Dracula il vampiro (Terence Fischer, 1958 GB)
I am Dracula…
Il primo capitolo della lunga saga che la Hammer dedicò alla creatura di Bram Stoker (9 film di cui 7 con Christopher Lee), è diretto da Terence Fisher e non si esagera a dire che mantiene il suo fascino, nonostante il trascorrere degli anni. Incontestabile la sua importanza storica: la figura classica del vampiro carnascialesco nasce qui: mantello nero con interno rosso, i canini (idea del regista) e i capelli pettinati all’indietro e teunti giù con la gommina.
A partire da qui la figura del vampiro di Bela Lugosi viene soppiantata nell’immaginario popolare da quella di Christopher Lee, e sebbene oggi non abbia più un così grande effetto vederlo scendere dalle scale, piazzarsi davanti alla telecamera e dire la celebre frase “I am Dracula”, sul finire degli anni 50 provocò un vero shock negli spettatori. L’attore italo-britannico era davvero minaccioso e sebbene si veda in tutto il film per soli 9 minuti, è la sola cosa che resta davvero impressa. Il sangue che gli cola dalla bocca, l’aggressività, la dinamicità di questo conte Dracula ridefinisce il ruolo in modo pressoché definitivo. Anche se adesso molti penseranno alle varie reinterpretazioni punk o barbariche degli anni 80 e 90 è ancora così che immaginiamo il re dei vampiri, almeno su due piedi.
Il film di Terence Fisher è un capolavoro, ma se lo mettete davanti a un ragazzino che viene dalla visione del remake di Ammazzavampiri e 30 giorni di buio probabilmente non ne capirebbe i motivi e confesso io stesso di aver avuto le mie belle difficoltà a capirne la grandezza quando a quattordici anni lo vidi per la prima volta (rimanendo in piedi fino a tardi per non perderne la trasmissione su Rete 4). Le scenografie, le musiche, la fotografia, mi apparivano così finte, l’elasticità scattosa di Lee non mi piacque e la trama mi sembrò lontanissima dal romanzo, il ritmo troppo lento e l’interpretazione degli attori affettata. Con il tempo però mi sono ricreduto. Non solo questo film fu rivoluzionario nei contenuti, aggiungendo il sangue e l’erotismo, completamente assenti nel Dracula di Tod Browning (al quale voglio bene ma resto dell’idea che la sua versione del mostro di Stoker sia tra le più noiose e insulse mai girate, Lugosi a parte) ma è un magistrale lavoro sul piano formale. Cosa voglio dire? Ma che ne so, l’ho letto sul Morandini. Comunque oggi ho un palato abbastanza raffinato e una cultura sufficiente a capire che il montaggio di Bill Lenny, James Needs, (sapete cosa è il montaggio, vero? Sarebbe quel lavoro di cucitura delle varie parti del girato, la sintassi del film. Sapete cosa è la sintassi, vero? Bene, magari se ci incontriamo un giorno me lo spiegate) Insomma dicevamo, il montaggio di Lenny e Needs, che sempre il Morandini definisce “creativo” , la regia robusta di Fisher, la musica doomy orchestrale di James Bernard oltre all’abilità di due ottimi interpreti come Cushing e Lee sono gli ingredienti di un capolavoro raffinato, solido e dall’atmosfera incontestabile. Penso all’arrivo di Harker al castello, una lunga sequenza silenziosa, girata senza dialoghi o musica; l’incontro tra la Lucy vampirizzata e la sua nipotina viva nel bosco spettrale vicino al cimitero; oppure la porta finestra aperta su una notte di foglie secche che sventolano furiose in attesa dell’arrivo del conte all’abbeveratoio della sua ennesima vittima… quale misto di poesia, decadenza e sensualità! Quel figlio di puttana se le fa praticamente tutte e due, Lucy e Mina, in barba a Cushing/Van Helsing e il suo aiutante Michael Gough/Arthur Holmwood (cognato di Harker). I due fessi lo inseguono per tutta la città e intanto lui, paraculo, piazza la sua bara dormitorio in casa loro e si prende i propri comodi con Mina alla faccia del mondo diurno.
Straordinari e disgustosi anche oggi gli effetti speciali della decomposizione del conte. E nonostante l’abbia visto ormai più di dieci volte, non mi abituerò mai al volo olimpionico del dottor Van Helsing dal tavolo alla tenda, nel finale. Notate che salto da folletto imbizzarrito, si tuffa sul tendone drappeggiato e lo tira giù di peso facendo entrare la luce del sole. Non vi ho svelato un bel niente. Sapete bene che Dracula muore sempre, in ogni film e poi tanto non risorge nel successivo, vero? Ditemi che lo sapete…