SMZB – Sin Harmony

Arriva sempre quel momento in cui il tuo stomaco dice no. Sei sazio e ti sei rotto i coglioni di sentire sempre la solita roba. Il solo pensiero di ascoltare l’ennesimo intricato album goregrind/death metal/brutal death metal/progressive vegetarian industrial grindcore ti fa scendere le palle fino all’inferno, mentre satana le usa come un punchball, ma poi capisci che sono arrivate in Cina e le hanno scambiate per una bomba lanciata da Trump dopo un febbrile Sabato sera. Se senti ancora un titolo/testo che parla d’un tipo talmente innamorato dell’amica d’infanzia che ha ben deciso di mutilarle la vagina con un pezzo di vetro rotto, ti viene voglia di andare sul profilo di George Fisher solo per scrivergli che quando lo vedi gli caghi dritto nel collo, a lui e tutta la sfilza dei suoi fan, se prova ancora a scrivere un nuovo album in cui parla di vagine mutilate che vengono stuprate con pezzi di vetro rotto.

Potresti recuperare quel wall nichilista, ma è anche vero che i muri non scendono bene con la birra. In frigo ce ne sono tante, tra le più ignoranti del discount, nessuna al di sotto degli 8°. Il coma etilico è l’unico tuo amico, ma il depressive black metal è roba da fighette senza testicoli da lanciare in Korea come palloni aerostatici. Con il gothic ti ci sciacqui i peli pubici dopo averli bruciati uno per uno con l’accendino (e comunque quello scende meglio con il vino; rosso). Il thrash metal l’hai sempre trovato divertente come giocare a spingere tua cugina sull’altalena solo per farle calciare i tuoi testicoli.

Un giorno clicchi su uno dei pochi siti punk decenti che conosci e vedi sta sfilza di cinesoidi, che dicono di fare PUNK CELTICO. Puttana la scrofa madoanale?!

GLI SMZB, nome completo senza abbreviazioni Shengming Zhi Bing, che google translate mi traduce Pane di Vita (quindi ergo in un italiano più consono… pane della vita), sono un gruppo punk cinese. Finite le presentazioni del cazzo, dopo aver analizzato i loro ottimi dischi perché negare infatti la qualità di codesti orientali? Scelgo di analizzare, no consigliare, no scoreggiare, no parlare, no dire puttanate sul disco ancora nel mio lettore mp3 tascabile: Sin Harmony.

Mi piace, ma parecchio. Dopo aver letteralmente stuprato le mie orecchie a suon di maiali, graffianti ululati metallici e sintetizzatori sparati a mille attraverso una disgustosa pedaliera di soli pedal digitech, necessito pure io d’un momento relax. Apro il mio frigo, afferro la mia fidata Best Bräu strong (ma non ditelo in giro che per un pugliese è un’offesa non bere la Peroni) e mi rilasso cliccando play con il suddetto disco.

Ciò che serve per rallegrare veramente una giornata c’è tutto: cori, inni all’alcol, testi in un inglese alle volte storpiato al punto che ti chiedi se è l’alcol nelle vene che non te lo rende comprensibile o forse è il cantante che dovrebbe smetterla di parlare in inglese. Qualunque sia la risposta, non si può fare a meno d’amarli. In un paese dove tutti conosciamo il rigido regime, sapere che c’è gente come questa, che va per locali, cresta alta e attitudine vera, suonando mi pare pure una cornamusa, anche se boh forse sono diventato sordo io e m’immagino gli strumenti.

Non nego negli anni di non aver mai apprezzato veramente il punk, lanciandomi direttamente a capofitto, lividi compresi, nella scena hardcore, e mancando quell’anello di passaggio. (Un po’ come quando i Metallica decisero di diventare da metal improvvisamente merda, ma questa è un’altra storia e in fondo non mi sono mai piaciuti veramente). Ho già detto che il thrash metal è divertente come saltellare con i testicoli giganti a causa del tumore sui carboni ardenti mentre delle scimmie con le emorroidi ti cagano in testa?

Ora m’immagino che qualcuno m’insegnerà a colpi di baston sulla gengiva sotto casa che ho torto ma va be’.

Il disco non è poi tanto vecchio, parliamo del 2011, quindi non è il classico gruppo vissuto un’epoca fa, di cui esistono solo dei vinili in edizione limitata, o al massimo trovi le cassette col nastro consumato a furia di registrarci sopra, anzi secondo me su discogs i cd a buon prezzo li si trova.

Torniamo a loro, continuandoci a chiedere cosa cazzo centrano i Dropkick Murphys (per citare i più sputtanati) con la Cina. Ho la risposta: quelli plagiano tutto.

Il mio consiglio più fidato è di recuperare a ogni costo la discografia degli SMZB, magari iniziando proprio da questo cd, il solo che in fin dei conti accentua i toni celtici nello stile del gruppo. Il primo album infatti è molto più grezzo, legato al punk delle origini, ed è proprio ora, nel lercio alcol irlandese, che il gruppo trova nuova linfa vitale.

Ho mai detto che non so recensire i dischi? Che c’è da dire? Cosa cazzo devo dire? È un disco, mi piace e non capisco perché non lo dobbiate ascoltare. Bevete birra? Vi piace la birra? Allora bevetene e ascoltateli TUTTI. Non è richiesto avere amici cinesi per apprezzarli, solo il giusto dosaggio alcolico.