Sì, sarò anche uno zombie punkabbestia e rincoglionito che si lamenta sempre di tutto, ma in fondo devo pur fare qualcosa per riempire questa eternità da ossario vivente no? Quindi mi lamento.
E sì, internet lo uso anch’io. E sono certo che lo usi anche tu, amico mortale. Lo usi soprattutto se ci tieni minimamente a diffondere in giro qualcosa di artistico, a cui tieni particolarmente, come il remix di peti & rutti di tua nonna in salsa dubstep death metal, oppure la tua band di porngrind neoromantico a sfumature progressive funk metal. Un tempo, vi era Myspace. Poi andò a farsi fottere. Venne Reverbnation. Oggi è relativamente mandato a farsi fottere pure quello ma in fondo resiste ancora, come uno zombie (ne so qualcosa). Arrivò Soundcloud e mandò tutto e tutti a farsi fottere. Poi a partire dallo scorso anno fu anch’esso mandato a farsi fottere. Ma da chi? Da Bandcamp? Nooo ma che domande, da Soundcloud stesso!
E no, qui il Fecciabucodelculo Blu non centra nulla. Una delle caratteristiche principali che rendeva Soundcloud così ganzo era infatti, oltre alla possibilità di caricare il brano nel proprio formato preferito, senza limite di spazio, tra cui il wave originale del brano stesso (tanto in ogni caso il convertitore cessofonico della nuvola del suono avrebbe comunque riconvertito la forma d’onda originale del tuo brano secondo i criteri dettati dal mio scopino del cesso, rovinandone la dinamica originaria) e le limitazioni tutto sommato accettabilissime per qualsiasi account gratuito, dicevo che oltre tutto questo, il vero pregio era la presenza di numerosi gruppi tematici che prevedevano l’inclusione dei propri brani, a patto che questi facessero parte del genere accettato dal suddetto gruppo. Un vero e proprio social network musicale insomma, che grazie a questa caratteristica unica permetteva a tanti musicisti di qualsiasi estrazione provenienti anche da due buchi del culo del Mondo opposti di conoscersi, scambiarsi i remix o collaborare assieme.
Quante belle esperienze con esseri umani contemporanei che ho avuto! Gran roba! Quanti bei commenti, sentiti! Grandi apprezzamenti, tutti sinceri. Nessun razzismo verso noi zombie. La condivisione, quando è sincera, è proprio una cosa bella.
Ma che figata! Cazzo, queste cose noi cavalieri nel Medioevo mica le avevamo!
E così, lo staff di Soundcloud un giorno decise di evolvere la propria piattaforma, tutt’oggi la più usata e amata al mondo dopo Bandcamp, eliminando i gruppi tematici.
Bello vero? Arguta mossa di marketing!
Stop, fine della corsa. Soundcloud in quel giorno stesso morì. E non lo dico solo io, lo dicono millemila esseri viventi incazzosi, infuriati dal vedere ridotta quella che sino a pochi mesi prima era una vera e propria piattaforma di musical sharing legale, a una misera app da streaming per smartphonari. Ma mica son tutti scemi, perché se devo andare solo di streaming allora vado di Bandcamp, che è sicuramente più completo.
Niente, il nulla. In tempi in cui temiamo e prendiamo per il culo gli islamoidi dell’ISIS per la loro pazzesca decisione di farsi esplodere in pubblico nel nome di Saladino e kamikaze affini, forse dovremmo includere anche Soundcloud con le dovute proporzioni, perché sempre di suicidio si tratta. Tanto che le pagine di tutti i network della Nuovasonora ne stanno risentendo: numero di ascolti precipitato e così via anche i contatti si stanno spostando tutti sul già citato Fecciabucodelculo Blu e Campogruppi…
ReverbNation almeno è rimasto il cesso di sempre: mp3 ad un massimo di 8MB come se fossimo ancora nel 2006, pannello di gestione della pagina confusionario, limiti qui e limiti là, passa alla versione Pro così puoi anche cagare il peggior stronzo pseudo musicale e noi te lo shariamo su Reddit e Sony International.
Soundcloud era figo, era bello, era un qualcosa con una marcia in più: oggi è un Myspace senza Myspace, quindi forse ancora peggio del Myspace originale al giorno d’oggi. Un commentino ogni tanto, di un tipo che pare disperso nel nulla della rete e che magari scrive qualcosa solo per tentare invano un po’ di visibilità reciproca alla sua versione del remix di peti & rutti sopra citato.
Bene, (ap)passiamo alle alternative? L’avete voluto voi.
Fecciabucodelculo Blu ti chiede soldi, altrimenti ti minaccia in silenzio che solo il 10% dei contatti della tua pagina potrà vedere il post, indipendentemente se costoro siano iscritti o meno al tuo sistema di notifiche: uno strozzino in pratica. Campogruppi, meglio noto come Bandcamp, ti chiede il mantenimento del free download, cioè devi pagare per avere 200 slot di altrettante possibilità di download dal pubblico, capito l’antifona?
A tutto ciò vi è una sola alternativa, Twitter.
Ma su Twitter ci scrive Trump, e poi se scrivi su Twitter hai solo 140 caratteri del cazzo, buoni solo per il tuo link di Soundcloud neanche a farlo apposta, più qualche tag del cazzo. E preparati in tal caso a tanti followers disposti a seguirti solo per diffondere il loro profilo LinkedIn, piattaforma lavorativa che di lavorativo non ha un cazzo a meno che tu non sia il nuovo Bill Gates.
Insomma, tutti lucrano sulla tua arte e nessuno guadagna tranne chi lucra.
E come sempre chi ci rimette, sono gli artisti in carne ed ossa (io solo ossa, purtroppo).
Ma il suicidio alla fine è solamente di Soundcloud, o forse è il musicista che, privato anche della sua grande possibilità di poter diffondere la propria musica in rete a prezzo zero o quasi, è oggigiorno silenziosamente costretto al suicidio? Ma vabbè, tanto puoi sempre andare a fare lo schiavo in fabbrica. Magari all’estero. Ah no, vero, vi è crisi. Ovunque. Persino al tanto amato estero, che piace tanto ai giovani, spesso convinti di trovare oro dove vi è solo una discarica di letame. No, all’estero devo sgobbare. Devi sopravvivere. E non affidarti al tuo Soundcloud o Bandcamp come mezzo di arrotondamento finanze, perché nessuno comprerà mai un cazzo. Ci stanno uccidendo. Anche il pubblico si sta uccidendo e suicidando a sua volta reciprocamente, perché al signor nessuno comprare i files non piace, salvo poi lamentarsi quando altri nessuno non comprano i files dal Bandcamp del signor nessuno.
Tutti a lamentarsi, nessuno fa un cazzo. Ed intanto Bandcamp si fotte la percentuale su quelle due miserie che vendi. E per la società quello del musicista mica è lavoro, è considerato puro e semplice fancazzismo. Oltre al danno di spendere ore ed ore a creare i propri lavori quindi, devi da sempre accettare che quelle ore non te le ripagherà nessuno: ma la beffa non è qui, quanto nel fatto che i musicisti oggi se la menano nel culo “parte parte” come si dice dalle mie parti, cioè che si inculano a vicenda e che non si supporta reciprocamente quasi più nessuno e, se lo fai, riesci pure a sentirti un fesso perché sai bene di essere un eremita.
Quindi, tanto vale passare a quello che la massa reputa un lavoro vero e nel frattempo ti mantieni da solo con meno preoccupazioni vero? Giusto, tanto al Tiggì dicono sempre che la disoccupazione è in calo, mentre il Tiggì dell’altro canale che va in onda mezz’ora dopo dice che non ci sono mai stati tanti disoccupati tra i giovani dai tempi del dopoguerra fredda, calda e pure quella temperata. Oggi invece blaterano, tanto per cambiare l’antifona, che gli ospedali, forse in Campania non ricordo bene (non ho un cervello, ho solo un cranio con sopra una cresta quindi ho memoria molto breve) chiedono manodopera dalla Germania perché i nostri medici sono tutti emigrati sparsi tra UK, Germania e Paesi scandinavi. Ma come, prima non assumi nessuno dei tuoi compaesani e poi ti lamenti che se ne sono andati via?
Insomma, siamo circondati dalle puttanate, sparate da puttanari e puttanieri. Ci prendono tutti per il culo. Soundcloud, i musicisti, il sistema. Altro che i complottari e le scie chimiche, qui siamo su un piano tangibile.
I Bad Religion nel 2004 cantavano un pezzo intitolato “Social Suicide”, lo sapete?
Bene, rileggete il qui seguente articolo mettendo il loop il suddetto pezzo: neanche un minuto e mezzo di pura poesia atta a descrivere il totale decadimento sociale contemporaneo. Ci sta.
Che si fotta il Mondo dei vivi quindi, che io sono già morto.
Sono uno Zombie. In tutti i sensi.