La zip aperta

Ho portato il cane a passeggio. Dopo averlo visto pisciare una decina di volte è salito pure in me quel bisogno primordiale di svuotare la vescica, solo che a differenza del mio cane non posso semplicemente denudarmi e pisciare in un angolo, uno perché c’è ancora la luce del sole, due perché non ci tengo a ricevere una multa per atti osceni in luogo pubblico.

Torno a casa, mi chiudo in bagno, mi slaccio i pantaloni, sbottono la patacca e… la zip è abbassata. Per l’ennesima volta mi sono dimenticato d’alzarmi la zip quando mi metto i pantaloni. Quante volte mi sarà successo? Devo per forza portare un conto? Non mi sono alzato la zip. È successo a tutti noi, non vi è vergogna, ma qui m’attanaglia quel punto di domanda al quale io non voglio e neanche voi vorrete mai dare risposta e me ne darete ragione: e quando succede agli altri?

Nel mio caso è poco visibile se non proprio invisibile, perché chi mi conosce sa che io uso solo maglie una taglia più larga della mia. Odio vestire aderente, devo nuotare nei vestiti. Ergo le mie maglie scendono fin sotto il cavallo, rendendo impossibile vedere cosa si nasconde sotto la mia cintura. Ho mai pensato di uscire solo con una maglietta addosso? Sì.

Ora mettiamo il caso siate con un amico, o un’amica, o un mezzo uomo, mezzo orso, mezzo maiale, non lo so non giudico i vostri gusti, e SBAM, notate la sua patacca aperta, cosa fate? È facile rispondere ‘glielo dico’, certo, e come gli spieghi perché i tuoi occhi hanno fissato i genitali? Ed è inutile che vi spieghi anche che prima di dirlo/notarlo saranno passati quanto… dieci, forse venti minuti da quando inconsapevolmente avete abbassato gli occhi. Ma non l’ho notato la prima volta che ho guardato. Frega cazzi, tu hai abbassato lo sguardo, ergo mi hai scrutato nelle mutande. Stavo per fare un brutto gioco di parole qua sopra, ma l’avremmo capito in pochi.

Questa è la classica situazione alla John Woo, solo che invece di puntarsi a vicenda le pistole ci si puntano i pantaloni, con quel buco nero capace d’assorbire lo sguardo di chi lo circonda. Ovvio, non saremo gli unici a notarlo, perché mica possiamo essere gli unici pirla ad avere degli occhi funzionanti, persino quel cieco che fa l’elemosina all’angolo ride sotto i baffi, che se guardi più attentamente è solo una striscia di merda dall’ultima volta che s’è pulito il culo.

Che fare? È come essere nel cacciatore, avete presente no? La scena della roulette russa.

Impersonate i ruoli, non c’è bisogno che ve li spiego, però la conseguenza prende la forma del tamburo ove riposa un singolo proiettile. Non ci sono seconde chance. Non c’è scelta, perché la risposta data sarà sempre un clic sul grilletto. Muovetevi puttane.

E infine, tornati a casa, andremo nella nostra sala regale ove è il nostro trono, ci alzeremo la maglia, apriremo la cinta, poi il bottone e la nostra zip sarà stata aperta… tutto il tempo.