Che poi solo la prima traccia ci regala cori del calibro di:
. . . Margherita . . . Marinara . . .
. . . Capricciosa . . . Napoletana . . .
. . . Artichoke . . . Antipasto . . .
. . . Jalapeneo . . . Oregano . . .
I growl diventano rutti all’aroma di salsiccia piccante.
Ma di che cazzo sto parlando? Uscito nel 2014 come tributo ai Carcass, motivo per il quale si merita fin da subito un voto di 22 su 10, venduto in una edizione limitata a forma di scatola della pizza, i Flatus ci regalano quattro cover dei Carcass. Nell’insieme ci ritroviamo un semplice EP di cover per affezionati dei paladini grind inglesi, interpretate da gente convinta che il goregrind debba suonare solo ed esclusivamente come i Carcass.
Certo finite le risate iniziali rimane solo un pugno di minuti in cui scapocciare in allegria con l’amico che supporta quella teoria di prima. Gli Exhumed? I Carcass che si sono fermati a Necroticism. Dopo di quello, un cazzo di niente. Ecco che amico dovete chiamare.
Dei Flatus potremmo ascoltare anche altro, ma la coverart secondo me ha sempre un suo perché, e qui l’immaginario italico fatto di pepperoni, zucchini e salami accentua l’acido dei succhi gastrici in decomposizione che lacerano le pareti dello stomaco, mentre i muscoli dell’ano flaccidi fanno fuoriuscire gli ultimi rimasugli della pizza mangiata da Giovanni ‘O Scornacchiuto.
Bira & Pizza & Putrefaction guys.