovato validi prosecutori.

Alla fine di tutto questa “sbrodolata” ecco perché ritengo che se un Gianni Della Cioppa non ama i Morbid Angel lo ritengo una semplicissima conseguenza della sua formazione culturale e musicale ma assolutamente non dell’età … il metal estremo ha estimatori anche fra gli ultra-quarantenni, quindi l’età non è un problema se le proprie tendenze e i propri gusti spingono la persona ad approfondire anche cose che magari prima non lo interessavano. Probabilmente il buon Gianni già in gioventù mal sopportava Venom e Slayer, figuriamoci chi ne ha estremizzato il discorso! Così come al contrario conosco diverse persone che si sono avvicinate al metal estremo dopo averlo ignorato per anni, quindi direi che parlo a ragion veduta.

Certo, di fronte ad alcune evoluzioni recenti del metal rimango anch’io un po’ interdetto o “fuori posto” come scriveva Francesco, ma sempre da un punto di vista del gusto personale, mai ergendomi a difensore di un qualcosa di superiore solo perché viene dal passato o perché piace a me.

(Stefano Giusti)