Tre cose prima di andare al sodo di questa recensione. Uno. Quando uscì The Blair Witch Project, nel 1999, per me fu una folgorazione. Tornai a vederlo un’altra volta trascinando alcuni amici, e me ne uscii dal cinema anche più spaventato della precedente. Ricordo però che molta gente si alzava dalla poltrona dicendo: “che cazzata, non si è visto niente, di cosa dovevo aver paura, dei rami o delle foglie?”
Ma come, per me era uno degli horror più terrorizzanti e per molte persone una palla totale? Certo, e capii presto il perché: la paura o la noia dipendevano dalla capacità di autosuggestione di ogni singolo spettatore.
Chiaro che non esiste un solo film, ognuno vede il suo. Negli horror poi è anche più complicata di così. Sicuro però che TBWP portava agli estremi il concetto soggettivo.
Erano rami o dita nodose di una gigantesca strega?
Erano riprese vorticose su vecchi muri o c’era anche l’ombra dell’orco, a un certo punto?
Seconda cosa. Non stimo moltissimo Adam Wingard. Sì, ho visto con un certo piacere You’re Next, ma credo gli sia stata data un’eccessiva attenzione. Bastava spararsi anche The Guest per capire l’effettivo potenziale di questo regista, in coppia col suo sceneggiatore di fiducia Simon Barrett.
Terzo… mi sono scordato cosa c’era per terzo. Procediamo intanto, forse mi torna in mente dopo.
In sostanza, fare un seguito (che poi è un remake) di Blair Witch Project ci stava per tante ragioni che agli occhi di un produttore saranno state sacrosante: adesso vanno un fottìo le streghe e i riti pagani; adesso va alla grande roba tipo Paranormal Activity e in fondo Blair Witch Project era il prototipo di questo cinema pseudo-doc. Di sicuro la gente vorrà vedere Blair Witch.
Non so. A occhio e croce non mi sembra che ci siano tizi col sacco a pelo, fuori dai cinema. E in ogni caso il film è una delusione.
Perché?
Ehm… non si vede nulla.
Ma come, tu eri lo spettatore che si immaginava tutto e ora dici, non si vedeva nulla?
Esatto. E sapete cosa significa? Che probabilmente, al di là dell’idea che ormai non è più così sorprendente e originale e la trama prevedibile da cima a fondo, forse non era solo merito della mia fantasia spericolata se mi impressionai così tanto con TBWP. Magari i registi, Myrick e Sanchez, tanto sfottuti e snobbati negli anni, avevano fatto un buon lavoro. Cosa che Wingard/Barrett non sono riusciti a ripetere agli stessi livelli.
Il film è noioso ma rispetto all’originale, concede qualcosina in più. Ci sono effetti speciali veri, tipo larve che escono dalla carne o corpi disarticolati. A tal proposito sarebbe interessante capire quanti milioni abbia fatto spendere Wingard per ricreare il finto documentario rispetto al prototipo del 1999.
Qualcosa di interessante però c’è. Il film non fa schifo dall’inizio alla fine. Questi ragazzi che affrontano la foresta pieni fino ai denti di nuovi strumenti tecnologici: telecamere auricolari con GPS incluso, un drone telecamera che si alza a 200 metri, e tanta altra roba interessante… e presto resa inutilizzabile dalla strega, la natura selvaggia o la loro idiozia. In più c’è la trovata di aggiungere una coppia di neopagani conosciuti via facebook al manipolo dei primi quattro spedizionieri. Peccato che restino abbastanza irrisolti, come personaggi.
Quando poi, dentro i sacchi a pelo, i protagonisti, nel buio iniziano a dirsi cose tipo: “sento qualcosa, c’è qualcuno là fuori, svegliati!”, lì tutto precipita negli automatismi dettati dal primo Blair Witch: si cammina in tondo, compaiono gli strani ometti di legno intrecciati coi capelli, ci sono i sassi, le leggende, i rumori, le corse a perdifiato con tutto che gira e gira, urla, sussurri, rumori, foglie, rami.
Alla fine ecco la casa della strega. Si rivedono le manine bianche sui muri ma si sa già come andranno a finire le cose.
Da qui in poi è spolier!
La cosa sfibrante è che dopo due film, per quanto Wingard/Barrett abbiano deciso di saltare a piedi pari sul secondo (orrido) capitolo, noi spettatori è la terza volta che veniamo al cinema per capire cosa si nasconda dietro quei rami, dentro quella casa… sarà ora di farci vedere di più? Sarà ora di chiudere, anche solo per finta, ‘sta storia? E invece no. Ne sappiamo quanto prima.
Quasi quasi rivaluto il secondo Blair Witch…
Fine.