Il libro dei morti viventi

Questa raccolta di racconti sugli zombi è imprescindibile per un migliaio di motivi. Non posso dirveli tutti, ma qualcuno sì. Tanto per cominciare è stato con questo gruppo di racconti che i morti viventi divoratori di carne sono diventati patrimonio artistico comune, come vampiri, licantropi, Ozzy e le altre creature delle tenebre. Prima erano solo i protagonisti assoluti di alcuni film di George Romero e della sfigata serie di morti meccanici inaugurata da O’Bannon.

E’ vero, da Lucio Fulci, fino allo sfigatissimo Andrea Bianchi, passando per Dan O’Bannon, molti registi si sono cimentati con i morti viventi, dando anche interpretazioni accattivanti (tipo “Morti e sepolti” di Gary Sherman, tanto per dirne uno) ma fino al 1989, gli zombi erano rimasti nei recinti del cinema. E fu in quell’anno che due dei più ispirati scrittori della nuova ondata horror, John Skipp e Craig Spector, tentarono quella che allora fu una scommessa molto coraggiosa, chiedere a allo “zio” George di prestare a un pugno di scrittori horror più o meno affermati i suoi amati zombi e vedere cosa riuscivano a farne. Romero accettò, ma con un certo scetticismo, come racconta nell’introduzione all’antologia. Invece il risultato lo sconvolse.

Che ne venne fuori?

Tutti gli autori chiamati in causa, da Stephen King e Ramsey Campbell fino a David J. Schow e Richard Laymon, dimostrano che lo spunto della trilogia Romeriana, nel 1989, dopo i suoi tre film e decine di imatazioni in celluloide, poteva essere usato ancora in tanti modi, soprattutto in altra forma. Infatti con le armi della narrativa i morti viventi sarebbero nuovamente apparsi in tutto il proprio orrore, con il potere della scrittura il pubblico avrebbe rivissuto la vecchia storia dei morti che camminano, da angolazioni diverse rispetto a quelle offerte dai film. Con i loro racconti il pubblico sarebbe stato trascinato non solo nella carne putrida dei morti e dei vivi, ma soprattutto nella mente e nel cuore di entrambi.

E questo anni e anni prima della serie a fumetti poi diventata televisiva, The Walking Dead.

Nell’antologia curata da Skipp & Spector, si parla di non morti che partoriscono bambini vivi, ma prima di mangiarli, decidono di nutrirli per bene. E’ il racconto di Les Daniels “I pezzi migliori”, in cui il discorso del bisogno di paternità di un ammasso di carne in putrefazione è assai più profondo di quanto possa sembrare da una lettura superficiale.

Altro esempio? Che ne dite di un programma televisivo interamente dedicato ai morti viventi? E’ quello di cui si racconta in in “Rischiamorto” altro pezzo pregevole della raccolta, firmato da Robert Hodge. Ci sono poi gli zombi poliziotto e i locali per zombi solitari, zombi sadomaso e zombi vegetariani, ma non si tratta solo di bizzarre varianti, che di certo allieteranno non poco le vostre noiose serate brutali passate a spaccarvi i coglioni dentro casa. No, qui ci sono racconti talmente belli che non solo vi disgusteranno, ma riusciranno a commuovervi come donnette d’altri tempi.

Nel racconto “Mangiami” di Robert McCammon, capolavoro assoluto di necroromanticismo, leggerete di due morti che si divorano a vicenda, ma vi garantisco che l’autore riesce a rendere la scena così toccante, struggente, che vi ci vorranno i fazzoletti per il vomito e per le lacrime insieme. “Un triste ultimo amore allo Snack dei dannati” di Edward Bryant, con lo zombesco stupro collettivo ai danni della bella del paese, è un altro degli episodi più efficaci per far tacere chi accusa l’horror violento di essere misogino. “Nel deserto delle Cadillac con l’esercito dei morti” di Joe R. Lansdale è l’altro vertice di questa antologia, vero miracolo in cui ironia e disgusto, Russ Mayer e i profeti dell’antico testamento, vanno a braccetto in grande allegria verso la fine del mondo.

Credetemi. Qui non si tratta di porcate di cattivo gusto, né dell’ennesima roba sugli zombi, nata dalla scia dei vari Resident Evil. “Il libro dei morti viventi” è venuto prima di tutte queste cose recenti che stanno saturando il mercato, ed è imperdibile per chiunque, perché ci sono grandi cose dentro. Trovatemi altrove degli scrittori che riescano a farvi sospirare di passione mentre vi descrivono nei minimi particolari ammucchiate cannibalesche e teste che esplodono!