Ma voi li conoscete i Leprous? – Riflessione su ciò che non va su Metalitalia

Per come lo intendono i Leprous (e io con loro) il progressive deve essere qualcosa di innovativo e anche quello metal non dovrebbe fare eccezione. Loro sono così, nuovi. Hanno commesso qualche peccatuccio nei dischi passati ma The Congregation è davvero una roba mai sentita. Sì, ci sono le influenze dai classici, audaci contaminazioni pop, elettroniche e sinfoniche, ma nell’insieme sono i Leprous e possono piacere sia al pubblico metal che a quello non metal. Cosa di per sé notevole, visto che negli ultimi anni i gruppi partono già convinti di dover concentrare le attenzioni su un pubblico elitario e finiscono per suonare davanti a cinque persone e poi sciogliersi.

The Congregation è un capolavoro, è uscito nel 2015 e io lo scopro solo ora, guarda un po’. E non crediate che abbia passato il mio tempo a sentire i Night Ranger (non solo, ecco) ho seguito le novità, recensito e ascoltato una marea di album eppure questi me li sono persi. E qui vi voglio, però. Tutti vi lamentate perché il metal non va più da nessuna parte, perché non c’è niente che valga il passato, eppure i gruppi validi e geniali escono anche oggi, solo che stiamosempre al passetto in attesa che esca l’ennesimo rimbrotto senile degli Iron Maiden e i Metallica, dei Sodom e Opeth. Metalitalia diede 8.0 a The Congregation e l’autore Davide Romagnoli lo analizzò per bene ( vi invito ad andarvi a leggere la rece, se volete saperne di più) però, anche se nominato top album, il titolo si è perso nella marea di articoli che il portale (ehm) pubblica ogni giorno. Quello che manca oggi nelle webzines rispetto alle riviste è che non c’è più una copertina intesa come fotoscatto ideale di un periodo storico. E oggi non ci sarebbe la smania di vendere più copie o la pressione di qualche etichetta, si tratterebbe solo di provare a raccontarci un po’ il tempo che stiamo vivendo. Il metal è diventato sempre più un deserto con tante piccole oasi che se ne sbattono le une delle altre e anche noi ascoltatori ci siamo ridotti a vivere ognuno nel proprio piccolo mondo metallico in cui magari l’evento del 2016 è il nuovo degli Opeth o magari dei Blood Incantation.

Si tratta solo di fare un lavoro editoriale, cosa che manca ovunque. Non si possono trattare tutti i dischi alla stessa maniera, offrirgli il medesimo spazio. Non basta scriverci sotto un voto alto o nominarlo Top Album. Non può esserci un Top Album al mese, questo è il vostro errore. Magari i Top Album dovrebbero essere tre in un anno, sarebbe più attendibile la cosa, no? I voti ormai non contano più nulla. I Leprous avrebbero meritato un genuino supporto amatoriale, quello che un intenditore e amante del metal dovrebbe offrire a prescindere di ciò che le etichette facciano già di loro.

Non ha senso per me oggi parlarvi di The Congregation. Vi esorto ad ascoltarlo, è grandioso. Penso sia più utile dirvi che se i maggiori media che si occupano di metal non iniziano a combattere per il genere, con la mentalità delle vecchie fanzine (e se vogliamo anche delle prime webzines) il genere rischia di affogare dentro se stesso. Oggi più che mai occorrono delle voci che sappiano guidare la marea di ascoltatori. Escono talmente tanti album metal che se ne potrebbe contare uno per ogni ascoltatore. I critici, i redattori, i blogger dovrebbero aiutarci a disboscare, a fare una cernita e ricreare un canone. Solo così il genere potrebbe riprendere a muoversi da qualche parte. E quando si presenta un evento come The Congregation, spendersi per promuoverlo, fargli spazio attorno e convincere la gente a sentirlo, non limitarsi a un voto alto e vai col prossimo capolavoro.

Questo non è un attacco a Metalitalia. La critica è rivolta a tutti, incluso questo blog di merda di cavallo. Nomino loro perché hanno ormai un potere senza pari e come si dice nei fumetti dei supereroi, grandi poteri, grandi responsabilità.