Suonala ancora Nerg! Considerazioni varie sul nuovo disco dei Behemoth.

Il nuovo disco dei Behemoth solleva due questioni che mi appassionano e mi fanno arrovellare il gulliver. Per prima cosa manda in crisi la mia posizione di critico facendo risaltare la dualità di chi sente dischi per recensirli ma anche per piacere. Sì, insomma, non è che io scriva di synth pop di cui non mi frega nulla. Sono appassionatissimo di questo genere, quindi capita, come nel caso specifico che un disco sia terribile e quindi da bocciare senza pietà se lo valuto da un punto di vista storico evolutivo nella storia del genere e della band e che sia allo stesso tempo un lavoro divertente, spassoso per il bimbo metal che è in me. Un guilty pleasure come il nuovo Avenged o i Morbid Angel di Radikult. La cosa è più complicata del previsto perché nel migliore dei casi le due parti del recensore, il critico e l’appassionato, vanno più o meno d’accordo sul giudizio complessivo. Se però avviene il contrario, o si tratta di un disco dei Rush o è un problema in cui si rischia di mentire a se stessi o al mondo fuori.

La seconda questione è la scelta di trattare il satanismo in modo così esplicito. Dopo tanti anni di metal, quando un gruppo riporta Satana a concetti così sommari come Er Satanista, La Messa nera, Ora Pronobis Satana, oh Satan oh Sun (Oh Long Johnson) magari è solo un altro disco sciroppone di Rob Zombie ma se è chi professa in modo serio e costante un simile credo allora qualche sospetto vien fuori. È un po’ lo stesso discorso dei Dimmu Borchiar, che da qualche album a questa parte scrivono brani satanici così stereotipati da far pensare più a una parodia o una specie di semplificazione per bimbiminkia della Bibbia Negra. Del resto Nergal è un professionista e un artista, ma non riesco a credere che l’esperienza del tumore abbia influito solo di striscio sulle sue certezze luciferine. Stavi per morire e forse pensavi al tuo culo lambito dalle lingue fiammanti dell’inferno e avrai rovistato nella tua vita o qualcosa del genere, no? Dietro la maschera perdevi i capelli e dimagrivi, cazzo. Poi ti sei salvato e c’era da fare un disco, possibile che tu sia tale e quale a prima? Sempre lì a offrire la bocca al cazzo caramellato di merda del Maligno? Stai mentendo, Gabriel! Magari mi sbaglio ma è questo che sento, la professionalità da baraccone di chi ha trasformato le proprie passioni e credenze in un lavoro.

Del resto sei diventato in Polonia una specie di divo stile Madonna, con le tue pose da martire diabolico e per offendere il pubblico dei talk show devi rendere chiaro e lampante il concetto, quasi come un agente pubblicitario dell’osceno e il disgustoso. E quindi: scrivi cose tipo I saw the virgin’s cunt spawning forth the snake… ma andiamo, ‘sta roba la inventavo io nel mio diario al secondo superiore, quando fantasticavo di fondare un gruppo cattivo e brutale come quelli che mi piacevano. Vuoi impressionare i dodicenni? O magari le loro mamme? O tutti e due?

C’è una semplificazione della scrittura, non solo nei testi ma anche su un piano musicale. I brani spesso riducono tutto a un quattro quarti classico tipo Bathory prima maniera e poi ci sono digressioni di puro classic metal, soprattutto negli assoli pentatonici (Messe Noire) e in certi giri melodici davvero triti che neanche più gli Helloween (O Fater o Satan O Sun). Il true metal va di moda e tutti più o meno risentono di questa tendenza, però i Behemoth non sono diventati una versione scura dei Gamma Ray, badate bene, e i momenti migliori sono proprio quelli in cui tutto è più basilare, scanzonato e cinico mentre le parti più classicamente black risultano sterili, scopate anorgasmiche, tie’ che me so’ ‘nvento.

The Satanist in questo senso è un pezzo che avrebbero potuto fare gli Hypocrisy con una mano sola e in fondo quel refrain quadrato, melodico e da scapoccio è una delle cose più convinte ma per lo stesso motivo che mi spinge ad amare la band di Occhi pesti Tagtgren mi gusta ma non lo sbandiero in giro. In fondo amo la semplicità sposata alla complessità, come la melodia alla violenza compressa. Adoro quando in coda a un groviglio di stacchi, riff intricati si apre tutto in un pum pam pum pam alla Manowar! Perché ne ho bisogno cazzo, fatemi rifiatare e datemi un po’ di zucchero.

Nergal però eccede in modo sospetto. Secondo me desidera trasformare in qualcosa di più accessibile il proprio discorso, al fine di evangelizzare, riempire gli stadi, politicizzare il metal oscuro. La malattia l’ha fatto sentire terribilmente solo e sperduto. Se ne è tirato fuori e ora vuole una chiesa più grande e luminosa. Dai, va beh, questo non lo so, ma in fondo un po’ mi viene da pensare che sia così.

Forse la band sta diventando più commerciale per il solo vero fine satanico che ci sia: la grana, la fica, la corruzione morale. Chi è di più puro di spirito di un gruppo black true folk ambient che stampa dischi in cassettine quasi introvabili e che nessuno si caga? Altro che satanassi spaventosi. I Gorgoroth sono molto più angelici e onesti dei One Direction.

E quindi il prossimo lavoro dei Behemoth sarà forse tutto un putiferio di Ac/Dc e Venom. Già qui ci sono momenti in cui pare di sentire i Watain… che non è necessariamente sinonimo di scarsa qualità, però…

(Francesco succhia la tromba)