L’iper stallone del porno pop gerontoiatrico è lui. La maglietta fina gli si attacca addosso per tutta la carriera, risultando in certi momenti davvero stretta per le sue genuine ambizioni artistiche ma tant’è. I 70 lo fanno vincitore commerciale sia con E tu… (1975) arrangiato da Vangelis che Solo (1977), realizzato in collaborazione con il compositore Luis Bacalov.
La decade dell’edonismo poi è ricchissima di soddisfazioni per lui: Baglioni cresce come autore mostrando una ispirata sensibilità sociale (Uomini persi) e la capacità indiscutibile di saper descrivere il dolore dell’esistenza (Ragazze dell’est) evitando le trappole retoriche.
Purtroppo questa evoluzione “centrosocial” non è accolta con fiducia dal pubblico che a Torino, durante Amnesty International, fischia la sua partecipazione a fianco di artisti notoriamente impegnati tipo Sting e Springsteen, accusandolo di opportunismo e scarsa coerenza.
Inizia così un periodo di profonda crisi che culminerà con il divorzio dalla Massari e un incidente d’auto che gli provocherà permanenti ferite al viso.
Dall’album Oltre, uscito nel 1990 dopo un lungo periodo di gestazione, inizia la fase del Baglioni sperimentale, intellettualistico e talvolta pretenzioso. Diventa troppo ostico e ambizioso per il vasto pubblico che lo ha acclamato così tanti anni ma, con il senno di poi, proprio da lì rinasce creativamente il Baglioni “olimpico” di oggi, compiendo dal discusso lavoro del 90 Oltre e dopo con Io sono qui (1995) e Viaggiatore sulla coda del tempo (1999) una trilogia di gran spessore pop. Tené!