Le ennesime ristampe death metal svedesi? Ma ce n’era proprio bisogno?

Si parlava di metal. Si parlava di death metal. Si parlava di death metal svedese. Si parlava di gruppi nostrani che scimmiottano il death metal svedese.Diamone atto, tra la fine degli anni ’80  e gli anni ’90 la Svezia ha letteralmente vomitato gruppi death metal. La boss ringrazia, sopratutto per il blasonato Boss hm-2,  pedale apprezzatissimo dagli svedesi, ormai considerato vintage, surclassato prima dal metalzone (cagata colossale) e poi il metalcore (che io continuo a dire che non esiste!).

Il death metal svedese, o swedish death metal (per dirlo come i coglioni che vogliono fare i fighi parlando in Inglese) è divenuto un genere a se stante, come se la Svezia stessa sia diventato un genere nel death metal, sapete, come lo è stato per il black metal norvegese. Quando la nazione decide il tuo curriculum musicale. Sei svedese? Death metal. Sì, c’è anche stata una (a mio modo di vedere discutibile) scena black metal, ma è pure vero che i primi album non erano altro che death metal blasfemo, suonato leggermente diverso dagli altri per dire ‘noooo, io faccio black metal’. Io continuo a dire che Dark Endless e Those of the Unlight sono più album death metal che tentennano nello sporcarsi di nero.

La discussione comunque è proceduta oltre toccando un nervo scoperto quasi, che in alcuni provoca un piacere orgasmico tipo una sega fatta in un calzino, in altri invece una distorsione facciale nel compimento della famosa esclamazione ‘ce n’era proprio bisogno?’. Sto parlando delle ripubblicazioni.

Capiamoci, prima di essere fraintesi, se una casa discografica mi recupera i dischi introvabili d’un gruppo che ha calcato la scena, magari uno ormai pure sciolto da anni, che metà formazione è morta in un incidente stradale tra due arei guidati da dei cammelli ubriachi (non lo so io non giudico i cammelli) fa piacere. Insomma, rivedere tornare nei banchi Feltrinelli quel cd che avevamo solo su una cassetta registrata dieci volte di fila, che ascoltavamo in cameretta con il walkman è una cosa un po’ commovente. Ti scende una lacrima interiore, t’accorgi che il prezzo è pure umano, al punto che forse la pizza dopo riesci a comprartela e ti dici ‘puttana eva’, e lo compri. Fine d’una storia felice. Ma il più delle volte non va così.

Sotto i riflettori ultimamente finiscono gruppi di cui nessuno sapeva un cazzo. Demo prodotti su cassetta, registrati con un quattro tracce in un garage, regalati solo alle proprie cugine nella speranza che almeno con loro non andasse tutto in bianco, e poi appena raggiunta l’età per radersi il pube, quei musicisti imberbi hanno letteralmente gettato via gli strumenti in favore d’una carriera più concreta, perché si sono resi conto che col metal non si guadagnava un cazzo. Non prendiamoci in giro dai. Ma anche se erano con i piedi ben più saldi per terra manco un albero morto, per loro era chiaro che non sarebbe stato possibile suonare neanche sul palco d’un evento non diciamo grande, ma almeno d’una città diversa dalla propria.

Di gruppi come questi, in ogni genere, ne sono usciti a migliaia. Scrivete su encyclopaedia metallum death metal, zona Svezia e cercate. Volete sapere quanti gruppi escono? 1607, tra vivi e sciolti. E sto parlando solo di quelli riconosciuti dal sito, figuriamoci se andiamo a scavare oltre.

La domanda è: ce n’era proprio bisogno? Bisogno di cercare questi gruppi appartenenti alla seconda categoria e ripubblicare questi fantomatici demo in quadruplo vinile al modico prezzo d’un rene? Ma anche a farlo su un più umano cd, e per fortuna dico che il vinile mi ha rotto il cazzo. Insomma, ce n’era proprio bisogno? Mi sono letto recensioni assurde (per non dire leccate di culo) in cui questi sconosciuti derivativi vengono paragonati a progenitori di… di cosa? Te mi vuoi dire che il big che calca i grandi palchi oggi ha ascoltato un demo di cui manco tu, che ora lo omaggi, sapevi l’esistenza? Sti cazzi, fantastico. Aspetta che apro il borsellino per regalarti i miei soldi.

No, la proposta a mio modo di vedere è solo una scusa per succhiare il sangue a chi ha il feticcio del collezionismo a ogni costo. Che la libreria dei dischi deve avere tutto, anche quello che non ascolterai mai, e la cosa è degradante.

Non voglio offendere nessuno, anzi sì voglio offendere. Se il tuo gruppo non ha superato il 2nd demo ci sarà un motivo. Se del tuo nome non si ricorda nessuno ci sarà un motivo. E allora perché d’improvviso sei tornato in auge? Quale nuova proposta musicale vuoi rilanciare tu che non sei stato neanche capace nel periodo d’oro di lasciare il segno? Niente, come all’epoca. Perché se quel demo sfraganava i coglioni ieri, perché non dovrebbe farlo oggi?

C’è proprio bisogno di ripubblicare il nulla? La cosa poi prende ancora meno senso quando vengono ripubblicate uscite addirittura recenti. Toh abbiamo fatto un cd in edizione 100 copie. Il pubblico certamente non vuole rivedere questa uscita in un formato economico in edizione meno limitata, ma vuole una versione vinile 50 copie al costo del solo occhio destro. Ce n’era proprio bisogno?

Un ultimo favore vorrei chiedere a questi geni del mercato, tra l’altro: NON RIMASTERIZZATE MAI PIÙ. Perché se il metal di ieri era il metal di ieri, era grazie proprio a quel suono sporco, la produzione grezza, quel profumo di zolfo che ti finiva nel naso mentre i lerci suoni fuoriuscivano dallo stereo. Togliere il lercio al metal è come togliere il maiale al salume. Cosa cazzo ti rimane dopo?