Quando avevo vent’anni m’ero ripromesso che sarei sempre rimasto informato sulla scena, che avrei ascoltato ogni disco che mi capitava sotto al naso, che sarei divenuto un essere umano colto, conoscitore del metal, capace d’argomentare con perspicacia gli album stimolanti e gustativi.
Oggi, a ventinove anni facciamo trenta, al massimo ascolto questo.
Perché mi sono scocciato di essere sempre nella scena, quello che ha ascoltato ‘tutti’ i dischi usciti durante l’anno in corso, che deve sempre supportare.
Che è diventato un lavoro a tempo pieno? La cosa più recente che ho sentito è l’ultimo dei Lock Up. Dopo un primo momento di sconforto sentendo la voce di Kevin Sharp in sostituzione del Tompa, il disco ha tenuto bene il tiro secondo me. Ammetto che per me Tompa e Sharp stanno rispettivamente come Dio e Gesù per gli ebrei, e non sono un fan accanito dei Brutal Truth a dire il vero, però ingoiato il rospo gli effetti acidi del suo veleno entrano subito in circolo.
Devo dare ulteriori ascolti prima di promuoverlo o bocciarlo, però lo terrò ancora un po’ nel mio lettore mp3.
Stavo preparando nella mia testa una specie di sketch comico, proprio mentre vedevo su Netflix quello di Aziz Ansari, l’attore di Master of None.
In realtà Master of None non l’ho visto, però conoscevo lui. Mi sono divertito, è sempre bello sentire battute sui gay, sul matrimonio, sul matrimonio gay. C’è gente ancora che rimane impalata leggendo libri per dire ‘no, io due tipi dello stesso sesso che si sposano non li tollero, perché non mi piace, che schifo. La cronologia del loro computer rivela che non gli piace solo la parte del matrimonio, ma riguardo la prima notte di nozze… mmm… una sbirciatina veloce, eh?
Gli etero hanno seriamente qualche problema a rapportarsi col prossimo. Gli uomini sopratutto sono tipo ‘mi vuoi dire che non ti piace mettere il pene in una vagina? Neanche una animale? Le pecore sono veramente comode, sai?, e no non se ne fanno una ragione. Sono convinti che il loro pene vada ficcato in ogni fessura, e io stesso da uomo non me ne raccapacito.
Toh guarda esce con la fidanzata e la sorella. Minimo se le scopa entrambe. Cosa avete che non vi funziona nel cervello? Per caso vostra madre è anche vostra cugina? Certo, tutti ci siamo fatti una sega pensando a nostra cugina, ma mica ce la siamo scopata.
Avete mai usato una chat online? Parlo sopratutto al pubblico femminile, perché quello maschile si limiterà a fare spallette del tipo: duh? E cosa c’è di così speciale? Orsù donne, quante foto di peni ricevete al giorno?
Su internet ho letto che se usavamo ancora i rullini, col cazzo che facevamo le foto alla colazione, ma io dico anche che se non era per le chat col cazzo che mandavamo le foto del nostro pene in giro.
Una mia amica si mise su Wechat quando era agli albori, quando lo usavano solo i cinesi, per intenderci. Le ragazze erano simpatiche dai, si discuteva alla mano, poi arrivavi al profilo del maschio alfa e sbam, foto del pene. Non una parola, non un hashtag, solo il suo pene in erezione. Ci ho impiegato mesi per cercare di capire quando questa è diventata una tecnica di rimorchio. Non è che oggi so la risposta, è che semplicemente ho smesso di cercarla. A volte le cose vanno in un verso perché semplicemente è così che devono andare.
Ehi piccola, dimmi la verità non ne hai mai visto uno simile, eh?
No, di solito sono più grandi e con meno calli, a dire il vero. Ma è il calco d’una mano quello?
Non elevatevi a livello superiore, che siate gialli, neri o ebrei; la condivisione di pene in cerca di figa è roba maschia eterosessuale. Non m’immagino due gay che si scambiano foto del proprio pene. Come funzionerebbe, fanno gara a chi c’è l’ha più lungo? Il perdente ci rimette il culo?
Bim bum bam, il cazzo più grosso chi ce l’ha?!
Poi vorrei dire che leggere un libro non è sinonimo di protesta, stai solo facendo una cosa che tutti dovrebbero fare: leggere. Come voi ora che leggete Sdangher!
Penserete qui spariamo una marea di stronzate, ma le state opinionando, le state comprendendo, poi potete essere contro, o darci ragione, però siete qui; con me. Io potrei anche essere morto in questo istante, che ne sapete, però siete lì a leggere e dirvi che questo è proprio idiota, perché vi basate sulla maschera che creo in base alla mia reale persona, perché sono realmente così, ma anche l’esatto opposto. Che ne sapete?
Questo è uno dei motivi per il quale ho ripulito il mio profilo facebook. Aggiungetemi se potete, il mio nome lo conoscete, però non è detto che io vi accetti. Rimossi anni di post, con una pulizia settimanale, tutte le foto bloccate o nascoste, tag attualmente neanche li uso più. Una bella foto di me che bacio un uomo e Bill Cosby con il suo bel faccione di chi non sa fare il barista, ma i cocktail li vuole preparare lui.
Come sono infantile, qualcuno mi ha detto. Perché rimuovere tutti i post? Perché il 90% delle persone si basa su quelli per capire che persona sono. Mmm, ti ho visto dare un euro a quel barbone di fronte alla chiesa, ma hai insultato il mio gruppo preferito sul tuo blog. Sei proprio un pezzo di merda. Storia vera d’ogni giorno.
Tutti volete un’opinione e tutti osannate la libertà di parola, fino a quando non vi urta. Ipocriti come un coccodrillo in lacrime dopo aver mangiato il suo migliore amico.
Una volta ebbi una discussione al riguardo. Perché non posso sfottere i morti o gli assassini o le minoranze? Non è colpa mia se loro sono quello che sono. Cazzi loro. Con un amico sdanghero mi condivido sempre foto di Hitler che fa battute sugli ebrei, ma mica odio gli ebrei. Mi fanno ridere. Mi fa ridere il viso baffuto di Adolfo. Avete mai letto una battuta su Hitler? Un olocausto di risate, ve lo giuro.
Sapete chi altro ho rimosso senza rimorsi perché soffre di gravi problemi mentali? I veri metallari. Non so se frequentate ancora facebook; io sì purtroppo. Mi serve per rimanere in contatto per progetti musicali, scoprirne di nuovi, e anche perché la gente si scoccia a rispondere alle mie mail.
Ricordate quando c’è stato Iggy Pop a Bari? Io no, perché stavo limonando col cantante dei Nanowar. Un ragazzo per divertimento ha deciso di creare un evento fake con protagonista Ozzy Osbourne a Bitonto. Grasse risate, d’impatto c’ho voluto credere pure io. Ho riso, avete riso, abbiamo riso, non hanno riso, è finito il riso. Hanno ferito qualcuno nell’orgoglio e le risposte sono state minacce di morte. Storia vera, eh? Metallari grama gente!
Io torno a provare il mio nuovo progetto di disturbo acustico urban comedy grind, tanto so che alla stragrande maggioranza di voi farà schifo, ma per chi un applauso mi regalerà, una birra in omaggio non mi dispiacerebbe.